1 - Come ottenere una consulenza legale

Ottenere una consulenza legale è molto importante quando vi trovate in qualche modo coinvolti in un procedimento penale. Le note informative spiegano come e in quali circostanze avete diritto a essere rappresentati da un avvocato, e che cosa tale legale può fare per voi. La presente nota informativa generale spiega come trovare un avvocato e come affrontare le spese legali nel caso in cui non abbiate la possibilità di sostenere gli onorari.

Trovare un avvocato

Avete il diritto di essere rappresentati da un avvocato di vostra scelta. L’avvocato deve possedere le qualifiche necessarie per comparire davanti ai tribunali danesi. Potete trovare un elenco di tutti gli avvocati danesi cliccando Il link si apre in una nuova finestraqui. Sul sito web potete inoltre vedere la specializzazione dell’avvocato (penalista, tributarista o qualsiasi altra specializzazione pertinente alla vostra causa).

Per ciascun tribunale danese, il ministero della Giustizia danese ha nominato un gruppo di avvocati locali con specifiche competenze in cause penali. Questi legali sono avvocati indipendenti che gestiscono i propri studi privati. Il tribunale può fornirvi un elenco di tali avvocati. Se non chiedete un avvocato specifico e la nomina di un rappresentante legale è obbligatoria (ad esempio se la polizia dispone la custodia cautelare), verrà assegnato alla vostra causa uno dei legali presenti sull’elenco.

Pagare un avvocato

Se il tribunale ha nominato un avvocato d’ufficio, il suo onorario verrà generalmente pagato con fondi pubblici. Al momento della sentenza, il tribunale determina anche l’ammontare di tale onorario, che viene stabilito sulla base di aliquote utilizzate dai tribunali in tutte le cause penali in cui viene nominato un rappresentante legale, indipendentemente da chi è stato scelto.

Il tribunale decide inoltre chi è responsabile del pagamento dell’onorario dell’avvocato. In caso di condanna, dovrete generalmente versare l’importo dell’onorario alle autorità pubbliche (lo Stato danese). Lo Stato cercherà di recuperare l’importo più elevato possibile a seconda delle vostre possibilità finanziarie.

In caso di assoluzione, o se la sentenza del tribunale è decisamente più mite di quanto richiesto dal pubblico ministero, il tribunale chiederà generalmente alle autorità di pagare l’onorario dell'avvocato e le spese legali. Il tribunale può inoltre decidere di far pagare parte dell’onorario e delle spese legali alle autorità, ad esempio nel caso in cui le udienze si siano tenute invano a causa di circostanze che non dipendono da voi.

Entro due settimane dalla sentenza potete presentare ricorso all’Alta corte di giustizia contro la decisione relativa all’importo dell’onorario e alla persona responsabile del pagamento.

Non è possibile richiedere il patrocinio legale gratuito nei procedimenti penali e tale patrocinio non viene generalmente coperto da polizze assicurative di tutela giudiziaria.

Link correlati

Il link si apre in una nuova finestraParte 66 della legge danese sull'amministrazione della giustizia

Il link si apre in una nuova finestraElenco di avvocati danesi

Ultimo aggiornamento: 13/08/2019

La versione di questa pagina nella lingua nazionale è affidata allo Stato membro interessato. Le traduzioni sono effettuate a cura della Commissione europea. È possibile che eventuali modifiche introdotte nell'originale dallo Stato membro non siano state ancora riportate nelle traduzioni. La Commissione europea declina qualsiasi responsabilità per le informazioni e i dati contenuti nel documento e quelli a cui esso rimanda. Per le norme sul diritto d'autore dello Stato membro responsabile di questa pagina, si veda l'avviso legale.

2 – I miei diritti durante le indagini su un reato e prima del giudizio dinanzi al giudice

Quali sono le fasi di un’indagine penale?

Le questioni che riguardano i reati sono indagate dalla polizia che, di norma, effettua indagini perché le è stato comunicato che una persona è stata vittima di violenze o di furto o perché la polizia stessa o, addirittura, un cittadino hanno arrestato qualcuno in flagranza di reato.

Fase preliminare

La polizia cerca innanzi tutto di stabilire se sia stato commesso un reato e se vi siano uno o più sospettati identificabili che possono esserne imputati del reato. In tale circostanza, è normale che la polizia voglia interrogare il sospettato.

Arresto

La polizia può fermare un sospettato.

Udienza preliminare obbligatoria e detenzione predibattimentale (tra cui mandato di arresto europeo)

Nel caso in cui la polizia intenda fermare un sospettato per non pregiudicare le indagini o per altri motivi, quest’ultimo dev’essere portato dinanzi a un giudice entro 24 ore dall’arresto, affinché possa esprimersi al riguardo.

Misure invasive

Oltre a interrogare il sospettato e i potenziali testimoni, durante le indagini la polizia può ottenere informazioni attraverso misure invasive quali le perquisizioni, il controllo delle telecomunicazioni, le intercettazioni telefoniche, ecc. La maggior parte delle misure invasive deve essere previamente autorizzata da un magistrato.

Decisione se procedere o meno nei confronti di un sospettato

Le indagini della polizia mirano a fornire informazioni che consentano alla pubblica accusa di decidere se procedere o meno nei confronti di un sospettato. In assenza di prove sufficienti a dimostrare

la commissione di un reato, la procura deciderà per il non luogo a procedere.

A livello locale, la polizia e l’ufficio della procura condividono la stessa gestione, così che la procura è spesso coinvolta nella fase preliminare del caso, tra cui la pianificazione delle indagini.

Preparazione al processo da parte della difesa

Per ulteriori informazioni sul diritto di essere informati sulle indagini e quello di parteciparvi, v. Il link si apre in una nuova finestraqui.

I miei diritti durante le indagini

Fare click su uno dei seguenti link per ulteriori informazioni sui diritti in ciascuna fase del procedimento.

Fase preliminare, tra cui l’interrogatorio (1)

Perché sono accusato?

Perché la polizia nutre forti sospetti sul fatto che il sospettato abbia commesso un reato e ritiene che d’ora in avanti le indagini debbano essere concentrare soltanto su di lui.

Cosa significa essere accusati?

Significa che la polizia comunicherà il reato che ritiene l’accusato abbia commesso. La polizia è obbligata a comunicare la norma di legge che sostiene sia stata violata. L’accusato può seguire le indagini che lo riguardano tramite un legale e, in caso di reati gravi, ha diritto a un legale nominato d’ufficio.

Perché la polizia vuole interrogarmi?

Perché vuole verificare la fondatezza del sospetto che nutre nei confronti dell’accusato di aver commesso un reato. La polizia userà le dichiarazioni dell’accusato nelle sue ulteriori indagini. In seguito, la pubblica accusa si avvarrà delle suddette dichiarazioni per decidere se il caso debba essere giudicato con rito abbreviato.

Dove e quando può interrogarmi la polizia?

Non esistono disposizioni speciali sul luogo e sul momento in cui la polizia può interrogare l’accusato. L’interrogatorio dev’essere condotto in maniera che non siano ingiustamente violati i suoi diritti. Di norma, alla polizia non è consentito contattare l’accusato sul posto di lavoro e solitamente inizia a porre domande sulla scena del crimine. In molti casi la polizia chiede di recarsi presso le sue strutture per un colloquio più approfondito.

Cosa accade se non conosco il danese?

Se l’accusato non conosce il danese ha diritto a un interprete da e verso la propria lingua. La polizia provvede a chiamare l’interprete e l’accusato ha facoltà di tacere fino all’arrivo dell’interprete.

Devo rilasciare una dichiarazione alla polizia?

L’accusato deve dichiarare alla polizia il proprio nome, l’indirizzo e la data di nascita. Nient’altro. L’accusato non è obbligato a dire la verità. La polizia è tenuta a informarlo di tali diritti prima di procedere con l’interrogatorio. Il fatto se possa essere utile rilasciare una dichiarazione alla polizia dipende dalle circostanze e dalla gravità delle imputazioni. È consigliabile che l’accusato si rivolga al suo avvocato qualora non sappia se rispondere o meno alle domande.

Potrò parlare con un avvocato?

L’accusato ha diritto di parlare con un avvocato di fiducia prima di decidere se accettare di subire un interrogatorio della polizia. Qualora l’accusato non conosca un avvocato, la polizia gliene procurerà uno.

L’avvocato dell’accusato ha diritto di essere presente durante l’interrogatorio ma non può suggerirgli le risposte da fornire a domande specifiche.

Posso verificare che la polizia abbia compreso correttamente la mia dichiarazione?

La polizia è tenuta a verbalizzare la dichiarazione dell’accusato, che può leggerla o farsela leggere ed eventualmente commentarla. Spetta all’accusato decidere se firmare il verbale. Molti avvocati consigliano di non farlo se non si conosce il danese.

 

Cosa succede se dico qualcosa che potrebbe nuocermi?

La polizia potrebbe usare nelle sue indagini le informazioni pregiudizievoli per l’accusato fornite da quest’ultimo. Di norma, i verbali della polizia non costituiscono una prova e non possono essere usati contro l’accusato nel processo. L’accusa può formulare domande su alcune informazioni contenute nel verbale. La modifica della dichiarazione può pregiudicare la credibilità dell’accusato.

Arresto (2)

Perché mi arrestano?

In caso la polizia abbia motivo di sospettare che l’accusato ha commesso un reato può procedere con l’arresto se questa misura è necessaria a impedirgli di commettere altri reati, per assicurarne la presenza o per essere certa che non comunichi con altre persone. L’accusato può altresì essere arrestato ai sensi di un mandato di arresto europeo emesso da un altro Stato membro dell’UE.

La polizia può arrestarmi sempre?

L’accusato non viene arrestato se tale misura risulterebbe sproporzionata alla gravità del reato che gli viene contestato. Per esempio, è molto improbabile essere arrestati per il sospetto di aver commesso un reato la cui pena massima è una multa di entità minima.

Dove ha luogo l’arresto?

L’arresto viene di norma effettuato presso la locale stazione di polizia. L’accusato viene solitamente trattenuto in una camera di sicurezza fino all’interrogatorio della polizia (v. Fase preliminare, tra cui l’interrogatorio (1)).

Posso farmi visitare da un medico se ne ho bisogno?

L’accusato ha diritto di farsi visitare da un medico se è malato, ferito, sotto l’influenza di sostanze stupefacenti o in stato di ebbrezza. In tal caso, deve dire alla polizia che ha bisogno di un medico, anche in caso necessiti di un farmaco particolare.

Posso chiamare un avvocato?

In caso di arresto, l’accusato ha diritto di chiamare un avvocato di fiducia prima di decidere se intende sottoporsi all’interrogatorio della polizia. In taluni casi la polizia può impedire all’accusato di avvalersi dell’assistenza di un determinato avvocato. Ciò può essere denunciato al giudice.

Sia la polizia, sia l’avvocato dell’accusato sono tenuti a spiegare a quest’ultimo che può avvalersi di un avvocato d’ufficio e lo informeranno su chi dovrà pagare le relative prestazioni.

Posso contattare la mia ambasciata se sono cittadino di un altro Stato?

I cittadini stranieri hanno diritto di contattare l’ambasciata del proprio paese. La polizia può aiutare l’accusato a contattare l’ambasciata.

Posso contattare la mia famiglia?

L’accusato può informare la sua famiglia o il suo datore di lavoro di essere stato arrestato. La polizia può rifiutarsi di dar seguito alla richiesta dell’accusato di contattare i suddetti soggetti se ritiene che ciò potrebbe interferire con il caso. La polizia può decidere di informare la famiglia dell’accusato per conto di quest’ultimo.

Per quanto tempo posso essere trattenuto in arresto?

L’accusato dev’essere subito rilasciato al venir meno dei motivi dell’arresto. In caso di mancato rilascio entro 24 ore, l’accusato dev’essere condotto dinanzi a un giudice (udienza preliminare obbligatoria) affinche questi possa decidere se procedere al rilascio, prolungare l’arresto (consentito fino a 72 ore), oppure disporre la custodia cautelare (Udienza preliminare obbligatoria e custodia cautelare (3)).

In quali casi è possibile prolungare un arresto oltre e 24 ore?

Nel caso in cui all’udienza preliminare obbligatoria il giudice che si occupa del caso rilevi l’inadeguatezza degli elementi di prova prodotti per decidere se l’accusato debba essere trattenuto in stato di custodia cautelare, costui può decidere di prolungare l’arresto fino a 72 ore dalla data della prima udienza.

Udienza preliminare obbligatoria e custodia cautelare (3)

Perché sono trattenuto in custodia cautelare?

Perché la polizia ritiene necessario applicare tale misura cautelare in via temporanea o fino al termine delle indagini. La custodia cautelare dell’accusato è inoltre possibile per garantirne l’eventuale estradizione verso un altro Stato membro in forza di un mandato d’arresto europeo.

Chi decide se devo essere trattenuto in custodia cautelare?

Un giudice stabilisce se i requisiti fissati per la custodia cautelare sono soddisfatti. Prima che il giudice decida se l’accusato debba essere trattenuto in custodia cautelare in base alla richiesta della polizia, si tiene l’udienza preliminare obbligatoria. Nel corso di tale udienza, la pubblica accusa illustra il punto di vista della polizia in merito al caso e, in questa sede, anche l’accusato potrà illustrare il proprio. Il giudice decide, quindi, se trattenere l’accusato in custodia cautelare, ma non se quest’ultimo sia colpevole dell’imputazione che gli viene attribuita.

Posso essere trattenuto in custodia cautelare sempre?

L’accusato può essere trattenuto in custodia cautelare alle seguenti condizioni:

  • la polizia dev’essere in grado di chiarire il motivo per cui sospetta che l’accusato abbia commesso il reato per cui potrebbe essere condannato alla reclusione di almeno 18 mesi.
  • La pena edittale prevista dev’essere superiore a 30 giorni di reclusione.
  • La polizia dev’essere in grado di convincere il giudice dell’importanza che l’accusato non venga rilasciato fino al termine delle indagini per uno dei seguenti motivi:
  • la polizia ritiene che l’accusato eviti la pena;
  • vi è motivo di temere la reiterazione dello stesso tipo di reato;
  • vi è motivo di ritenere che l’accusato ostacoli le indagini se rilasciato;
  • il reato è tanto grave che lasciare libero l’accusato in attesa del giudizio sarebbe offensivo nei confronti della società.

In casi rari (per esempio quando la carcerazione risulterebbe estremamente difficoltosa per le circostanze personali) all’accusato è consentito evitare la custodia cautelare pur in presenza dei requisiti necessari per procedervi. Di tali circostanze è importante informare il proprio avvocato.

Dove si terrà l’udienza preliminare obbligatoria?

Tale udienza si terrà presso il tribunale locale e, di norma, l’accusato rimane in una cella di attesa prima di entrare in aula.

Devo testimoniare durante l’udienza preliminare obbligatoria?

Non è necessario che l’accusato renda dichiarazioni o dica la verità. L’opportunità di rilasciare dichiarazioni al giudice dipende dalla natura del caso e dalla gravità delle imputazioni. È bene che l’accusato consulti il proprio avvocato per decidere se sarebbe meglio testimoniare.

Potrò parlare con un avvocato?

Il giudice nominerà un avvocato che rappresenterà l’accusato dinanzi ad esso. Qualora l’accusato non chieda la nomina di un avvocato specifico, il giudice nominerà quello in servizio in quella data. Per ulteriori informazioni v. Il link si apre in una nuova finestraScheda 1.

L’accusato ha diritto di parlare del caso con il proprio avvocato prima dell’udienza. Qualora accusato e avvocato non parlino la stessa lingua, il primo ha diritto ad avere un interprete. L’avvocato tutelerà gli interessi dell’accusato durante l’udienza e potrà altresì formulare domande.

Posso verificare che il giudice abbia capito la mia dichiarazione?

Il giudice redigerà un verbale di udienza contenente i punti fondamentali della dichiarazione dell’accusato, che sarà letta ad alta voce per garantirne l’esatta comprensione.

 

Cosa succede se dico qualcosa che potrebbe nuocermi?

La dichiarazione dell’accusato può essere usata quale prova nella causa.

Per quanto tempo posso essere trattenuto in custodia cautelare?

Nel corso dell’udienza il giudice decide se l’accusato dev’essere rilasciato oppure trattenuto in custodia cautelare. In alcuni casi, il giudice disporrà che la detenzione sia prolungata fino a un massimo di 72 ore (v. Arresto (2)).

 

Se l’accusato viene recluso, il giudice fisserà un limite massimo di quattro settimane. Ciò significa che l’accusato dev’essere rilasciato entro tale termine oppure che il caso dev’essere portato a conoscenza di un giudice, ciò sempre al fine di accertare il rispetto delle condizioni previste per la custodia cautelare. Non è previsto un limite massimo per la custodia cautelare: dipende dalla natura del caso.

L’accusato dev’essere rilasciato non appena vengono meno i motivi dell’arresto.

Cosa vuol dire isolamento?

Talvolta la polizia chiede che l’accusato sia posto in isolamento per non avere contatti con gli altri detenuti. In tal caso è soltanto possibile scrivere o telefonare ad altri sotto il controllo della polizia. È il giudice a decidere se prolungare la detenzione in isolamento.

Posso impugnare la decisione sulla custodia cautelare o sull’isolamento?

Sì, dinanzi al giudice superiore. Solitamente ciò avviene dichiarando l’intenzione di impugnare all’udienza di trattazione del caso.

Posso evitare la custodia cautelare se consegno il mio passaporto o pago la cauzione?

Il codice penale prevede la possibilità di evitare la detenzione consegnando il passaporto o pagando la cauzione. Tuttavia, ciò accade di rado nella pratica.

Misure invasive (4)

Nel corso delle indagini, la polizia può ottenere informazioni attraverso l’impiego di diverse misure invasive, tra cui le seguenti.

La polizia può prendermi le impronte digitali e scattarmi una foto?

Sì, può farlo a condizione che:

  • l’accusato sia sospettato di aver commesso un reato e la misura sia necessaria ai fini delle indagini.
  • La polizia abbia un valido motivo di sospettare che l’accusato abbia commesso un reato per cui potrebbe essere condannato alla carcerazione per almeno 18 mesi.

La polizia è autorizzata a prelevarmi il DNA o campioni di sangue?

Sì, può farlo a condizione che:

  • sussistano ragionevoli motivi di sospettare che l’accusato abbia commesso un reato per cui potrebbe essere condannato alla carcerazione per almeno 18 mesi e si ritiene che la misura sia molto importante ai fini delle indagini.
  • Il prelievo di un campione di sangue sia necessario qualora l’assunzione di alcool o sostanze stupefacenti costituisca un elemento del reato di cui l’accusato è sospettato.

La polizia è autorizzata a perquisire me e i miei indumenti?

La polizia può perquisire gli indumenti esterni alle medesime condizioni previste per le fotografie.

La polizia è autorizzata a controllare il mio telefono cellulare e perquisire la mia automobile?

Sì, può controllare il telefono cellulare dell’accusato per ricavarne il numero e il codice IMEI, così come può perquisire l’automobile a condizione che:

  • ad avviso della polizia sussistano validi motivi di sospettare che l’accusato abbia commesso un reato perseguibile;
  • la perquisizione sia ritenuta molto importante ai fini delle indagini.

 

La polizia è autorizzata a perquisire la mia abitazione?

Sì, può farlo a condizione che:

  • ad avviso della polizia sussistano validi motivi di sospettare che l’accusato abbia commesso un reato perseguibile;
  • la perquisizione sia ritenuta molto importante ai fini delle indagini;
  • il reato possa comportare la reclusione;
  • la polizia sia in grado di giustificare la probabilità di riscontrare prove connesse al reato ovvero oggetti che la polizia dovrebbe sequestrare per altri motivi.

Chi decide sulla necessità di una misura invasiva?

È il giudice che decide se si può procedere alla perquisizione domiciliare. Qualora vi sia motivo di temere che la prova possa scomparire se non si effettua immediatamente la perquisizione, la polizia può condurla anche senza l’apposito mandato. La perquisizione dev’essere riferita al giudice entro le 24 ore successive. Se l’accusato acconsente per iscritto alla perquisizione della propria abitazione, la polizia può decidere di procedervi.

La polizia decide se prelevare le impronte digitali, scattare una foto e prelevare il DNA o campioni di sangue dell’accusato. La polizia può inoltre controllare il telefono cellulare, nonché perquisire l’automobile, ecc. dell’accusato.

Posso protestare?

Qualora l’accusato intenda protestare in merito alle indagini eseguite dalla polizia, può depositare denuncia presso il giudice.

Le decisioni del giudice riguardo alle perquisizioni e alla pianificazione delle indagini sono impugnabili dinanzi al giudice superiore entro due settimane dalla pronuncia.

Posso chiedere che la polizia distrugga impronte digitali, fotografie, tracce di DNA e risultati di prelievi di campioni di sangue?

Qualora la procura decida il non luogo a procedere o l’accusato venga assolto, la polizia deve distruggere le foto dell’accusato; essa può conservare le impronte digitali e i campioni di DNA ma è obbligata a distruggerli dopo un determinato periodo di tempo.

Posso chiedere il risarcimento dei danni?

Qualora l’accusato sia stato detenuto, carcerato o soggetto a una misura invasiva e in seguito risulti che la detenzione, la carcerazione o la misura invasiva anzidette erano ingiustificate, avrà diritto al risarcimento dei danni. Il Procuratore generale (Rigsadvokaten) pubblica una comunicazione annuale sulle tariffe applicabili nella determinazione dell’importo di tale risarcimento.

Decisione se procedere nei confronti dell’accusato (5)

Una volta concluse le indagini, la polizia trasmette il caso all’ufficio della procura, che deciderà come procedere.

Posso dichiararmi colpevole di tutte o di alcune imputazioni prima del processo?

Se nel corso delle indagini l’accusato ha ammesso la propria colpevolezza in merito alla maggior parte delle imputazioni che lo riguardano, di norma l’accusa cercherà di farlo considerare un “patteggiamento”.

 

Che cos’è l’atto di accusa?

L’atto di accusa costituisce il fondamento dell’udienza dinanzi al giudice. Esso deve indicare le disposizioni di legge la cui violazione viene contestata all’accusato, nonché una descrizione delle modalità di commissione del reato/i. La descrizione dev’essere precisa, così che l’accusato possa preparare la sua difesa basandosi su di essa.

 

Posso essere imputato di reati diversi da quelli che mi sono stati attribuiti dalla polizia?

La pubblica accusa prepara l’atto di accusa che può contenere capi d’imputazione nuovi o diversi, qualora ritenga che il caso differisca da quanto illustrato dalla polizia.

È possibile aggiungere nuovi capi d’imputazione all’atto di accusa?

La pubblica accusa deve cercare di raccogliere tutte le imputazioni che riguardano l’accusato in maniera da ottenere un verdetto collettivo. L’atto d’accusa può pertanto contenere nuovi capi d’imputazione se l’accusato è stato imputato di un reato in più occasioni.

Si applicano norme speciali qualora l’accusato sia stato estradato in Danimarca ai sensi di un mandato di arresto europeo o di un accordo di estradizione. In presenza di nuovi capi d’imputazione è consigliabile che l’accusato consulti il proprio avvocato al riguardo.

L’atto di accusa può essere modificato?

L’atto di accusa può essere modificato o ampliato se viene preparato e notificato un nuovo atto di accusa, che può essere redatto fino alla data di inizio del procedimento.

Qualora l’accusa ritenga che la pena relativa a un capo di imputazione debba essere più severa di quanto indicato nell’atto di accusa, tale modifica potrà essere attuata soltanto se la Procura accetta di modificare l’atto di accusa. La modifica dev’essere notificata all’accusato entro due mesi.

Una volta avviato il procedimento, l’atto di accusa può subire soltanto modifiche assai limitate e il giudice decide se autorizzarle.

Posso essere accusato di un reato di cui sono già stato imputato in un altro Stato membro?

Non può escludersi che all’accusato possa essere contestato un reato di cui è già stato imputato in un altro paese. Tuttavia, l’accusato non può essere giudicato colpevole di un reato per cui è già stato condannato o da cui è stato assolto in un altro paese.

Sarò informato di testimonianze contro di me?

L’accusa deve depositare l’atto di accusa presso il giudice unitamente al capitolo delle prove contenente i nomi dei testimoni. L’avvocato dell’accusato ne riceverà una copia. L’accusato solitamente ha diritto di conoscere l’identità dei testimoni.

Preparazione della difesa (6)

Su quali basi io e il mio avvocato possiamo preparare la mia difesa?

Solitamente, l’avvocato dell’accusato riceve copie di tutti i verbali redatti dalla polizia durante le indagini. L’accusato vanta un diritto generico di visionare il materiale e l’avvocato può soltanto trasmettergli copia del materiale previo consenso della polizia.

 

Ho diritto di visionare tutto il materiale prodotto dalla polizia?

La polizia può disporre che l’avvocato dell’accusato non gli fornisca determinate informazioni sul caso se ritiene che ciò sia necessario per proteggere gli interessi di autorità straniere o per fornire prove. Tale disposizione può essere pronunciata soltanto in situazioni gravi e unicamente fino a che l’accusato non ha pronunciato dichiarazioni dinanzi al giudice.

Chi decide se posso visionare tutto il materiale?

La polizia sottopone il materiale e decide se sia necessario emettere un provvedimento inibitorio per tutto o per parte del caso. La decisione della polizia è impugnabile dinanzi al giudice, che si pronuncerà sulla questione.

Posso partecipare a tutte le udienze del caso?

Di norma l’accusato ha diritto di partecipare a tutte le udienze in cui il giudice decide se debba essere trattenuto in custodia cautelare o in cui vengono esaminati eventuali correi o testimoni prima del processo.

Il giudice, se in tal senso richiesto dalla polizia, può decidere di non consentire la presenza dell’accusato alle udienze. In questo caso, l’accusato ha diritto di essere informato di ciò che è accaduto in udienza. Il giudice può decidere che l’accusato non riceva tali informazioni, ma l’accusato ha il diritto di sapere cosa è accaduto all’udienza a cui non ha potuto partecipare. L’accusato dev’essere informato al più tardi quando ha testimoniato dinanzi al giudice.

Il mio avvocato può partecipare a tutte le udienze?

Sì. Ciò vale anche per le udienze in cui il giudice è chiamato a decidere se autorizzare l’installazione di microspie o l’intercettazione telefonica, perquisizioni o altre misure invasive che richiedono il previo consenso del magistrato.

Il mio avvocato può partecipare alle indagini della polizia?

L’avvocato dell’accusato dev’essere informato sulle indagini e ha diritto di parteciparvi in situazioni che potrebbero costituire una prova contro il suo assistito, quali, per esempio: l’esperimento giudiziale, la ricognizione, ecc.

Il mio avvocato può condurre le sue indagini?

L’avvocato dell’accusato chiede di norma alla polizia di effettuare ulteriori indagini se ritiene che non sia riuscita ad ottenere informazioni utili al caso. In caso la polizia rifiuti di eseguire tali ulteriori indagini, la questione potrà essere trattata dinanzi al giudice, che può ordinare alla polizia di condurre le indagini pertinenti.

L’avvocato può altresì decidere di effettuare le proprie indagini ma ciò accade di rado nella pratica. Se l’avvocato dell’accusato decide in tal senso, gli non potrà ostacolare le indagini della polizia e dovrà attenersi alle regole della propria deontologia professionale.

Il mio avvocato può invitare testimoni a deporre in tribunale?

Sì, l’avvocato dell’accusato può chiedere che taluni testimoni siano chiamati a deporre in tribunale. Qualora l’accusa si opponga all’escussione di tali testimoni, sarà il giudice a decidere in merito alla loro pertinenza rispetto al caso.

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Ultimo aggiornamento: 13/08/2019

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3 - I miei diritti in tribunale

Dove si terrà il processo?

Il processo si terrà nel tribunale locale e sarà pubblico. Qualora ammettiate di aver commesso il reato o i reati di cui siete accusati, il pubblico ministero chiederà un procedimento con ammissione di colpevolezza. In tal caso, la giuria sarà composta da un solo giudice togato. Lo stesso vale nel caso in cui la sanzione richiesta sia solo un’ammenda.

Nel caso in cui non ammettiate la vostra colpevolezza, la vostra causa verrà esaminata da giudici popolari e la giuria sarà composta da un giudice togato e due giudici popolari.

Se la richiesta di pena del pubblico ministero è di almeno quattro anni di reclusione, la causa verrà esaminata da una giuria composta da tre giudici togati e sei giurati. Fanno eccezione le cause riguardanti reati economici e legati agli stupefacenti, che vengono esaminate da giudici togati e popolari indipendentemente dalla pena richiesta.

Le accuse possono essere cambiate durante il processo?

Se nella causa in esame vi è ammissione di colpevolezza, è possibile che le accuse vengano adeguate al reato per cui vi dichiarate colpevoli.

Una volta iniziato il processo contro di voi, è possibile modificare solo piccoli particolari dei capi d’accusa, che non possono essere ampliati senza il vostro consenso.

Quali sono i miei diritti durante il processo?

Dovete essere presente durante tutto il processo. Il tribunale può consentirvi di lasciare un’udienza dopo la vostra deposizione.

Se avete ricevuto una notifica d’udienza ma, senza un giustificato motivo, non vi presentate in aula, il tribunale può decidere di sentire i testimoni in vostra assenza. Il tribunale può emettere la sentenza in vostra assenza se il pubblico ministero ha chiesto fino a sei mesi di reclusione e se avete prestato consenso alla chiusura del processo. In caso di sentenza senza condizionale fino a tre mesi di reclusione, la causa può concludersi anche senza il vostro consenso.

Dal 1° novembre 2009 è possibile partecipare a un procedimento giudiziario mediante collegamento video, se la pena massima richiesta è un’ammenda o la reclusione fino a un anno. Non tutti i tribunali hanno però provveduto all’istallazione dell’apparecchiatura necessaria per poter offrire tale possibilità.

Nel caso in cui non parliate o non comprendiate la lingua usata in tribunale, avete diritto all’assistenza di un interprete per tutta la durata del processo. L’interprete vi aiuterà anche qualora vogliate conferire con il vostro avvocato durante l’udienza.

Se non avete già scelto un avvocato, il tribunale ne nominerà uno d’ufficio qualora vi dichiariate estraneo alle accuse rivolte contro di voi e se la pena richiesta è più di una semplice ammenda. Se vi dichiarate colpevoli in una causa in cui il pubblico ministero ha chiesto una pena detentiva, il tribunale su vostra richiesta nominerà un avvocato d’ufficio. Se non siete d’accordo con l’ avvocato nominato o se per qualsivoglia ragione, desiderate cambiare legale, la vostra richiesta verrà generalmente accolta.

Non siete tenuti a rispondere alle domande che vi vengono poste durante il processo o a dire il vero. Non potete essere condannati per aver fornito prove false durante il processo. Il vostro avvocato può consigliarvi in merito all’opportunità di rilasciare una dichiarazione per tutelare i vostri interessi.

Quali sono i miei diritti riguardo alle prove contro di me?

L’uso di un elemento di prova scritto durante il processo è disciplinato dettagliatamente dalla legge. Non esistono praticamente altre norme in materia e siete liberi di presentare qualsiasi tipo di prova. Voi e il vostro avvocato potete contestare l’ammissibilità dei testimoni o delle prove, in particolare se non sono pertinenti alla causa o se l’elemento di prova è stato ottenuto in modo illecito. Il tribunale decide in merito all’ammissione di eventuali prove o testimoni da voi contestati. Nella maggior parte dei casi, le prove ottenute in modo illecito saranno dichiarate irricevibili in aula. Il tribunale valuta la rilevanza delle prove in questione dopo aver esaminato le altre prove.

Potete richiedere la deposizione di determinati testimoni durante un’udienza o la presentazione di una determinata prova a vostro discarico, per esempio un elenco di passeggeri che dimostra che non eravate presenti nel luogo del reato quando è stato commesso. Se il pubblico ministero non concorda con la pertinenza di alcune prove, il tribunale si pronuncerà in merito.

La parte che ha richiesto la deposizione di un testimone ha diritto a interrogarlo per primo. Successivamente, l’altra parte ha la possibilità di sottoporre il testimone a controinterrogatorio. Al momento di emettere la sentenza, il tribunale valuta la veridicità e l’affidabilità delle deposizioni rese dai testimoni durante il processo.

Verranno prese in considerazione le informazioni relative al mio certificato penale?

Le informazioni relative ai vostri precedenti penali verranno prese in considerazione se emerge dalla descrizione del reato che si tratta di recidiva. In casi rari si può fare appello alle modalità di svolgimento di cause precedenti al fine di dimostrare la colpevolezza o l’innocenza dell’imputato nella causa pendente. Qualora abbiate precedenti penali per reati simili, o nel caso in cui abbiate commesso il reato durante il periodo di sospensione della pena o di libertà condizionata, la durata della pena ne sarà generalmente influenzata.

Di norma non vengono effettuate ricerche relative a condanne precedenti in altri Stati membri.

Che cosa succede alla fine del processo?

La causa si conclude con la sentenza del tribunale, che può disporre:

  • l’assoluzione;
  • un’ammenda;
  • la sospensione della sentenza, che può anche comprendere un ordine di trattamento sanitario o l’affidamento ai servizi sociali;
  • una pena detentiva senza condizionale.

In caso di sospensione della sentenza, il tribunale commina generalmente una pena detentiva che non siete obbligati a scontare se non commettete altri reati durante il periodo di sospensione condizionale della pena, generalmente di uno o due anni. Come condizione per la sospensione della pena, il tribunale può esigere che rimaniate sotto la vigilanza di un funzionario responsabile, che veniate sottoposti a cure psichiatriche, a cure per l’abuso di alcol o altri tipi di dipendenze, e/o che svolgiate servizi sociali non retribuiti per un determinato numero di ore deciso dal tribunale.

Esistono sanzioni speciali per reati commessi da minorenni (minori di 18 anni).

Qual è il ruolo della vittima durante il processo?

La vittima viene considerata un testimone a tutti gli effetti. In alcuni casi, tuttavia, la vittima ha diritto a un avvocato che viene nominato indipendentemente dal tribunale e/o ha diritto al risarcimento dei danni durante il processo, a condizione che la richiesta di danni sia semplice e ben documentata e che il risarcimento dei danni non comporti inconveniente sostanziali.

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Il link si apre in una nuova finestraLegge danese sull’amministrazione della giustizia

Ultimo aggiornamento: 13/08/2019

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4 – I miei diritti dopo la pronuncia del giudice

Posso proporre impugnazione?

Il giudice si pronuncia in udienza. La decisione, il verdetto o la pena possono essere impugnati dinanzi al tribunale superiore; si può chiedere l’assoluzione o una riduzione di pena. Se la persona condannata ritiene che durante il processo del proprio caso dinanzi al tribunale distrettuale siano state commesse gravi mancanze, può chiedere il rinvio della causa al medesimo tribunale per un nuovo processo con altri giudici.

La condanna, il verdetto o la pena possono essere impugnati verbalmente all’udienza in cui viene pronunciata la decisione. È altresì consentita l’impugnazione scritta presso il tribunale distrettuale o la procura. Il termine di deposito dell’impugnazione è di due settimane. Se la persona condannata ha un avvocato difensore, sarà quest’ultimo che, di norma, si occuperà degli aspetti pratici dell’impugnazione. Qualora la pena consista in una multa di non oltre 3 000 DKK, per impugnare la decisione è necessaria la previa autorizzazione della commissione di ricorso danese (Procesbevillingsnævnet) e la richiesta a tale organo dev’essere presentata entro due settimane dalla decisione medesima.

Cosa accade se propongo impugnazione?

In caso di impugnazione della decisione di un giudice, la causa sarà discussa presso un giudice superiore, la cui udienza sarà anch’essa aperta al pubblico. Non sono previsti termini riguardo alla data in cui la causa dev’essere discussa dinanzi al giudice superiore.

Qualora la persona condannata si trovi in stato di custodia cautelare, il giudice superiore è tenuto a dare la precedenza al suo caso. Egli è altresì chiamato a decidere se la persona condannata debba rimanere in stato di carcerazione preventiva fino alla data e per l’intera durata del procedimento di impugnazione.

Nell’impugnazione per ottenere l’assoluzione il caso sarà nuovamente giudicato dal giudice superiore e, in tale circostanza, l’appellante potrà produrre nuovi elementi di prova. Occorrerà, dunque e al più presto, concordare con il proprio avvocato quali nuove prove presentare in appello. Non appena l’accusa avrà comunicato le prove su cui si baserà nel giudizio dinanzi al giudice superiore, l’avvocato disporrà, solitamente, del termine di 14 giorni per trasmettere le sue prove. L’appellante può essere esonerato dal rispetto del suddetto termine di 14 giorni.

Nell’impugnazione per ottenere soltanto una riduzione della pena il giudice superiore provvederà unicamente al riesame di quest’ultima e, in tal caso, le parti non produrranno prove dinanzi al giudice. Il legale dell’appellante, tuttavia, potrà chiedere al giudice ulteriori informazioni sulle circostanze personali del suo cliente, rilevanti ai fini della fissazione della pena o della questione dell’estradizione.

 

Cosa accade durante l’udienza del procedimento di impugnazione?

Nell’impugnazione per ottenere l’assoluzione il caso verrà nuovamente giudicato dal giudice superiore. Nella pratica, questo giudice inizia sovente il procedimento dando lettura delle dichiarazioni rese dall’appellante e dai testimoni nel corso del procedimento dinanzi al tribunale distrettuale. Tuttavia, qualora l’appellante e il suo avvocato non accettino tale procedura, le dichiarazioni dovranno essere fornite ex novo.

Nell’impugnazione per ottenere la riduzione della pena il giudice superiore tiene conto delle prove presentate dinanzi al tribunale distrettuale e decide la pena sulla base di esse.

Il giudice superiore pronuncia la propria decisione in udienza. Egli può decidere di confermare la sentenza del tribunale distrettuale, di aumentare o di ridurre la pena oppure di pronunciare l’assoluzione. In quest’ultimo caso, o nell’ipotesi di riduzione della pena, le spese del giudizio di appello sono a carico dello Stato. Lo stesso vale nel caso in cui l’accusa impugni la sentenza e il giudice superiore si limiti a confermarla. In tutte le altre circostanze è probabile che alla persona condannata venga chiesto di sostenere le spese del giudizio di impugnazione.

Cosa accade se l’impugnazione viene accolta/respinta?

La sentenza del giudice superiore sostituisce quella del tribunale distrettuale e, di norma, è definitiva. La causa può essere eccezionalmente portata dinanzi alla Corte suprema previa autorizzazione della Procesbevillingsnævnet. Tale autorizzazione viene solitamente concessa soltanto se si tratta di una questione di diritto e, pertanto, di un potenziale precedente giurisprudenziale, oppure per altri motivi particolari. Il suddetto organo autorizza il ricorso dinanzi alla Corte suprema soltanto per un numero limitato di cause penali. L’avvocato è in grado di informare il suo cliente sulle possibilità di ottenere tale approvazione.

In caso di assoluzione e qualora, nel corso delle indagini, siano state adottate misure invasive della libertà personale quali l’arresto, la detenzione o la perquisizione, la persona colpita da tali provvedimenti può chiedere il risarcimento dei danni. La richiesta dev’essere effettuata per iscritto all’ufficio locale della procura entro due mesi dalla pronuncia del giudice. Di solito l’avvocato di fiducia si occupa delle formalità relative alla richiesta dei danni. È consigliabile comunicare al proprio avvocato il recapito in cui poter essere contattati.

Provengo da un altro Stato membro. Posso esservi trasferito dopo il processo?

Di norma è possibile essere trasferiti in un altro Stato membro per scontare la propria pena. Solitamente ciò accade soltanto se si chiede di essere mandati a scontare la pena nel proprio Stato di origine. La richiesta in tal senso va presentata al ministero della Giustizia danese.

In caso di condanna, posso essere nuovamente processato per lo stesso reato?

In Danimarca non si può essere condannati due volte per lo stesso reato. Il medesimo principio si applica negli altri Stati europei. Poiché le disposizioni in materia di sanzioni possono variare da Stato a Stato, occorre chiedere informazioni in proposito anche nel paese che potrebbe perseguire il reato in questione.

Informazioni su imputazioni/condanna

Una volta pronunciata la decisione, quest’ultima viene iscritta nel casellario giudiziale centrale. Le pronunce sulle violazioni del codice penale danese vengono inserite nella sezione del casellario dedicata alle decisioni. Le decisioni riguardanti violazioni di altre leggi vengono iscritte in caso di condanna a pena detentiva o all’interdizione o alla revoca di un diritto (condanna privativa di un diritto). La registrazione contiene anche l’indicazione del giudice che ha pronunciato la sentenza, la relativa data, le disposizioni di legge violate e la pena irrogata.

Esistono limiti su quali decisioni riportare nel casellario che possono essere rilasciate per uso personale. I dati sono conservati in formato elettronico e la relativa eliminazione dipende dalla gravità della sanzione applicata. È possibile sporgere reclamo in merito a errori di registrazione o di cancellazione ma non riguardo all’effettiva registrazione di una decisione. Tali reclami devono essere presentati all’Ufficio del commissario nazionale della polizia danese (Rigspolitichefen), che è l’autorità responsabile dei dati del casellario.

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Il link si apre in una nuova finestraLegge sull’amministrazione della giustizia in Danimarca

Il link si apre in una nuova finestraProvvedimento esecutivo sul trattamento dei dati personali nel casellario giudiziale centrale

Ultimo aggiornamento: 13/08/2019

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5 - Reati minori

Come vengono gestite le violazioni minori al Codice della strada?

Se venite fermati dalla polizia stradale, che è responsabile dell’applicazione del Codice della strada, potete ammettere o negare la vostra colpevolezza. La polizia deve emettere un atto di imputazione per il reato che ritiene abbiate compiuto. Avete diritto a un avvocato difensore e non siete obbligati a rendere una deposizione.

La sanzione per le violazioni al Codice della strada consiste di norma in un'ammenda. Le violazioni al Codice della strada vengono gestite allo stesso modo di tutte le violazioni per le quali è prevista un’ammenda. La polizia invia un verbale che riporta l'importo della sanzione. Se versate tale importo, significa che ammettete la vostra colpevolezza. Se invece non pagate l’ammenda, la causa viene trasmessa al tribunale. Sarete citati a comparire in udienza allorché sia possibile produrre prove del reato.

Il procuratore capo ha pubblicato un Il link si apre in una nuova finestracatalogo delle sanzioni per le violazioni al Codice della strada tramite cui è possibile verificare se l'importo della vostra ammenda corrisponde a quello delle sanzioni generalmente comminate per il tipo di violazione al Codice della strada che avete commesso.

Il Il link si apre in una nuova finestraCodice della strada consente alla polizia di confiscare il vostro autoveicolo anche se non siete residenti in Danimarca e la vostra autovettura è immatricolata in un paese diverso dalla Danimarca. L’autoveicolo può essere confiscato fino al pagamento dell’ammenda o fino a quando non viene versata una cauzione. Se ritenete di non aver commesso alcuna violazione al Codice della strada, dovete versare una cauzione per il pagamento dell’ammenda e chiedere che la causa venga portata in tribunale. La polizia esercita frequentemente il diritto di confisca degli autoveicoli.

Esistono norme speciali per gli autoveicoli e i conducenti provenienti da altri paesi scandinavi.

Come vengono gestite le violazioni relative al divieto di sosta?

Generalmente non è la polizia a controllare il rispetto delle norme in materia di parcheggio, bensì tale funzione è affidata a ausiliari del traffico che lavorano per un’autorità locale o un’impresa privata. Se parcheggiate in divieto di sosta vi sarà inflitta un’ammenda, che troverete sul parabrezza del vostro autoveicolo.

Qualora incontriate l’ausiliario del traffico prima che registri la violazione, potete sollevare direttamente le vostre obiezioni. L’ausiliario del traffico può decidere di non registrare la violazione o di annotare le vostre obiezioni. Se ricevete un’ammenda per divieto di sosta, questa deve essere accompagnata da linee guida che illustrino le modalità di contestazione. Non esiste un organo centrale responsabile delle contestazioni.

Le ammende per divieto di sosta vengono riscosse secondo modalità analoghe ad altre azioni civili. Se non pagate l’ammenda, l’ingiunzione di pagamento viene trasmessa a un’agenzia di riscossione nel vostro paese di residenza.

Questo tipo di reato compare sul mio certificato penale?

Il certificato penale non comprende generalmente le ammende. Tuttavia, se queste sono comminate per reati, esse sono incluse nel certificato penale.

Le ammende per divieto di sosta non sono considerate sanzioni penali e pertanto non vengono incluse in tale certificato.

Ultimo aggiornamento: 13/08/2019

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