Mediation is at varying stages of development in Member States. There are some Member States with comprehensive legislation or procedural rules on mediation. In others, legislative bodies have shown little interest in regulating mediation. However, there are Member States with a solid mediation culture, which rely mostly on self-regulation.
More and more disputes are being brought to court. As a result, this has meant not only longer waiting periods for disputes to be resolved, but it has also pushed up legal costs to such levels that they can often be disproportionate to the value of the dispute.
Mediation is in most cases faster and, therefore, usually cheaper than ordinary court proceedings. This is especially true in countries where the court system has substantial backlogs and the average court proceeding takes several years.
This is why, despite the diversity in areas and methods of mediation throughout the European Union, there is an increasing interest for in this means of resolving disputes as an alternative to judicial decisions.
Please select the relevant country's flag to obtain detailed national information.
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Per risolvere una controversia è possibile ricorrere alla mediazione anziché agire in giudizio? La mediazione è un metodo di risoluzione alternativa delle controversie nell'ambito del quale un mediatore assiste le parti nella ricerca di una soluzione della definizione della lite. Il governo del Belgio e gli operatori di giustizia considerano la mediazione uno strumento particolarmente valido.
La Commissione federale di mediazione.
Sebbene essa non esegua mediazioni, la Commissione federale regolamenta la professione e aggiorna un elenco di mediatori abilitati.
La segreteria della Commissione fornisce informazioni in olandese e in francese. Essa può essere contattata via e-mail e al seguente indirizzo:
SPF Justice Commission fédérale de médiation Rue de la Loi, 34 1040 Bruxelles Tel: (+32) 2 224 99 01 Fax: (+32) 2 224 99 07La Commissione federale di mediazione garantisce (grazie al riconoscimento dei mediatori) la qualità e lo sviluppo della mediazione.
L'elenco dei mediatori è disponibile in olandese e in francese.
La mediazione è ammissibile in:
Il settore della mediazione più frequente è il diritto civile, più in particolare le cause di diritto di famiglia.
Il ricorso alla mediazione è una scelta volontaria delle parti, e non è sottoposta a sanzioni in caso di fallimento.
Secondo le recenti disposizioni sul diritto di famiglia, il giudice è tenuto a informare le parti della possibilità di una mediazione.
Esiste un "Codice di comportamento" dei mediatori, disponibile in olandese e in francese.
Sul sito Web sono disponibili numerose informazioni, in olandese e in francese, e vi sono informazioni sui vari aspetti della mediazione (svolgimento della mediazione, costi, indirizzi,…).
L'aspetto professionale
Questa parte del sito Web dà informazioni sui criteri di riconoscimento e le condizioni di formazione dei mediatori.
La Commissione federale della mediazione ha regolamentato la formazione dei mediatori, ma la formazione viene assicurata dal settore privato.
Comprende una parte comune di 60 ore che vengono ripartite in almeno 25 ore di formazione teorica e almeno 25 ore di formazione pratica.
Oltre a tale parte comune, vi sono programmi particolari per ciascun tipo di mediazione (almeno 30 ore ripartite liberamente tra i tempi di formazione teorica e pratica).
Vi sono programmi particolari di mediazione nei settori del diritto di famiglia, diritto civile, commerciale e sociale.
I criteri per il riconoscimento
I criteri di formazione/la formazione permanente
Formazione di base
Formazione permanente
Il Codice di buona condotta
La Gestione delle denunce
La mediazione non è gratuita. Gli onorari del mediatore costituiscono l'oggetto di un accordo tra il mediatore privato e le parti. La legge non prevede alcunché al riguardo. Generalmente, ciascuna parte paga la metà degli onorari.
È possibile per una parte ottenere una sovvenzione per pagare gli onorari di un mediatore nel caso in cui non disponga di un reddito modesto e a condizione che il mediatore sia riconosciuto.
Secondo la Direttiva europea 2008/52/CE, dev'essere possibile chiedere l'esecuzione forzata di un accordo scritto che risulta da una mediazione. Gli Stati membri comunicano quali tribunali o altre autorità siano competenti a ricevere tali domande. Il Belgio non ha ancora comunicato tale informazione.
Tuttavia, in base agli articoli 1733 e 1736 del codice giudiziario è possibile far omologare l'accordo di mediazione da parte di un giudice che renda tale accordo autentico ed esecutivo. Per quanto riguarda la forma, l’accordo viene equiparato a una sentenza.
Esiste un'alternativa all'omologazione. Infatti è possibile far trascrivere l'accordo di mediazione in un atto notarile presso un notaio. Pertanto l'accordo è altresì autentico ed esecutivo senza aver fatto ricorso a un giudice. Tale opzione è possibile solo nel caso in cui tutte le parti siano d'accordo.
La versione di questa pagina nella lingua nazionale è affidata allo Stato membro interessato. Le traduzioni sono effettuate a cura della Commissione europea. È possibile che eventuali modifiche introdotte nell'originale dallo Stato membro non siano state ancora riportate nelle traduzioni. La Commissione europea declina qualsiasi responsabilità per le informazioni e i dati contenuti nel documento e quelli a cui esso rimanda. Per le norme sul diritto d'autore dello Stato membro responsabile di questa pagina, si veda l'avviso legale.
Anziché adire le vie legali, per non provare a risolvere la controversia ricorrendo alla mediazione? Si tratta di una misura di risoluzione stragiudiziale delle controversie, nell'ambito della quale il mediatore aiuta le parti a trovare un accordo. Le autorità amministrative e gli operatori della giustizia in Bulgaria sono consapevoli dei vantaggi della mediazione.
Il ministero bulgaro della Giustizia ha istituito un registro dei mediatori nell'ambito del registro centrale degli organismi professionali senza fini di lucro che offrono servizi di pubblica utilità.
Il sito web del ministero della Giustizia consente l'accesso a:
La mediazione è ammissibile in alcuni ambiti del diritto. Allo stesso tempo, tali ambiti non sono regolamentati né limitati dalla legislazione. Finora la maggior parte dei mediatori registrati è specializzata nella mediazione commerciale e nella mediazione fra imprese.
La mediazione è puramente facoltativa. Sebbene offra un modo alternativo per risolvere le controversie senza adire le vie legali, la mediazione non è una condicio sine qua non all'avvio di un'azione dinanzi al giudice.
I mediatori non sono tenuti al rispetto di uno specifico codice deontologico. Nel contempo, la legge sulla mediazione e il regolamento n. 2 del 15 marzo 2007, che stabilisce le condizioni e le modalità per il riconoscimento degli organismi per la formazione dei mediatori, contengono disposizioni in materia di deontologia.
Gli organismi che erogano formazioni per mediatori appartengono al settore privato.
Fra gli argomenti trattati nell'ambito dei seminari figurano i procedimenti giudiziari e le norme deontologiche per i mediatori nonché la procedura disciplinata dalla legge sulla mediazione e il regolamento n. 2 del 15 marzo 2007.
La mediazione non è gratuita; il compenso è determinato di comune accordo fra il mediatore e le parti interessate.
Conformemente alla direttiva 2008/52/CE (promozione e facilitazione della mediazione in quanto forma alternativa di composizione amichevole delle controversie transfrontaliere nell'UE), deve essere possibile chiedere che il contenuto di un accordo scritto risultante da una mediazione sia reso esecutivo.
Le disposizioni della direttiva 2008/52/CE relative al carattere esecutivo degli accordi risultanti da una mediazione sono state recepite nella legge sulla mediazione.
Gli Stati membri ne informano gli organi giurisdizionali e le altre autorità competenti per ricevere tali domande.
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Per risolvere una controversia è possibile ricorrere alla mediazione anziché agire in giudizio.
Si tratta di una forma di risoluzione alternativa delle controversie in cui un mediatore aiuta le parti a raggiungere un accordo. Il ricorso alla mediazione permette di risolvere una controversia risparmiando tempo (rispetto ai tempi di un procedimento giudiziario) e spesso anche denaro (rispetto ai costi di un procedimento giudiziario).
Il servizio per la libertà vigilata e la mediazione nella Repubblica ceca (Probační a mediační služby ČR) è l'organo centrale responsabile in materia di mediazione come modo per raggiungere un accordo in relazione alle conseguenze di un reato tra l'autore e la vittima di tale reato. Questo servizio dipende dal ministero della Giustizia ceco.
Per quanto riguarda la mediazione in ambito non penale, ci si può rivolgere ad uno dei mediatori che offrono tale servizio. Le informazioni sui mediatori della Repubblica ceca si trovano su diverse pagine internet cui si accede effettuando una ricerca con la parola chiave "mediazione" ("mediace").
L'elenco dei mediatori è, per esempio, disponibile sulle pagine internet del sito dell'Associazione dei mediatori della Repubblica ceca, dell'ordine forense ceco e dell'Unione per le procedure di arbitrato e mediazione della Repubblica ceca. I dati relativi al servizio per la libertà vigilata e la mediazione nella Repubblica ceca (Probační a mediační služby ČR), che svolge la propria attività presso i tribunali distrettuali competenti, si trovano sulle pagine internet del sito di tale servizio.
L'elenco dei mediatori registrati ai sensi della legge n. 202/2012 sulla mediazione, che è aggiornato dal ministero della Giustizia ceco, può essere consultato qui.
Svolgono attività di mediazione anche altre organizzazioni non governative (ONG) e altri enti.
La mediazione è ammissibile in tutti i settori del diritto, tranne che nei casi specificamente esclusi dalla legge. È previsto il ricorso alla mediazione nell'ambito del diritto di famiglia, del diritto commerciale e del diritto penale. Conformemente al codice di procedura civile, il presidente del tribunale, qualora lo ritenga opportuno, può ordinare alle parti un incontro iniziale con un mediatore della durata di tre ore. In tali casi il procedimento viene sospeso per un periodo massimo di tre mesi.
Sì, la mediazione è disciplinata dalla legge n. 202/2012 sulla mediazione e, in ambito penale, dalla legge n. 257/2000 sul servizio per la libertà vigilata e la mediazione nella Repubblica ceca (Probační a mediační služby ČR).
I mediatori registrati che svolgono le proprie attività in conformità della legge n. 202/2012 sulla mediazione devono superare un esame professionale dinanzi a una commissione nominata dal ministero della Giustizia della Repubblica ceca. I mediatori che svolgono le proprie attività presso il servizio per la libertà vigilata e la mediazione nella Repubblica ceca, in conformità della legge n. 257/2000 sul servizio per la libertà vigilata e la mediazione, devono superare un esame di abilitazione.
La formazione dei mediatori che esercitano la propria attività in ambito penale è assicurata dal servizio per la libertà vigilata e la mediazione nella Repubblica ceca mentre la formazione alla mediazione in ambito non penale è offerta da una serie di organizzazioni e istituti di formazione.
La mediazione offerta dal servizio per la libertà vigilata e la mediazione nella Repubblica ceca è gratuita in quanto le spese sono sostenute dallo Stato.
Nei casi in cui un giudice sospende un procedimento e ordina alle parti un incontro iniziale con un mediatore della durata di tre ore, tali ore sono pagate in base a quanto stabilito dalla legislazione vigente (400 CZK per ogni ora iniziata) e la spesa viene sostenuta in parti uguali dalle parti (nei casi in cui le parti sono esentate dal pagamento delle spese giudiziarie, lo Stato sostiene le spese della mediazione). Se la mediazione si protrae al di là di tali ore, le spese vengono ripartite in parti uguali tra le parti fino all'importo concordato tra le parti e il mediatore.
La direttiva 2008/52/CE permette alle parti di chiedere che il contenuto di un accordo scritto risultante da una mediazione sia reso esecutivo. L'accordo raggiunto dalle parti in un procedimento civile può essere sottoposto al giudice per l'approvazione nell'ambito di un procedimento successivo. Il pubblico ministero e il giudice possono tener conto dell'esito di una mediazione in ambito penale svolta dal servizio per la libertà vigilata e la mediazione nella Repubblica ceca quando deliberano sul caso in questione.
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In Danimarca è possibile ricorrere privatamente ai servizi di un mediatore. La mediazione privata non è disciplinata dalla legge e le relative spese devono essere sostenute dalle parti. Inoltre, la legge prevede il ricorso alla mediazione nelle cause civili dinanzi a un tribunale distrettuale, a un tribunale regionale o al tribunale marittimo e del commercio, nonché il ricorso alla risoluzione delle controversie nelle cause penali (cfr. oltre).
La mediazione nelle cause civili
Il capo 27 della legge in materia di amministrazione della giustizia (retsplejeloven) definisce le norme relative alla mediazione giudiziaria nelle cause civili presso i byretterne (tribunali distrettuali), l’Østre Landsret (tribunale regionale della Danimarca orientale) o il Vestre Landsret (tribunale regionale della Danimarca occidentale) e il Sø- og Handelsretten (tribunale marittimo e del commercio).
Il tribunale può nominare, a richiesta delle parti, un mediatore giudiziario che le assista nella composizione della controversia (mediazione giudiziaria).
L'obiettivo della procedura è fornire ai soggetti parte di una causa l'opportunità, qualora lo desiderino, di tentare di risolvere la controversia in un modo alternativo, diverso dalla tradizionale procedura di conciliazione giudiziaria, basata sulle norme della legge attualmente in vigore, o dalla decisione di un giudice. La mediazione giudiziaria può rappresentare un'opportunità per comporre la controversia ed è considerata un’alternativa più soddisfacente per entrambe le parti: infatti, la composizione derivante dalla mediazione può accordare alle parti una maggiore influenza sull’andamento della vicenda e consente di tenere conto di interessi ed esigenze non immediate delle parti medesime, anche in una prospettiva futura.
A fungere da mediatore può essere un giudice o un funzionario del tribunale competente, nominato per agire in qualità di mediatore, o un avvocato che sia stato approvato dal Domstolstyrelsen (amministrazione degli organi giudiziari danesi) per agire in qualità di mediatore nel distretto di un tribunale regionale di competenza.
Il mediatore determina lo svolgimento della procedura insieme alle parti. Il mediatore può incontrarsi con le parti anche singolarmente, previa autorizzazione di queste ultime.
Ogni parte sostiene i propri costi per la mediazione giudiziaria, salvo diverso accordo.
Qualora la mediazione conduca a una composizione della controversia, potrà essere redatto un documento formale, al quale potrà far seguito l'archiviazione della causa.
Ai sensi dell'articolo 478, paragrafi 1 e 2, del Lov om Rettens Pleje - Retsplejeloven (legge in materia di amministrazione della giustizia), l'esecuzione forzata può avvenire sulla base di un accordo di conciliazione raggiunto di fronte a un tribunale o altra autorità per le cui decisioni la legge preveda l'esecuzione forzata.
Ai sensi dell'articolo 478, paragrafi 1 e 4, l'esecuzione può inoltre avvenire sulla base di un accordo di conciliazione stragiudiziale, avente forma scritta e relativo a obbligazioni debitorie rimaste inadempiute, qualora l’accordo indichi esplicitamente di avere valore esecutivo.
Il Lov om Rettens Pleje - Retsplejeloven è reperibile sul sito Internet Retsinformation (informazioni sulle leggi).
La mediazione nelle cause penali
La legge n. 467, del 12 giugno 2009, relativa ai collegi per la risoluzione dei conflitti in connessione con le fattispecie di reato, entrata in vigore il 1° gennaio 2010, introduce un sistema nazionale permanente per la risoluzione dei conflitti nelle cause penali.
Il commissario di ogni distretto di polizia riunisce un collegio per la risoluzione dei conflitti, nell'ambito del quale la vittima e l'autore del reato, alla presenza di un mediatore neutrale, possono incontrarsi successivamente al reato stesso.
La mediazione nell'ambito di un collegio può avere luogo solo se le parti vi acconsentono. I minori di 18 anni, tuttavia, possono partecipare solo previa autorizzazione del tutore legale. La mediazione nell'ambito di un collegio di questo tipo può avvenire solo previa ammissione di colpa da parte dell'autore del reato.
Il mediatore stabilisce la posizione del collegio previa consultazione con le parti. Durante la risoluzione del conflitto il mediatore assiste le parti nella discussione in merito al reato e può aiutarle nella formulazione di un eventuale accordo che desiderino concludere.
La mediazione nell'ambito di un collegio non sostituisce la pena o qualsiasi altra conseguenza legale del reato.
La legge in materia di collegi per la risoluzione dei conflitti in connessione con le fattispecie di reato è reperibile sul sito Internet Retsinformation (informazioni sulle leggi).
Chi è possibile contattare?
Nelle cause civili è possibile rivolgersi al giudice competente a conoscere della controversia. L’indirizzo, il numero di telefono e altre informazioni di contatto del tribunale in questione si possono reperire sul sito Internet del Domstolsstyrelsen (amministrazione degli organi giudiziari).
Nelle cause penali è possibile rivolgersi al distretto di polizia che esamina il caso. L’indirizzo, il numero di telefono e altre informazioni di contatto del distretto di polizia in questione si possono reperire sul sito Internet della Polizia di Stato danese.
In quali settori è ammissibile e/o più comune il ricorso alla mediazione?
Vedi sopra.
Esistono disposizioni specifiche in materia?
Vedi sopra.
Informazione e formazione
Vedi sopra.
Quanto costa la mediazione?
Vedi sopra.
L’accordo raggiunto in sede di mediazione è esecutivo?
Vedi sopra.
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Per risolvere una controversia è possibile ricorrere alla mediazione anziché agire in giudizio. La mediazione è un modo di risoluzione alternativa delle controversie (Alternative Dispute Resolution - ADR) nell’ambito del quale un mediatore assiste le parti nella ricerca di una soluzione per la definizione della lite.
Sono molte le organizzazioni che forniscono servizi di mediazione. Le più importanti sono:
Queste associazioni professionali assistono le parti che intendono avvalersi di un mediatore nella ricerca di un mediatore adatto.
In linea generale, la mediazione è permessa ogniqualvolta le parti siano autorizzate a ricorrere a metodi di risoluzione stragiudiziale delle controversie e di altre questioni. Gli ambiti in cui è più comune il ricorso alla mediazione sono il diritto di famiglia, il diritto di successione e il diritto commerciale.
Il 26 luglio 2012 è entrata in vigore in Germania la legge sulla mediazione (Mediationsgesetz - articolo 1 della legge sulla promozione della mediazione e di altri metodi stragiudiziali di risoluzione delle controversie, Gesetz zur Förderung der Mediation und anderer Verfahren der außergerichtlichen Konfliktbeilegung, del 21 luglio 2012), pubblicata nella Bundesgesetzblatt I¸ p. 1577. Essa ha disciplinato legislativamente per la prima volta la mediazione in Germania. Questa legge recepisce inoltre la direttiva europea sulla mediazione (direttiva 2008/52/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 21 maggio 2008, relativa a determinati aspetti della mediazione in materia civile e commerciale, GU L 136 del 24.5.2008, pag. 3). L’ambito di applicazione della legge sulla mediazione tedesca va oltre i requisiti della direttiva europea. Quest’ultima si applica solo alle controversie civili e commerciali transnazionali, mentre la legge sulla mediazione tedesca comprende tutte le forme di mediazione attuate in Germania, indipendentemente dal tipo di controversia e dal luogo di domicilio delle parti.
La legge sulla mediazione tedesca stabilisce solo principi generali visto che i mediatori e le parti interessate devono godere di un margine di manovra significativo durante il processo di mediazione. La legge definisce in primo luogo il concetto di “mediazione” e di “mediatore”, al fine di distinguere la mediazione da altre forme di risoluzione dei conflitti. Ai sensi di questa legge, la mediazione è un procedimento strutturato nel quale le parti, con l’aiuto di uno o più mediatori, cercano di giungere volontariamente e sotto la propria responsabilità a una composizione della controversia. I mediatori sono soggetti indipendenti e imparziali, privi del potere di decisione, che orientano le parti nel corso della mediazione. La legge sulla mediazione non istituisce un codice processuale sulla mediazione, ma fissa una serie di obbligazioni in materia di pubblicità e di limitazioni all’esercizio dell’attività per proteggere l’indipendenza e l’imparzialità del mediatore. Inoltre la legislazione obbliga formalmente i mediatori a mantenere l’obbligo di riservatezza nei confronti dei clienti.
La legge introduce nei codici processuali (ad esempio nel codice di procedura civile) vari incentivi volti a promuovere la risoluzione amichevole dei conflitti. In tal modo quando le parti esercitano un’azione dinanzi a un tribunale civile esse devono indicare se hanno già esperito un tentativo di risoluzione stragiudiziale della controversia, ad esempio mediante la mediazione, o se secondo loro ostano a tal fine particolari ragioni. Il tribunale può proporre alle parti una mediazione o un altro procedimento stragiudiziale di risoluzione della controversia e, nel caso in cui le parti accettino detta proposta, può decidere la sospensione dell’azione. Attualmente non è previsto un sostegno finanziario per la mediazione. A norma dell'articolo 278, comma 5, del codice di procedura civile, per l'udienza di conciliazione e per altri tentativi di conciliazione, il giudice può rinviare le parti davanti a un giudice appositamente nominato e senza competenza a decidere (giudice della conciliazione). Il giudice della conciliazione può ricorrere a tutti i metodi di risoluzione dei conflitti, inclusa la mediazione.
Con la relazione del 20 luglio 2017 il governo federale ha assolto l'obbligo legale di presentare una relazione al Bundestag sull’impatto della legge sulla mediazione cinque anni dopo la sua entrata in vigore. La relazione è consultabile qui. Essa mostra che in Germania il ricorso alla mediazione come strumento di risoluzione dei conflitti è ancora inferiore a quanto sarebbe auspicabile. Dalla relazione non emerge la necessità immediata di misure legislative. Tuttavia, sulla base delle conclusioni della relazione, il governo federale esaminerà le modalità per migliorare la realizzazione dell'obiettivo di promuovere la mediazione, perseguito con la legge sulla mediazione.
Informazioni generali possono essere reperite sul sito web del ministero federale della Giustizia (Bundesministeriums der Justiz).
Non esiste un profilo professionale del mediatore. Analogamente, l’accesso alla professione non è limitato. Il mediatore deve assicurare sotto la propria responsabilità, tramite un’adeguata formazione e l’aggiornamento professionale, di disporre delle conoscenze ed esperienza necessarie per poter orientare con sicurezza le parti durante la mediazione. La legislazione tedesca determina le conoscenze, le competenze e i metodi che una formazione adeguata deve normalmente permettere di acquisire. Chiunque soddisfi queste condizioni può esercitare la professione di mediatore. Non sono necessari un’età minima né una formazione con diploma di laurea.
Qualora desiderino una garanzia relativamente a una formazione di qualità e a un'esperienza sufficiente del mediatore, le parti possono ricorrere a una figura "certificata". A tal fine il ministero federale della Giustizia si è avvalso della facoltà di emettere regolamenti, adottando il "Regolamento sulla formazione e l'aggiornamento dei mediatori certificati" (Verordnung über die Aus- und Fortbildung von zertifizierten Mediatoren), in cui stabilisce disposizioni più dettagliate sulla formazione e l'aggiornamento dei mediatori certificati come pure sulle istituzioni che offrono formazioni e aggiornamenti.
Sino ad oggi non è previsto nessun procedimento formale.
La formazione alla professione di mediatore è fornita da associazioni, organizzazioni, università, imprese e da singole persone fisiche.
La mediazione è un servizio a pagamento. L’onorario del mediatore è soggetto a un accordo stipulato tra quest’ultimo e le parti interessate.
Non esiste una norma che disciplina le tariffe del servizio di mediazione, né vi sono statistiche sulle spese ad esso correlate. Si considera realistico un costo orario compreso tra 80 e 250 euro.
In linea di massima, un accordo frutto di una mediazione può essere dichiarato eseguibile attraverso l’intervento di un avvocato (transazione) o di un notaio (atto notarile pubblico dall'articolo 796a fino all'articolo 796c, articolo 794, comma 1, punto 5, del Codice di procedura civile).
Associazione federale dei mediatori familiari (Bundesverband Mediation e.V.)
Associazione federale per la mediazione (Bundesverband Mediation e.V.)
Centro per la mediazione (Centrale für Mediation GmbH & Co. KG)
La versione di questa pagina nella lingua nazionale è affidata allo Stato membro interessato. Le traduzioni sono effettuate a cura della Commissione europea. È possibile che eventuali modifiche introdotte nell'originale dallo Stato membro non siano state ancora riportate nelle traduzioni. La Commissione europea declina qualsiasi responsabilità per le informazioni e i dati contenuti nel documento e quelli a cui esso rimanda. Per le norme sul diritto d'autore dello Stato membro responsabile di questa pagina, si veda l'avviso legale.
Anziché agire in giudizio, è possibile risolvere una controversia ricorrendo alla mediazione, un metodo di risoluzione alternativa delle controversie nell'ambito del quale un mediatore assiste le parti nella ricerca di un accordo. Il governo e gli operatori della giustizia considerano la mediazione uno strumento particolarmente efficace.
La conciliazione si riferisce alle attività di un conciliatore o di un organo di conciliazione nelle cause civili. La conciliazione è regolamentata da un'apposita legge. La legge sulla conciliazione è stata redatta con l'intento di recepire nel diritto nazionale la direttiva 2008/52/CE relativa a determinati aspetti della mediazione in materia civile e commerciale.
Secondo questa legge, il ruolo di conciliatore può essere assunto da qualsiasi persona fisica chiamata dalle parti. Anche gli avvocati e i notai possono agire nelle vesti di conciliatori, come pure gli enti pubblici centrali e periferici.
Sul sito Internet della Camera dei notai è pubblicato l'elenco dei notai.
Sul sito Internet dell'Ordine degli avvocati estone è pubblicato l'elenco degli avvocati che offrono servizi di conciliazione.
È possibile contattare le seguenti organizzazioni non governative:
Il comitato per il diritto d'autore, istituito presso il ministero della Giustizia, è un organo di conciliazione ai sensi dell'articolo 19 della legge sulla conciliazione. Il comitato si occupa delle domande riguardanti le misure da applicare per permettere la libera utilizzazione, in certi casi, di un'opera protetta dal diritto d'autore o di materie protette da diritti connessi.
La legge sulla risoluzione delle controversie collettive di lavoro riconosce alle parti il diritto di ricorrere al conciliatore pubblico nei casi di dispute sui termini e sulle condizioni dei contratti collettivi di lavoro. Il conciliatore pubblico è un esperto imparziale che aiuta le parti coinvolte in una controversia di lavoro a raggiungere un compromesso. Il conciliatore pubblico per le controversie collettive di lavoro è Meelis Virkebau - e-mail: meelis.virkebau@riikliklepitaja.ee. Per ulteriori informazioni consultare il sito Internet del conciliatore pubblico.
In alcuni casi la funzione di mediatore può essere svolta dal Cancelliere della giustizia. Benché la legge sul Cancelliere della giustizia non contempli il concetto di "mediatore" (ombudsman), tale Cancelliere svolge anche le funzioni di mediatore, controllando se gli enti pubblici rispettano i diritti e le libertà fondamentali dei cittadini e i principi di buona condotta amministrativa e monitorando le amministrazioni locali, le persone giuridiche di diritto pubblico e i soggetti privati nell'espletamento delle funzioni pubbliche. Dal 2011 il Cancelliere della giustizia svolge il ruolo di mediatore anche a favore dei minori, ai sensi dell'articolo 4 della Convenzione sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza, e il ruolo di conciliatore nelle controversie in materia di discriminazione. Per ulteriori informazioni consultare il sito Internet del Cancelliere della giustizia.
In genere, la procedura di conciliazione prevista dalla legge in materia può essere applicata per risolvere tutti i tipi di controversie civili il cui contenuto può essere oggetto di conciliazione. Esiste una procedura di conciliazione nelle cause civili, in cui la controversia riguarda un rapporto di diritto privato ed è soggetta al giudizio di un giudice regionale. Anche se non sono stati prodotti dati statistici comparativi, il ricorso alla mediazione è più probabile nelle controversie civili di diritto di famiglia.
Il Cancelliere della giustizia risolve le controversie in materia di discriminazione, laddove un soggetto dichiari di aver subito un trattamento discriminatorio per motivi di sesso, razza, nazionalità (origine etnica), colore della pelle, lingua, paese di origine, religione, credo politico o di altra natura, status sociale ed economico, età, inabilità, orientamento sessuale o altre caratteristiche contemplate dalla legge. I mediatori possono anche agire nei casi di violazione dei diritti fondamentali.
Il conciliatore pubblico interviene per risolvere le controversie collettive di lavoro.
In genere, secondo quanto previsto dalla normativa estone, il ricorso alla mediazione è facoltativo. Le norme che regolano la conciliazione e le condizioni di esecuzione degli accordi di conciliazione sono stabilite nella legge sulla conciliazione.
Il codice di procedura civile estone contiene una norma speciale che prevede la conciliazione a opera del giudice in situazioni in cui un genitore violi un provvedimento relativo al diritto di visita del figlio. Ai sensi dell'articolo 563 del codice, su istanza di uno dei genitori il giudice può chiamare entrambi i genitori a comparire dinanzi ad esso al fine di risolvere la controversia mediante accordo. Il giudice invita i genitori a comparire personalmente e li informa delle eventuali conseguenze giuridiche (pena pecuniaria o detentiva) della mancata comparizione.
Il codice di procedura civile stabilisce inoltre che, qualora lo ritenga necessario per la risoluzione del caso, alla luce dei fatti esaminati e del procedimento avviato il giudice può imporre alle parti di partecipare a una procedura di conciliazione, secondo quanto previsto dalla legge sulla conciliazione.
Le norme procedurali dell'organo di conciliazione dell'Associazione estone delle società di assicurazione sono reperibili sul sito Internet dell'Associazione.
La legge sul Cancelliere della giustizia disciplina lo svolgimento della procedura di conciliazione dinanzi a tale Cancelliere. La risoluzione delle controversie collettive di lavoro è regolamentata da un'apposita legge (legge sulla risoluzione delle controversie collettive di lavoro) che specifica le attività del conciliatore pubblico, nonché i diritti e i doveri delle parti coinvolte nella procedura di conciliazione.
Le caratteristiche specifiche della procedura di conciliazione condotta dal comitato per il diritto d'autore sono definite nella legge sul diritto d'autore.
Le informazioni sui conciliatori che agiscono ai sensi della legge sulla conciliazione, compresi i notai e gli avvocati, sono reperibili sui siti Internet di tutte le figure professionali che svolgono il ruolo di conciliatori. Sul sito Internet della Camera dei notai è pubblicato l'elenco dei notai. Sul sito Internet dell'Ordine degli avvocati estone è pubblicato l'elenco degli avvocati che offrono servizi di conciliazione.
Informazioni sulle attività del Cancelliere della giustizia in veste di mediatore a favore dei minori sono reperibili sul sito Internet del Cancelliere della giustizia. Tale sito fornisce altresì informazioni sulla conciliazione nelle controversie in materia di discriminazione.
Informazioni sulle attività del conciliatore pubblico in veste di conciliatore sono reperibili sul sito Internet del conciliatore pubblico.
La formazione ai mediatori è fornita privatamente (ad esempio, dall'Associazione dei mediatori). Non esiste alcuna norma specifica sulla formazione dei mediatori.
Secondo quanto previsto dalla legge in materia la conciliazione non è gratuita; il costo di questa procedura è concordato tra il mediatore e le parti interessate.
Nei casi in cui un organo giurisdizionale abbia proposto che le parti di un procedimento si rivolgano a un conciliatore o abbia ordinato loro di seguire la procedura di conciliazione prevista dalla legge sulla conciliazione, qualsiasi parte che non sia in grado di sostenere le spese della procedura di conciliazione o possa sostenerle solo in parte o mediante pagamento rateale può chiedere, a titolo di patrocinio a spese dello Stato, di essere parzialmente o totalmente esonerata dalle spese del procedimento di conciliazione a spese della Repubblica di Estonia.
Se il servizio di conciliazione viene offerto dal Cancelliere della giustizia non è previsto alcun onorario. Tuttavia è possibile che la procedura di conciliazione comporti il pagamento di costi aggiuntivi. Il Cancelliere della giustizia deciderà chi dovrà sostenerli.
Anche la risoluzione delle controversie collettive di lavoro da parte del conciliatore pubblico è gratuita. Eventuali costi derivanti da questa procedura graveranno sulla parte giudicata colpevole o saranno divisi tra le parti sulla base di un accordo.
L'amministrazione aggiudicatrice dell'Associazione estone delle società di assicurazione applica una tassa amministrativa massima di 50 EUR, mentre il conciliatore in materia di assicurazioni riscuote un onorario di 160 EUR. Con i contributi della previdenza sociale e dell'assicurazione contro la disoccupazione, l'importo finale è pari a 214,08 EUR. Tuttavia se la conciliazione non è raggiunta l'importo dell'onorario è dimezzato.
Ai sensi della legge sulla conciliazione, l'accordo raggiunto in seguito a una procedura di conciliazione diventa esecutivo solo dopo l'avvio di un procedimento specifico richiesto che ne determini l'esecutorietà (articoli § 6271 o § 6272 del codice di procedura civile). Conformemente alla legge sul rogito, un notaio può anche dichiarare esecutivo un accordo di conciliazione concluso da un notaio o da un avvocato. Le norme speciali che regolano l'esecutività degli accordi sulla procedura di contatto con un minore sono stabilite nell'articolo 563 del codice di procedura civile.
Qualsiasi accordo raggiunto in seguito a una procedura di conciliazione approvata dal Cancelliere della giustizia è esecutivo.
L'accordo per la risoluzione di una controversia collettiva di lavoro raggiunto mediante il conciliatore pubblico vincola entrambe le parti ed è valido a decorrere dalla data della sua sottoscrizione, salvo il caso in cui venga concordato un termine diverso per la sua esecutività. Tuttavia questo tipo di accordo non costituisce un titolo esecutivo.
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La legge sulla mediazione del 2017 è entrata in vigore il 1° gennaio 2018. La legge contiene disposizioni per un quadro normativo globale al fine di promuovere la risoluzione delle controversie attraverso la mediazione come alternativa ai procedimenti giudiziari. L'obiettivo alla base della legge è la promozione della mediazione in quanto alternativa praticabile, efficace ed efficiente ai procedimenti giudiziari, per contenere le spese legali, accelerare la risoluzione delle controversie e ridurre lo stress e l'astiosità che spesso accompagnano i procedimenti giudiziari.
La legge:
L'ambito di applicazione della legge comprende tutti i procedimenti civili che possono essere incardinati davanti a un organo giudiziario, ad eccezione di alcuni casi previsti all'articolo 3.
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Per risolvere una controversia è possibile ricorrere alla mediazione anziché agire in giudizio. La mediazione è un metodo di risoluzione delle controversie alternativo nell'ambito del quale un mediatore assiste le parti nella ricerca di un accordo. Il governo e gli operatori di giustizia della Grecia considerano la mediazione uno strumento particolarmente valido.
In Grecia le istituzioni di seguito indicate forniscono servizi di mediazione.
Il procedimento di mediazione può riguardare le controversie civili e commerciali di carattere nazionale o transfrontaliero, esistenti o future, purché le parti interessate siano autorizzate a risolvere la controversia in conformità delle disposizioni di diritto sostanziale.
Inoltre le seguenti controversie di natura privata sono soggette al procedimento di mediazione, in assenza del quale l'azione in giustizia non avrà corso:
a) controversie derivanti dal rapporto di proprietà tra i proprietari di piani o appartamenti, controversie derivanti dalla gestione di proprietà verticali semplici e complesse, controversie tra i gestori di proprietà orizzontali e verticali e i proprietari di piani, appartamenti e proprietà verticali, nonché le controversie rientranti nell'ambito normativo degli articoli da 1003 a 1031 del codice civile;
b) controversie concernenti domande di risarcimento di ogni tipo per danni ad automobili, tra i beneficiari del risarcimento o i loro successori e i responsabili per il risarcimento o i loro successori, nonché controversie nel quadro di un contratto di assicurazione tra la compagnia assicurativa e il titolare della polizza o i suoi successori, salvo che l'evento all'origine del danno abbia causato morte o lesioni fisiche;
c) controversie relative ai compensi di cui all'articolo 22A del codice di procedura civile;
d) controversie familiari, salvo quelle previste all'articolo 592, comma 1, lettere a), b) e c), del codice di procedura civile;
e) controversie concernenti domande di risarcimento proposte da un paziente o dai suoi congiunti nei confronti di un medico nell'esercizio della sua professione;
f) controversie derivanti dalla violazione di marchi, brevetti, disegni o modelli industriali;
g) controversie derivanti da contratti di borsa.
– Il ricorso alla mediazione per le controversie previste dalla legge 4640/2019 è ammesso nei seguenti casi:
– Il giudice investito di una controversia di carattere privato che può essere oggetto di mediazione può, in qualsiasi fase del procedimento, ove opportuno e a sua esclusiva discrezione, tenuto conto di tutte le circostanze del caso, invitare le parti a ricorrere al procedimento di mediazione per risolvere la controversia. Se le parti concordano, il relativo accordo scritto è inserito nel verbale del procedimento giudiziario. In tal caso, il giudice è tenuto a disporre il rinvio dell'udienza di un periodo non inferiore a tre mesi e non superiore a sei, senza tener conto dei periodi di sospensione. Lo stesso vale per gli altri casi di ricorso alla mediazione quando la causa è pendente. Se una o entrambe le parti compaiono dinanzi al giudice rappresentate da un avvocato, il mandato di quest'ultimo include anche l'accordo concernente il ricorso alla mediazione.
– Il ricorso alla mediazione in una controversia di diritto privato non osta all'adozione di provvedimenti cautelari, in conformità delle disposizioni del codice di procedura civile. Il giudice che dispone il provvedimento cautelare può, ai sensi dell'articolo 693, comma 1, del codice di procedura civile, fissare un termine non inferiore a tre mesi per la proposizione dell'azione nel procedimento principale.
Il pubblico ministero presso il tribunale di primo grado (Eisangeleas Protodikon), nell'esercizio delle sue competenze ai sensi dell'articolo 25, comma 4, lettera a), della legge 1756/1988 (Gazzetta ufficiale, serie I, n. 35, 1988), può raccomandare alle parti di ricorrere al procedimento di mediazione, ove possibile.
– L'accordo delle parti in merito al ricorso al procedimento di mediazione è disciplinato dalle disposizioni di diritto sostanziale in materia contrattuale e deve indicare l'oggetto del procedimento.
– Nel procedimento di mediazione le parti compaiono unitamente ai loro rappresentanti legali, ad eccezione delle controversie dei consumatori e delle controversie di modesta entità, in cui le parti possono comparire personalmente. Al procedimento può partecipare anche un terzo, se necessario e con il consenso delle parti e del mediatore.
– Il mediatore è nominato dalle parti o da un terzo scelto da tutte le parti, ivi compresi i centri di mediazione. Il mediatore è uno, salvo che le parti pattuiscano per iscritto di designare più mediatori.
– La data, l'ora, il luogo e le altre modalità procedurali della mediazione sono stabiliti dal mediatore di concerto con le parti. Se entrambe le parti e il mediatore non possono comparire fisicamente nello stesso luogo e nello stesso momento, la mediazione può essere svolta in videoconferenza mediante un computer o un altro sistema di videoconferenza accessibile alle altre parti della controversia.
– Nell'esercizio delle sue funzioni, il mediatore può comunicare con ciascuna delle parti e incontrarle separatamente o congiuntamente. Il mediatore non può comunicare a una parte le informazioni ottenute durante una riunione con l'altra parte senza il consenso di quest'ultima.
– In linea di principio, il procedimento di mediazione è riservato, non è oggetto di registrazione ed è condotto in modo tale da garantirne la riservatezza, salvo che le parti pattuiscano diversamente. Prima dell'inizio del procedimento di mediazione, tutte le parti coinvolte si impegnano per iscritto a rispettarne la riservatezza. Lo stesso obbligo si impone ai terzi coinvolti nel procedimento. Se lo desiderano, le parti possono impegnarsi per iscritto a mantenere riservato il contenuto dell'accordo eventualmente raggiunto nel corso della mediazione, salvo che la sua comunicazione sia necessaria ai fini della sua esecuzione, a norma dell'articolo 8, comma 4, o per motivi di ordine pubblico.
– Ove la controversia sia sottoposta a un giudice o a un arbitro, il mediatore, le parti e i loro rappresentanti legali nonché chiunque abbia preso parte, a qualsiasi titolo, al procedimento di mediazione non sono sentiti in qualità di testimoni e non possono fornire informazioni derivanti dal procedimento di mediazione o ad esso connesse e, in particolare, non possono fare riferimento alle discussioni, alle dichiarazioni e alle proposte delle parti, nonché alle opinioni del mediatore, salvo nei casi in cui ciò sia necessario per motivi di ordine pubblico, principalmente al fine di garantire la tutela dei minori o di evitare un danno all'integrità fisica o alla salute mentale di una persona.
– Nell'esercizio delle sue funzioni, il mediatore è civilmente responsabile soltanto in caso di condotta dolosa.
L'unico metodo ADR che può essere considerato applicabile in Grecia è l'arbitrato.
Ai sensi dell'articolo 99 e segg. del codice fallimentare greco, una persona fisica o giuridica può domandare al giudice fallimentare (ptocheftiko dikastirio) la nomina di un mediatore nell'ambito di una procedura di conciliazione.
Il giudice fallimentare valuta la fondatezza della domanda e può nominare un mediatore che figura in un elenco di esperti. Il mediatore ha il compito di utilizzare tutti i mezzi adeguati per raggiungere un accordo tra il debitore e la maggioranza (definita dalla legge) dei creditori, al fine di garantire la sopravvivenza dell'impresa del debitore.
Il mediatore può chiedere agli enti creditizi o agli istituti finanziari informazioni concernenti l'attività economica del debitore che possano essere utili ai fini del successo del procedimento di mediazione.
Se non è possibile raggiungere un accordo, il mediatore ne informa senza indugio il presidente dell'organo giurisdizionale, il quale avvia il procedimento fallimentare dinanzi al giudice fallimentare. In tale momento il compito del mediatore si conclude.
Il Comitato centrale di mediazione è competente per qualsiasi questione relativa all'applicazione dell'istituto della mediazione.
Il Comitato centrale di mediazione può, a sua discrezione, istituire sottocomitati per la rapida risoluzione e l'esame delle questioni derivanti dall'applicazione della legge 4640/2019. Detti sottocomitati sono composti da membri del Comitato centrale di mediazione; non vi sono restrizioni quanto alla partecipazione di un membro a più sottocomitati. I sottocomitati sono espressamente autorizzati dal Comitato centrale di mediazione a pronunciarsi definitivamente sulle questioni ad essi sottoposte, salvo nei casi in cui la legge 4640/2019 prevede specificamente che la competenza spetti all'assemblea plenaria del Comitato centrale di mediazione.
In ogni caso, il Comitato centrale di mediazione comprende quattro sottocomitati, incaricati con un mandato di due anni e delle competenze di seguito indicate:
Un erogatore di formazione per mediatori ("erogatore") che esercita con un'autorizzazione concessa in base a una decisione speciale motivata del Comitato centrale di mediazione è:
Un erogatore di formazione per mediatori ("erogatore") che esercita con un'autorizzazione concessa in base a una decisione speciale motivata del Comitato centrale di mediazione è:
A. una persona giuridica di diritto privato istituita da:
Nei casi di cui alle lettere a) e b), è possibile istituire un partenariato con un erogatore di formazione straniero rinomato e internazionalmente riconosciuto, esperto nella formazione in mediazione e, più in generale, nella formazione relativa a metodi alternativi di risoluzione delle controversie o alla conduzione della mediazione;
B. il Centro per l'istruzione e l'apprendimento lungo tutto l'arco della vita (KEDIVIM) di un istituto di istruzione superiore la cui offerta formativa sia pertinente e la cui gestione sia disciplinata esclusivamente dalle disposizioni vigenti in materia, a condizione che siano rispettate tutte le condizioni previste dalla legge 4640/2019 per quanto concerne le qualifiche dei formatori in mediazione e il numero minimo di formatori e tirocinanti;
C. una persona fisica o una persona giuridica costituita conformemente al diritto vigente in Grecia o in un altro Stato membro, il cui scopo principale sia l'erogazione di formazione in mediazione e in forme alternative di risoluzione delle controversie.
Al termine del procedimento di mediazione, il verbale di mediazione è firmato dal mediatore, dalle parti e dai loro rappresentanti legali. Se la mediazione fallisce, il verbale può essere firmato soltanto dal mediatore. In qualsiasi momento, ciascuna parte può depositare il verbale di accordo presso la cancelleria del giudice competente, per materia e per territorio, a conoscere della causa o dinanzi al quale la causa è pendente. A seguito del deposito del verbale di mediazione presso il giudice, un'azione concernente la stessa controversia diviene irricevibile nella misura in cui il suo oggetto è coperto dall'accordo tra le parti e qualsiasi procedimento pendente si estingue.
Una volta depositato nella cancelleria del giudice competente, il verbale di mediazione costituisce titolo esecutivo a norma dell'articolo 904, comma 2, lettera c), del codice di procedura civile, purché l'accordo possa essere oggetto di esecuzione forzata. La copia ufficiale è rilasciata gratuitamente dal giudice o dal presidente dell'organo giurisdizionale competente.
Se l'accordo contenuto nel verbale di mediazione contiene anche disposizioni relative ad atti giuridici che, per legge, devono assumere la forma di atti notarili, tali atti dovranno essere compiuti dinanzi a un notaio, ove necessario. In tal caso si applicano le disposizioni che disciplinano la redazione degli atti notarili e la loro trascrizione.
A seguito del deposito del verbale di mediazione presso la cancelleria del giudice competente, il verbale può essere utilizzato come titolo per iscrivere o cancellare un'ipoteca, conformemente all'articolo 293, comma 1, lettera c), del codice di procedura civile.
La comunicazione scritta dal mediatore alle parti in merito alla convocazione della prima riunione obbligatoria o all'accordo sul ricorso volontario al procedimento di mediazione, di cui all'articolo 5, sospende i termini di prescrizione e di decadenza per la proposizione di domande e l'esercizio di diritti, se i relativi periodi hanno già iniziato a decorrere, ai sensi delle disposizioni di diritto sostanziale, nonché i termini processuali di cui agli articoli 237 e 238 del codice di procedura civile, per tutto il periodo di durata del procedimento di mediazione.
Fatte salve le disposizioni di cui agli articoli 261, 262 e 263 del codice civile, i termini di prescrizione e decadenza per la proposizione di domande e l'esercizio di diritti ai sensi delle disposizioni di diritto sostanziale ricominciano a decorrere il giorno successivo alla redazione del verbale concernente il mancato raggiungimento di un accordo, il giorno successivo a quello in cui la dichiarazione di rinuncia di una delle parti al procedimento di mediazione è notificata all'altra parte e al mediatore, oppure il giorno successivo a quello in cui il procedimento di mediazione è stato completato o si è altrimenti concluso.
Ordine degli avvocati di Atene
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Uno dei fenomeni che caratterizzano l'amministrazione della giustizia in Spagna negli ultimi anni è l'aumento del numero di controversie, che si ripercuote sul buon funzionamento della stessa.
Per questo motivo, si cercano metodi di risoluzione alternativa delle controversie, più efficaci di quelli offerti dal modello attuale.
La mediazione è uno di tali metodi, insieme con l'arbitrato e la conciliazione.
Consultare le informazioni su come trovare un mediatore in Spagna.
La Legge 5/2012, del 6 luglio relativa alla mediazione in materia civile e commerciale, recepisce nel diritto spagnolo la direttiva 2008/52/CE del Parlamento europeo e del Consiglio del 21 maggio 2008. Questa legge fissa un quadro minimo per l'esercizio della mediazione, fatte salve le disposizioni approvate dalle Comunità autonome.
La mediazione è molto frequente nei processi di lavoro. In alcuni casi è obbligatorio fare ricorso alla mediazione prima di adire il tribunale. Le controversie collettive sono abitualmente oggetto di mediazione, ma in alcune Comunità autonome si comincia a farvi ricorso anche per le controversie individuali.
Le Comunità autonome si avvalgono di organismi di mediazione incaricati di trattare specificatamente le questioni legate al lavoro. A livello statale, il Servizio interconfederale di mediazione e Arbitrato (Servicio Interconfederal de Mediación y Arbitraje, SIMA) offre un servizio gratuito di mediazione per le controversie che esulano dalla sfera di competenza degli organi delle Comunità autonome.
La legge 36/2011, che disciplina la giurisdizione sociale, introduce un'autentica novità nello stabilire, come regola generale, che ogni domanda deve essere accompagnata dal certificato attestante il preventivo tentativo di conciliazione o mediazione dinnanzi al servizio di mediazione, arbitrato e conciliazione (SMAC) o dinnanzi a enti che offrono queste funzioni ai sensi di un accordo collettivo, sebbene l'articolo seguente elenchi i procedimenti che sono esenti da questo requisito.
La legge 36/ 2011 non solo introduce espressamente il riferimento alla mediazione relativamente alla conciliazione processuale, ma anche una volta che il procedimento giudiziario è pendente.
La legge 5/2012, relativa alla mediazione in materia civile e commerciale, prevede la possibilità di informare le parti nell'udienza preliminare della possibilità di fare ricorso alla mediazione per trovare una soluzione alla controversia. Nel decidere sulla controversia anche il tribunale potrà invitare le parti a procedere alla mediazione al fine di trovare un accordo che ponga fine al procedimento giudiziario e il giudice può concedere alle parti la possibilità di chiedere la sospensione del processo per fare ricorso alla mediazione o all'arbitrato.
La legge 5/2012 ha previsto un cambio importante in questo settore del diritto, in quanto introduce con la legge sul processo civile un riferimento espresso alla mediazione quale uno dei modi extragiudiziali di porre fine al processo.
Nell'ordinamento giuridico spagnolo è il settore del diritto di famiglia quello in cui il procedimento di mediazione è più strutturato e raggiunge il massimo sviluppo.
A livello statale la legge 15/ 2005, ha contributo a un importante progresso considerando la mediazione alla stregua di un ricorso volontario alternativo di risoluzione delle controversia e proclamando la libertà come uno dei valori più importanti dell'ordinamento giuridico spagnolo; questa legge dispone che le parti in ogni fase processuale possono chiedere al giudice di sospendere il processo per ricorrere alla mediazione familiare e cercare di raggiungere una soluzione consensuale relativa all'oggetto della controversia.
Inoltre il codice di procedura civile prevede la possibilità che le parti, di comune accordo, possono chiedere la sospensione del processo per sottoporre l'oggetto della controversia alla mediazione, ma non dispone che il giudice sospenda il processo dall'inizio per replicare alle parti una sessione informativa né che esso consigli questa sospensione iniziale.
I servizi di mediazione familiare offerti nelle diverse Comunità autonome sono molto eterogenei e anche nella stessa Comunità possono variare da una città all'altra. In alcune Comunità autonome è la Comunità stessa ad offrire il servizio (ad esempio in Catalogna), mentre in altre servizi di mediazione familiari sono forniti dai comuni.
Il Consiglio generale del potere giudiziario [Consejo General del Poder Judicial] sostiene e sovrintende alle iniziative di mediazione promosse nei diversi tribunali spagnoli, con l'assistenza delle Comunità autonome, delle università, dei comuni e delle associazioni.
La finalità della mediazione in materia penale è, da un lato, il reinserimento dell'imputato e, dall'altro, il risarcimento della vittima.
Nella giustizia minorile (da 14 a 18 anni) la mediazione è espressamente disciplinata come mezzo per conseguire la rieducazione del minore. In questo ambito la mediazione è condotta da gruppi di sostegno della Procura minorile (Fiscalía de Menores), ma può anche essere svolta da organismi delle Comunità autonome e da altri enti, come le associazioni.
Per quanto riguarda gli adulti la mediazione non è disciplinata, sebbene nella pratica vi si faccia ricorso in alcune province sulla base della disciplina penale e processuale penale, che permette la conformità e la riduzione della pena in caso di risarcimento del danno, come previsto anche dalle norme internazionali applicabili.
In genere la mediazione si svolge in relazione a illeciti meno gravi, come le infrazioni, anche se, nelle circostanze opportune, è possibile farvi ricorso nei processi per reati più gravi.
Per quanto riguarda la violenza di genere, la Legge organica 1/2004 recante Misure di protezione integrale contro la violenza di genere, proibisce espressamente la mediazione quando si tratti di un caso di violenza di genere. Ciononostante i difensori della mediazione in questo settore del diritto penale sono sempre più numerosi e diventa quindi opportuno valutare la situazione concreta per verificare o meno la convenienza della mediazione. In tal senso il Consiglio generale del potere giudiziario (Consejo General del Poder Judicial) in una nota informativa sulla violenza di genere in ambito familiare del 2001 evidenziava la convenienza di rimettere alla competenza della giurisdizione civile le infrazioni lievi o i reati in materia di violenza domestica.
Il Consiglio generale del potere giudiziario sostiene e controlla le iniziative in materia di mediazione che sono svolte dai giudici penali locali (Juzgados de Instrucción), dalle corti penali (Juzgados de lo Penal) e dalle corti provinciali (Audiencias Provinciales en España). Sino ad ora le esperienze più importanti da un punto di vista quantitativo hanno avuto luogo in Catalogna e nei Paesi Baschi.
La Legge sulla giurisdizione contenziosa amministrativa non prevede espressamente la possibilità di ricorrere a modi alternativi di composizione delle controversie, anche se non li proibisce.
Questa legge prevede la possibilità che il controllo della legalità dell'attività amministrativa sia effettuata con altri mezzi diversi da quelli giudiziari al fine di evitare la proliferazione dei ricorsi non necessari e fornire metodi poco costosi e rapidi di risoluzione dei numerosi conflitti.
Il portale dell'amministrazione della giustizia contiene informazioni sugli organi giudiziari che prestano servizio di mediazione nel corso delle controversie in materia civile, commerciale, penale, di diritto di famiglia e di diritto del lavoro nonché sui diversi servizi di mediazione estera giudiziale che sono offerti dalle varie associazioni professionali.
In generale la mediazione è svolta da un terzo imparziale tenuto a garantire la riservatezza.
Le parti, con l'assistenza dei loro avvocati, possono decidere di ricorrere alla mediazione e comunicarlo al tribunale, oppure possono essere contattate dal tribunale se si ritiene che la questione possa essere oggetto di mediazione.
In ambito penale di norma si contatta innanzi tutto l'imputato e, se quest'ultimo acconsente, si contatta la vittima per tentare la mediazione.
La legge 5/2012 sulla mediazione nelle cause civili e commerciali, stabilisce che il mediatore deve essere in possesso del titolo ufficiale universitario o di formazione professionale superiore e avere una formazione specifica all'esercizio della mediazione, che è conseguita mediante la partecipazione a uno o vari corsi specifici impartiti dalle situazioni debitamente accreditate, che saranno valide per l'esercizio dell'attività di mediazione in qualsiasi parte del territorio nazionale.
Alcune Comunità autonome, mediante leggi e regolamenti di applicazione menzionano la formazione necessarie per svolgere la mediazione familiare. In generale si richiede al mediatore un titolo di studio universitario, almeno di livello medio, e una formazione specifica in materia di mediazione tramite corsi essenzialmente pratici di durata compresa tra 100 e 300 ore.
La formazione specifica materia di mediazione di norma è offerta dalle università e dagli ordini professionali, per esempio quelli degli psicologi degli avvocati.
In generale la mediazione promossa dal tribunale è gratuita.
In materia di lavoro, i servizi delle Comunità autonome e del SIMA sono gratuiti.
In materia di famiglia, i servizi offerti dagli enti che collaborano con i tribunali in genere sono gratuiti. In Catalogna le spese del processo di mediazione sono regolamentate per le persone che non beneficiano del patrocinio a spese dello Stato.
In ambito penale, la mediazione offerta dagli organismi pubblici è gratuita.
Al di là della mediazione promosso dal tribunale, le parti sono libere di rivolgersi a un mediatore e di corrispondere generare liberamente concordati. Per quanto riguarda il costo della mediazione, la Legge 5/2012, stabilisce espressamente, indipendentemente dal fatto che la mediazione si sia o meno conclusa con un accordo, che il costo sarà diviso equamente tra le parti, salvo diversamente pattuito.
Al fine di incoraggiare la composizione delle controversie facendo ricorso a mezzi extragiudiziari, la Legge 10/2012 che disciplina talune spese in materia di amministrazione della giustizia e dell'Istituto nazionale di Tossicologia di Scienze forensi stabilisce una restituzione di una parte della tassa quando la composizione extra giudiziale della controversia consente che vengano risparmiate talune spese della prestazione dei servizi.
La Legge 5/ 2012 stabilisce che le parti potranno registrare con forma pubblica l'accordo raggiunto in sede di mediazione.
Quando l'accordo di mediazione debba essere eseguito in un altro stato, oltre alla registrazione in forma pubblica sarà necessario il compimento di altre formalità che nel caso di specie potranno essere previsti dalle convenzioni internazionali firmate dalla Spagna e dalle norme dell'Unione europea.
Quando l'accordo di mediazione raggiunto nel corso di una mediazione iniziata durante la pendenza di un processo, le parti potranno chiedere al tribunale l'omologazione dell'accordo conformemente con le disposizioni contenute nel codice di procedura civile.
La possibilità di dare esecuzione a un accordo di mediazione dipende dal grado di disponibilità nella materia oggetto dell'accordo di mediazione.
SERVIZIO INTERCONFEDERALE DI MEDIAZIONE E DI ARBITRATO DI SPAGNA
La versione di questa pagina nella lingua nazionale è affidata allo Stato membro interessato. Le traduzioni sono effettuate a cura della Commissione europea. È possibile che eventuali modifiche introdotte nell'originale dallo Stato membro non siano state ancora riportate nelle traduzioni. La Commissione europea declina qualsiasi responsabilità per le informazioni e i dati contenuti nel documento e quelli a cui esso rimanda. Per le norme sul diritto d'autore dello Stato membro responsabile di questa pagina, si veda l'avviso legale.
Invece di intentare una causa, perché non risolvere una controversia attraverso la mediazione? Si tratta di una forma alternativa di risoluzione delle controversie, in cui un difensore civico assiste le parti nel raggiungimento di un accordo. In Francia, il governo e i professionisti sono consapevoli dei vantaggi della mediazione e il ricorso ai difensori civici è fortemente incoraggiato dal legislatore.
In Francia non esiste un'autorità centrale o statale responsabile della regolamentazione della professione di difensore civico.
Non è disponibile un sito web ufficiale e nazionale relativo alla mediazione, ma una rubrica dedicata alla mediazione è pubblicata sul sito www.justice.fr. e sul sito del servizio pubblico di difensore civico per le imprese o sul sito service-public.fr per la mediazione amministrativa.
Ogni corte d'appello pubblica gli elenchi dei difensori civici in materia civile, sociale e commerciale, istituiti dall'articolo 8 della legge n. 2016-1547 del 18 novembre 2016 sulla modernizzazione della giustizia nel XXI secolo, che sono destinati principalmente a informare i giudici e possono essere comunicati ai cittadini ricorrenti con qualsiasi mezzo. Tali elenchi possono essere consultati sul sito internet delle corti d'appello interessate.
Le parti possono ricorrere alla mediazione in tutti i settori del diritto, ad eccezione di quelli che rientrano nell'ambito dell'"ordine pubblico di direzione". Non sarà quindi possibile avvalersi della mediazione per aggirare norme imperative in materia di matrimonio o di divorzio.
La mediazione è praticata in vari settori, ad esempio:
La mediazione civile è stata introdotta nel diritto francese dalla legge n. 95-125 dell'8 febbraio 1995 sull'organizzazione dei tribunali e della procedura civile, penale e amministrativa.
L'ordinanza n. 2011-1540 del 16 novembre 2011 ha proceduto alla trasposizione della direttiva 2008/52/CE che istituisce un quadro per favorire la risoluzione amichevole delle controversie ad opera delle parti mediante l'aiuto di un terzo, il difensore civico, estendendone l'applicazione non solo alle mediazioni transfrontaliere, ma anche a quelle interne, salvo eccezioni per le controversie in materia di diritto del lavoro e di diritto amministrativo.
L'ordinanza del 16 novembre 2011 ha altresì modificato la legge dell'8 febbraio 1995, al fine di stabilire un quadro generale per la mediazione. Essa ha fornito una definizione del concetto di mediazione, ha specificato le qualità che il difensore civico deve possedere e ha ricordato il principio di riservatezza della mediazione, essenziale per il successo del processo.
Dal 2010 il difensore civico per le imprese, nominato con decreto del Presidente della Repubblica e facente capo al ministro dell'Economia, delle finanze e della ripresa, offre un servizio di mediazione gratuita e riservata a portatori di interessi pubblici e privati, partecipando all'obiettivo di interesse pubblico di elaborare metodi alternativi per la risoluzione delle controversie. È possibile appellarsi al difensore civico nelle controversie tra imprese, nell'esecuzione di un contratto o in qualsiasi altra situazione di conflitto, oppure nel caso di controversie in materia di appalti pubblici o controversie con amministrazioni statali, enti pubblici o autorità locali.
Infine, il codice di giustizia amministrativa comprende una sezione dedicata alla mediazione amministrativa richiesta dalle parti o dal giudice (cfr. articolo L. 213-1 e segg.).
La mediazione può avvenire su iniziativa delle parti e può aver luogo senza adire un giudice.
In ogni caso, le parti che si sono rivolte a un giudice affinché si pronunci sulla loro controversia possono comunque, se sono d'accordo, ricorrere a un mezzo amichevole per risolverla, rivolgendosi a un difensore civico.
Nel momento in cui viene introdotta un'azione dinanzi a un organo giurisdizionale, "il giudice adito può, con il previo consenso delle parti, nominare una terza persona affinché le ascolti e confronti i rispettivi punti di vista per trovare una soluzione alla controversia che le contrappone" (articolo 131-1 del codice di procedura civile).
In ambito familiare, il giudice può inoltre imporre alle parti, nel settore ben delimitato della determinazione dell'esercizio della potestà genitoriale o delle misure provvisorie in materia di divorzio, di partecipare a un incontro informativo sulla mediazione, che è gratuito per le parti e che non può costituire oggetto di alcuna sanzione particolare (articoli 255 e 373-2-10 del codice civile).
La legge n. 2019-222 del 23 marzo 2019 sulla programmazione 2018-2022 e la riforma della giustizia ha introdotto la mediazione post-sentenza nell'articolo 373-2-10 del codice civile:
"In caso di disaccordo, il giudice cercherà di riconciliare le parti.
Al fine di facilitare la ricerca da parte dei genitori di un esercizio consensuale della potestà, il giudice può proporre loro una misura di mediazione, tranne nel caso di presunte violenze da parte di uno dei genitori nei confronti dell'altro genitore o nei confronti del minore, e, dopo aver ottenuto il loro accordo, nominare un difensore civico familiare per provvedere in tal senso, anche nella decisione che delibera in via definitiva sui termini e le condizioni di esercizio della potestà genitoriale.
Inoltre, tranne nel caso di presunte violenze da parte di uno dei genitori nei confronti dell'altro genitore o nei confronti del minore, può ingiungere loro di incontrarsi con un difensore civico familiare che li informerà dello scopo e dello svolgimento di tale misura".
Il giudice può anche proporre una mediazione in materia amministrativa: "Il giudice può anche proporre una mediazione in materia amministrativa: "quando un tribunale amministrativo o un corte amministrativa d'appello esamina una controversia, il presidente del collegio giudicante può, con il consenso delle parti, disporre la mediazione per tentare di raggiungere un accordo tra di esse" (articolo L. 213-1 del codice di giustizia amministrativa). Le stesse norme si applicano dinanzi al Consiglio di Stato, organo giurisdizionale supremo dell'ordine amministrativo (articolo L. 114-1 del codice di giustizia amministrativa).
Nel momento in cui viene introdotta un'azione dinanzi a un organo giurisdizionale e le parti non hanno acconsentito alla mediazione, "il giudice può ingiungere loro di incontrare, entro un termine stabilito dal giudico, un difensore civico incaricato di informarle dell'oggetto e dello svolgimento di una misura di mediazione" (articolo 127-1 del codice di procedura civile).
Recenti sviluppi legislativi hanno introdotto nel diritto francese il ricorso obbligatorio alla mediazione in determinate circostanze.
L'articolo 7 della legge n. 2016-1547 del 18 novembre 2016 sulla modernizzazione della giustizia nel XX secolo ha introdotto, in via sperimentale, un tentativo di mediazione familiare preventiva obbligatoria in undici giurisdizioni. Il termine di tale sperimentazione, inizialmente previsto per la fine del 2019, è stato prorogato fino al 31 dicembre 2020 e successivamente fino al 31 dicembre 2022.
Le persone che desiderano far modificare una decisione del giudice competente in materia di diritto di famiglia o una disposizione di un accordo omologato dal tribunale devono, pena l'inammissibilità, effettuare un tentativo di mediazione familiare prima di tornare in tribunale.
Le domande interessate sono quelle relative a:
Il tentativo di mediazione familiare preventivo non è richiesto nei casi di:
La legge n. 2019-222 del 23 marzo 2019 sulla programmazione 2018-2022 e la riforma della giustizia ha introdotto il ricorso obbligatorio a una delle forme alternative di risoluzione delle controversie, tra cui la mediazione, quando la domanda comporti il pagamento di una somma non superiore a 5000 EUR in relazione a una controversia di vicinato o riguardi un problema di vicinato inconsueto. In questo caso, il rinvio al tribunale, pena l'inammissibilità che il giudice può pronunciare d'ufficio, deve essere preceduto, a discrezione delle parti, da un tentativo di conciliazione condotto da un conciliatore giudiziario, un tentativo di mediazione o un tentativo di procedura partecipativa, salvo quattro casi previsti dalla legge:
Le controversie dinanzi al giudice amministrativo possono essere oggetto di una mediazione preventiva obbligatoria, gratuita e presso un difensore civico designato per ciascun tipo di controversia. Attualmente la mediazione preventiva obbligatoria è prevista per le controversie relative alle decisioni dell'agenzia nazionale per l'impiego (Pôle emploi) e per talune decisioni riguardanti determinati funzionari pubblici (cfr. decreto n. 2022-433 del 25 marzo 2022 relativo alla procedura di mediazione preventiva obbligatoria applicabile a talune controversie in materia di funzione pubblica e a talune controversie sociali).
Ai sensi dell'articolo 41-1 del codice di procedura penale, qualora risulti che tale misura è idonea a garantire il risarcimento del danno causato alla vittima, a rimuovere il danno derivante dal reato o a contribuire alla riabilitazione dell'autore del reato, il pubblico ministero, prima di pronunciarsi sul procedimento pubblico, direttamente o tramite un difensore civico del pubblico ministero, può organizzare una mediazione tra l'autore e la vittima, su richiesta della vittima o con il suo accordo.
La mediazione penale consente alla vittima e all'autore del reato di partecipare attivamente alla risoluzione delle questioni derivanti dal reato e di riparare qualsiasi tipo di danno causato dal reato. Tale processo è svolto da un difensore civico penale nominato dal pubblico ministero e deve consentire alla vittima di esprimersi liberamente, di mettere in relazione i fatti e di far conoscere le proprie aspettative in merito al danno subito e al risarcimento richiesto. Tramite il confronto diretto con la vittima, l'autore del reato deve acquisire consapevolezza delle proprie azioni e delle relative conseguenze, onde evitare che perpetri nuovamente i medesimi reati.
Se la misura di mediazione penale non è eseguita a causa del comportamento dell'autore del reato, il pubblico ministero può avviare il procedimento, a meno che non emergano nuove prove. A partire dalla legge n. 2020-936 del 30 luglio 2020, volta a proteggere le vittime di violenza domestica, la mediazione penale è vietata nei casi di violenza commessa all'interno di una coppia ai sensi dell'articolo 132-80 del codice penale.
Il "codice deontologico" nazionale dei difensori civici è quello adottato dall'UE.
Anche i difensori civici per le imprese basano il loro intervento su principi di azione pubblici.
I servizi di mediazione familiare "convenzionati", ovvero che beneficiano di finanziamenti pubblici erogati dalle casse per gli assegni familiari, dall'istituto di previdenza sociale del settore agricolo o dal ministero della giustizia, si impegnano a rispettare determinati standard relativi al funzionamento e alla qualità dei servizi, che sono stabiliti in un quadro di riferimento nazionale.
Una carta etica per i difensori civici nelle controversie amministrative è stata adottata nel 2017 per la mediazione amministrativa.
Infine, il decreto n. 2017-1457 del 9 ottobre 2017 relativo all'elenco dei difensori civici presso la corte d'appello ha precisato le condizioni di iscrizione a tali elenchi, che fissano i requisiti seguenti:
Attualmente, il diritto positivo francese non prevede alcuna formazione particolare per esercitare la professione di difensore civico.
Esiste un diploma di Stato di difensore civico familiare (DEMF). Il conseguimento di tale diploma non costituisce un requisito obbligatorio per praticare la professione, tuttavia è richiesto per lavorare in un servizio di mediazione familiare convenzionato.
In materia penale, le persone fisiche e le associazioni debitamente dichiarate sono autorizzate a svolgere funzioni di mediazione negli ambiti di competenza dei tribunali e delle corti d'appello secondo le procedure di cui all'articolo R. 15-33-30 del codice di procedura penale. I difensori civici ricevono un minimo di 35 ore di formazione iniziale e una formazione continua per il resto della loro vita lavorativa.
La mediazione giudiziaria o stragiudiziale non è gratuita per le persone che ricorrono a siffatta modalità alternativa di soluzione delle controversie.
La mediazione è gratuita quando si ricorre a una delle numerose mediazioni di servizi pubblici o quando è disposta in materia penale. Lo stesso vale quando costituisce un presupposto obbligatorio per un ricorso dinanzi al giudice amministrativo.
Il compenso del difensore civico può rientrare nel patrocinio a spese dello Stato, come previsto dagli articoli 118-9 e seguenti del decreto n. 91-1266 del 19 dicembre 1991. Tuttavia non può superare 256 EUR per una parte o 512 EUR per tutte le parti.
In materia di mediazione giudiziaria, esso è fissato dal magistrato preposto alla tassazione dopo l'esecuzione dell'incarico e dietro presentazione di una memoria o di una nota spese (articolo 119 del decreto n. 91-1266 del 19 dicembre 1991). Il giudice fissa l'importo del deposito e del compenso (articoli 131-6 e 131-13 del codice di procedura civile). In assenza di tariffe definite espressamente dalla legge, il costo unitario delle prestazioni di mediazione familiare è dunque variabile.
I servizi che ricevono un finanziamento pubblico si impegnano a rispettare un tariffario per i contributi versati dalle famiglie. A seconda del reddito, il contributo finanziario a carico alle parti, per sessione di mediazione e per persona, varia tra 2 e 131 EUR.
Una volta che le parti hanno raggiunto un accordo, questo diviene vincolante per le stesse come qualsiasi altro contratto.
Se le parti lo desiderano, l'accordo può essere reso esecutivo sottoponendolo all'approvazione del giudice competente (cfr. articolo 1565 del codice di procedura civile; articolo L. 213-4 del codice di giustizia amministrativa), oppure, ai sensi della legge del 22 dicembre 2021, dalla cancelleria del tribunale sulla base dell'atto di avvocato.
Se la mediazione si inserisce in una procedura giudiziaria, l'articolo 131-12 del codice di procedura civile prevede che il giudice adito proceda all'omologazione, su istanza delle parti, dell'accordo che esse gli sottopongono.
L'articolo L111-3 1° del codice delle procedure civili di esecuzione prevede che costituiscano titoli esecutivi gli accordi frutto della mediazione giudiziaria o stragiudiziale cui le giurisdizioni giudiziarie o amministrative conferiscono forza esecutiva.
Per quanto riguarda la mediazione penale, l'articolo 41-1 5° del codice di procedura penale prevede che, qualora l'autore del reato si sia impegnato a risarcire il danno alla vittima, quest'ultima può, alla luce del pertinente verbale, chiedere il risarcimento del danno in linea con la procedura di ingiunzione di pagamento, secondo le modalità previste dal codice di procedura civile.
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Il governo della Repubblica di Croazia, per il tramite del ministero della Giustizia, sostiene fortemente (sul piano legislativo, finanziario e tecnico) lo sviluppo e la promozione della mediazione ed è diventato uno dei soggetti rilevanti nella strategia della riforma giudiziaria.
La mediazione è ammessa in tutte le giurisdizioni ordinarie e speciali di primo e secondo grado (tribunali municipali, di contea e commerciali e l'Alta Corte commerciale), in tutte le fasi dei procedimenti e, quindi, per la durata dei procedimenti di appello. La mediazione è condotta esclusivamente da un giudice dell'organo giurisdizionale interessato che è in possesso di una formazione specifica nel campo della mediazione ed è iscritto nell'elenco dei giudici mediatori stilato dal presidente dell'organo giurisdizionale sulla base di un'attribuzione annuale degli incarichi. Un giudice mediatore non può mai condurre una mediazione in un procedimento nel quale riveste il ruolo di giudice.
Per molti anni la mediazione extragiudiziale è stata condotta con ottimi risultati dai centri di mediazione istituiti presso la Camera croata dell'economia, la Camera croata del commercio e dell'artigianato, l'Associazione croata dei datori di lavoro, l'Associazione croata di mediazione, l'Ordine degli avvocati croati, l'Ufficio croato per le assicurazioni e l'Ufficio per il partenariato sociale del governo della Repubblica di Croazia. La mediazione può essere condotta anche da mediatori scelti al di fuori dei centri citati.
Ai sensi della legge sulla mediazione, pubblicata nella Narodne novine (Gazzetta ufficiale della Repubblica di Croazia, di seguito "NN") n. 18/11, e delle norme sul registro dei mediatori e sui requisiti per l'accreditamento degli enti di mediazione e dei mediatori (NN n. 59/11), il ministero della Giustizia ha il compito di tenere il registro dei mediatori.
Il ministero della Giustizia ha istituito e nominato la Commissione per la risoluzione alternativa delle controversie; ne fanno parte rappresentanti degli organi giurisdizionali, dell'Ufficio del pubblico ministero, dell'Ufficio per il partenariato sociale del governo della Repubblica di Croazia, della Camera croata dell'economia, dell'Associazione croata dei datori di lavoro, della Camera croata del commercio e dell'artigianato e del ministero della Giustizia.
La Commissione ha il compito di vigilare sull'andamento della risoluzione alternativa di controversie e sull'attuazione dei programmi esistenti e di proporre misure volte a promuovere l'elaborazione di modalità alternative per la risoluzione delle controversie. Inoltre, la Commissione ha il compito di esprimere pareri e fornire risposte a domande che rientrano nel suo ambito di competenza.
Nella riunione della Commissione per la risoluzione alternativa delle controversie del 26 novembre 2009 è stato adottato un codice etico per i mediatori.
La mediazione, in quanto strumento per la risoluzione di controversie, è stata disciplinata per la prima volta da una norma speciale, la legge sulla mediazione (NN n.163/03, entrata in vigore il 24 ottobre 2003), che ha integrato alcuni dei principi guida contenuti nella raccomandazione del Consiglio d'Europa relativa alla mediazione in materia civile e commerciale e il cosiddetto libro verde relativo ai modi alternativi di risoluzione delle controversie in materia civile e commerciale dell'Unione europea. La legge sulla mediazione è stata modificata nel 2009 e, all'inizio del 2011, è stata approvata una nuova legge sulla mediazione (NN n. 18/11), che è entrata pienamente in vigore alla data di adesione della Repubblica di Croazia all'Unione europea.
Accanto alla legge sulla mediazione, che è il testo legislativo più importante, sono in vigore altre leggi che disciplinano parzialmente questa materia, nonché regolamenti di attuazione che assicurano l'applicazione della legge.
Il procedimento di mediazione inizia con la presentazione di una proposta di una delle parti di una controversia e la sua accettazione da parte della controparte, oppure con la presentazione di una proposta comune di entrambe le parti per una risoluzione amichevole della controversia o con la presentazione di una proposta di un terzo (ad esempio il giudice di un procedimento giudiziario).
I mediatori sono persone singole ovvero più persone che conducono la mediazione sulla base di un accordo tra le parti. I mediatori devono avere una formazione specifica (le competenze e le abilità di un mediatore sono tra gli elementi essenziali di una mediazione efficace) e seguono una formazione professionale continua. L'Accademia giudiziaria svolge un ruolo essenziale ai fini dell'organizzazione e della conduzione di corsi di formazione per mediatori.
La mediazione deve essere condotta nelle modalità concordate dalle parti e il mediatore deve garantire la parità e l'equità di trattamento delle parti. Nel corso della mediazione il mediatore può incontrare ciascuna parte separatamente e, se non diversamente concordato dalle parti, può rivelare a una parte le informazioni e i dati ottenuti dalla controparte soltanto previa autorizzazione. Può inoltre partecipare alla redazione dell'accordo e formulare raccomandazioni sui suoi contenuti.
L'accordo concluso tramite la mediazione è vincolante per le parti che lo hanno sottoscritto. Se le parti hanno assunto determinati obblighi in virtù dell'accordo, devono adempierli tempestivamente. L'accordo concluso tramite la mediazione ha valore di titolo esecutivo se prevede l'obbligo di esecuzione, sul quale le parti possono trovare un compromesso, e se contiene una disposizione che autorizza l'applicazione diretta dell'accordo (clausola di esecutività).
Salvo diversamente concordato, ciascuna parte sopporta le proprie spese, ma entrambe le parti devono sostenere le spese della mediazione in parti uguali ovvero conformemente a una legge speciale o alle regole degli enti di mediazione.
Secondo la maggioranza degli esperti in questo settore, la mediazione consente di risolvere qualsiasi controversia relativa a diritti di cui le parti possono liberamente disporre; pertanto le parti in causa dovrebbero essere incoraggiate quasi sempre a risolvere le controversie in via amichevole. La mediazione è particolarmente adatta per le controversie tra imprese (controversie commerciali) e per quelle transfrontaliere (quando una delle parti ha il domicilio o risiede abitualmente in uno Stato membro dell'UE) in materia civile e commerciale. A tale riguardo va rilevato che le controversie transfrontaliere non comprendono i procedimenti amministrativi o i procedimenti relativi a dazi o imposte, né le controversie concernenti la responsabilità dello Stato per atti o omissioni nell'esercizio del suo potere.
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Anziché agire in giudizio, è possibile risolvere una controversia ricorrendo alla mediazione, un metodo di risoluzione alternativa delle controversie nell'ambito del quale un mediatore assiste le parti nella ricerca di un accordo. Il governo e gli operatori della giustizia considerano la mediazione uno strumento particolarmente efficace.
Il decreto legislativo 28/2010 ha introdotto in Italia la disciplina della mediazione civile e commerciale per risolvere in via stragiudiziale le controversie relative a diritti disponibili.
L’attività di mediazione è gestita da organismi di mediazione, cioè da soggetti pubblici o privati iscritti presso un registro degli organismi di mediazione vigilato dal Ministero della Giustizia.
Nel sito web del Ministero della Giustizia è possibile reperire tutte le informazioni relative alla mediazione.
In particolare all’indirizzo è pubblicato l’elenco degli organismi di mediazione accreditati.
L’interessato potrà quindi contattare l’organismo di mediazione del cui servizio vuole avvalersi, utilizzando i mediatori in esso iscritti. Informazioni in merito potranno essere date direttamente dai responsabili dei diversi organismi di mediazione.
Si può ricorrere agli organismi di mediazione per la risoluzione stragiudiziale di tutte le controversie in materia civile e commerciale aventi ad oggetto diritti disponibili. La mediazione in Italia è condizione di procedibilità per le controversie in materia di condominio, diritti reali, divisione, successioni ereditarie, patti di famiglia, locazione, comodato, affitto di aziende, risarcimento del danno derivante da responsabilità medica e sanitaria e da diffamazione con il mezzo della stampa o con altro mezzo di pubblicità, contratti assicurativi, bancari e finanziari. In tali casi la parte deve essere assistita da un avvocato. Può essere, inoltre, facoltativa, su invito del giudice ovvero per obbligo previsto nel contratto dalle parti.
Attualmente, la disciplina generale in materia di mediazione civile e commerciale è regolata dal decreto legislativo 28/2010 (con le modifiche apportate dal D.L. 21 giugno 2013, n. 69, convertito nella L. 9 agosto 2013 n. 98, e successivamente dal D.L. 12 settembre 2014, n. 132, convertito, con modificazioni, dalla L. 10 novembre 2014, n. 162 e dal D.Lgs. 6 agosto 2015, n. 130) nonché dal decreto ministeriale 180/2010.
Per diventare mediatore occorre avere i requisiti di cui all’art.4 comma 3, lett. b) del d.m. 180/2010, in particolare: possesso del titolo di studio non inferiore al diploma di laurea universitaria triennale, ovvero, in alternativa, iscrizione ad un ordine o collegio professionale; possesso di una specifica formazione e di uno specifico aggiornamento almeno biennale acquisito presso enti di formazione accreditati dal Ministero della Giustizia; partecipazione nel biennio di aggiornamento in forma di tirocinio assistito, ad almeno venti casi di mediazione.
Gli enti di formazione, che rilasciano l’attestato di superamento del corso di formazione per mediatori, sono soggetti pubblici o privati accreditati dal Ministero della Giustizia a seguito della verifica di determinati requisiti.
L’art.16 del d.m. 180/2010 ha disciplinato i criteri di determinazione dell’indennità di mediazione che comprende le spese di avvio del procedimento e quelle proprie di mediazione.
Gli importi sono specificamente indicati nella tabella A allegata al decreto. Gli stessi variano in relazione all’aumento di valore della controversia.
Ai sensi dell’art. 12 del d.lgs. 28/2010 ove tutte le parti aderenti alla mediazione siano assistite da un avvocato, l'accordo che sia stato sottoscritto dalle parti e dagli stessi avvocati costituisce titolo esecutivo per l'espropriazione forzata, l'esecuzione per consegna e rilascio, l'esecuzione degli obblighi di fare e non fare, nonché per l'iscrizione di ipoteca giudiziale. Gli avvocati attestano e certificano la conformità dell'accordo alle norme imperative e all'ordine pubblico. In tutti gli altri casi l'accordo allegato al verbale è omologato, su istanza di parte, con decreto del presidente del tribunale, previo accertamento della regolarità formale e del rispetto delle norme imperative e dell'ordine pubblico. Nelle controversie transfrontaliere di cui all'articolo 2 della direttiva 2008/52/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 21 maggio 2008, il verbale è omologato dal Presidente del tribunale nel cui circondario l'accordo deve avere esecuzione.
Attualmente il Ministero pubblica regolarmente sul proprio sito internet l’elenco degli organismi di mediazione e dei mediatori iscritti presso ciascun organismo di mediazione.
Questo il link, come indicato sub. par. 1, con accesso libero e gratuito.
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Per maggiori informazioni sulla mediazione a Cipro, rivolgersi al ministero della Giustizia e dell'ordine pubblico, all'ordine degli avvocati di Cipro, alla Camera di commercio e dell'industria di Cipro o alla Camera scientifica e tecnica di Cipro.
Il ricorso alla mediazione è previsto per comporre controversie civili e commerciali, anche transfrontaliere, purché entrambe le parti acconsentano a questa opzione. La legge non si applica alle controversie familiari né alle cause giuslavorative che non afferiscono all'ambito transfrontaliero.
A norma della legge n. 159/2012 che disciplina talune questioni di mediazione nelle controversie civili, le parti designano un mediatore di comune accordo. Si tratta di una procedura informale. Di concerto con il mediatore, le parti concordano le modalità di svolgimento della procedura, la durata, l'inerente obbligo di riservatezza, la remunerazione del mediatore e le condizioni di pagamento nonché ogni altro elemento ritenuto pertinente.
Conformemente alla legge, prima di avviare la procedura di mediazione, le parti concordano con il mediatore anche le modalità di fissazione della remunerazione e le condizioni di pagamento del mediatore nonché ogni altro costo della procedura. Per tale motivo il costo non può essere stimato anticipatamente, poiché dipende essenzialmente dalla complessità della causa.
Se le parti raggiungono un accordo, questo è redatto per iscritto dal mediatore ed è possibile depositare una domanda di esecuzione forzata presso il giudice oppure, congiuntamente o da una delle parti con l'esplicito accordo delle altre parti. In tal caso l'esecuzione è effettuata con le stesse modalità di una decisione giudiziaria.
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Per risolvere una controversia è possibile ricorrere alla mediazione anziché agire in giudizio. La mediazione è un metodo di risoluzione alternativa delle controversie nell’ambito del quale un mediatore assiste le parti nella ricerca di una soluzione per la definizione della lite. Il governo e gli operatori di giustizia della Lettonia considerano la mediazione uno strumento particolarmente valido.
L’impiego della mediazione per risolvere controversie civili è attualmente in una fase iniziale in Lettonia. Non esiste, pertanto, alcun organismo statale a livello centrale che si occupi della regolamentazione della professione di mediatore.
Le seguenti organizzazioni non governative svolgono attività di mediazione:
Uno dei compiti della Latvijas Tirdzniecības un rūpniecības kamera (LTRK) è favorire l’uso della mediazione nella risoluzione delle controversie commerciali. I mediatori di questa organizzazione conducono procedure di mediazione ai sensi della normativa sulla mediazione approvata in occasione della riunione del consiglio di amministrazione della LTRK del 23 novembre 2006.
L’organizzazione "Mediācija un ADR" è stata creata il 7 aprile 2005, allo scopo di:
L’organizzazione fornisce un servizio di consulenza alle parti di una controversia e ai rispettivi rappresentanti in merito alla scelta di uno specialista e tiene conferenze e seminari sulla mediazione e sui metodi alternativi per risolvere una controversia. Molti membri di tale organizzazione sono mediatori che esercitano la professione con specializzazione nell’ambito della giustizia civile e penale. Essi hanno acquisito le capacità di negoziazione e di mediazione frequentando corsi in Lettonia e all’estero tenuti da mediatori esperti e specialisti nella risoluzione di conflitti provenienti dagli Stati Uniti, dal Regno Unito, dalla Germana e da altri Stati.
Il Cietušo atbalsts centrs (Centro di sostegno per le vittime) è operativo dal 2003. Lo scopo principale è sostenere le vittime di reati. A partire dal 2004 prestano la propria attività presso il centro circa 20 mediatori, la cui formazione specifica nel settore della mediazione abbraccia anche le controversie civili e amministrative.
La Latvijas Zvērinātu mediatoru asociācija (LZMA) è stata istituita nel maggio 2007. Scopo principale dell’associazione è creare un ambiente professionale per lo sviluppo del settore della mediazione e sensibilizzare altresì la società, a tutti i livelli, in merito alla buona pratica della mediazione.
Per raggiungere i suddetti obiettivi la LZMA si propone di svolgere i seguenti compiti:
L’organizzazione “Mediazione integrata in Lettonia“ (Integrētā Mediācija Latvijā – IMLV) è stata istituita il 10 agosto 2007, con l’idea di creare una società che riuscisse a risolvere positivamente le controversie, in cui gli interessi di tutte le parti fossero rappresentati in maniera equa e la procedura di risoluzione delle controversie fosse umana, giusta e basata sulla collaborazione. L’IMLV è stata creata in stretta collaborazione con l’organizzazione di mediazione integrata “Integrierte Mediation” situata in Germania. La collaborazione è prevista nei settori dell’istruzione, dell’aggiornamento delle competenze, della supervisione, dell’introduzione dei servizi di mediazione e dell'adozione di buone pratiche.
Scopo dell’IMLV è promuovere lo sviluppo della mediazione a livello regionale, nazionale e internazionale integrandola nel processo di risoluzione delle controversie all’interno di istituzioni e organizzazioni, nonché nell’attività di professionisti e nella società in generale.
Per raggiungere quest'obiettivo, l’IMLV si propone di svolgere i seguenti compiti:
L’IMLV riunisce rappresentanti di diverse professioni, tra cui i mediatori, che intendano integrare le capacità di mediazione nella rispettiva attività e promuovere la conoscenza pubblica della mediazione quale valida opportunità per risolvere le controversie.
Per ulteriori informazioni consultare la pagina dedicata alla mediazione, dove sono riportati i recapiti delle organizzazioni private per la mediazione in Lettonia.
La mediazione è ammissibile in numerosi settori ma il ricorso a questo strumento è più probabile nelle controversie civili in materia di diritto di famiglia e di rapporti commerciali.
Il ricorso alla mediazione è assolutamente facoltativo.
La mediazione non è un presupposto per avviare taluni tipi di procedimenti o per accedere a qualsiasi altra fase del procedimento giudiziario.
Non esistono normative specifiche né codici di condotta che disciplinano le attività di mediazione.
Non esiste un sito Internet nazionale specifico sulla mediazione né un organo nazionale responsabile della formazione dei mediatori.
È prevista la creazione di una sezione distinta sulla mediazione sul portale degli organi giudiziari nazionali.
La mediazione nelle cause civili non è gratuita e il costo dipende da svariati fattori: qualifiche ed esperienza del mediatore, complessità della controversia, numero di incontri col mediatore e altri fattori.
Tuttavia, nelle cause che riguardano i diritti e gli interessi di minori, la Commissione per gli affari esteri e sulla conciliazione del Tribunale degli orfani di Riga fornisce un servizio di mediazione gratuito per i residenti del Comune di Riga. Le controversie riguardano per lo più il mantenimento, gli accordi per il luogo di residenza di un minore, i diritti di visita, l’affidamento e l’educazione del minore.
Ai sensi della direttiva 2008/52/CE, le parti devono poter chiedere che il contenuto di un accordo scritto risultante dalla mediazione sia reso esecutivo. Gli Stati membri comunicano alla Commissione l'elenco degli organi giurisdizionali o delle altre autorità competenti a ricevere tali richieste.
La Lettonia non ha ancora trasmesso tali informazioni.
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Per risolvere una controversia è possibile ricorrere alla mediazione anziché agire in giudizio. La mediazione è un metodo di risoluzione alternativa delle controversie nell'ambito del quale un mediatore assiste le parti nella ricerca di una soluzione per la definizione della lite. Il governo e gli operatori di giustizia della Repubblica di Lituania sono consapevoli dei vantaggi offerti dallo strumento della mediazione.
Non esiste un organo centrale o di governo responsabile della mediazione (tarpininkavimas) e la Lituania non prevede di istituirne uno.
È possibile ricorrere alla mediazione conciliativa (taikinamasis tarpininkavimas) nelle controversie di natura civile (ossia le controversie trattate da un tribunale di giurisdizione ordinaria conformemente a una procedura civile).
L'istituto della mediazione è disciplinato dalla legge sulla mediazione conciliativa nelle controversie di natura civile (Civilinių ginčų taikinamojo tarpininkavimo įstatymas). In questo contesto il ricorso alla mediazione è del tutto facoltativo. Non esistono disposizioni specifiche in materia, come un codice deontologico dei mediatori.
Per il momento non esiste un programma di formazione nazionale. Tuttavia, il centro di formazione del ministero della Giustizia (Teisingumo ministerija), così come alcuni enti privati, offrono una formazione in questo campo. Gli enti privati non sono regolamentati.
Ai sensi della legge sulla mediazione conciliativa nelle controversie di natura civile, il servizio di mediazione conciliativa può essere fornito dietro corresponsione di un onorario o gratuitamente. Se il servizio è fornito a pagamento, la procedura può iniziare soltanto dopo che il mediatore abbia concordato per iscritto con entrambe le parti l'ammontare del suo onorario e le condizioni di pagamento.
La direttiva 2008/52/CE permette alle parti di chiedere che il contenuto di un accordo scritto risultante da una mediazione sia reso esecutivo. Gli Stati membri ne danno comunicazione agli organi giurisdizionali o ad altre autorità competenti a ricevere le richieste.
Ai sensi della legge sulla mediazione conciliativa nelle controversie di natura civile, le parti possono scegliere il tribunale competente. Può trattarsi del tribunale distrettuale del luogo di residenza o della sede legale di una delle parti.
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Anziché intentare una causa, perché non tentare di risolvere la lite attraverso la mediazione? Si tratta di un metodo alternativo di risoluzione delle controversie in cui un mediatore aiuta le persone in conflitto a raggiungere un accordo. Il governo e i professionisti della giustizia del Granducato di Lussemburgo sono consapevoli dei vantaggi di tale procedura.
Non esiste un organo centrale responsabile della regolamentazione delle attività dei mediatori.
Al di là della mediazione in settori specifici (bancario, assicurativo, ecc.) e delle figure del difensore civico, responsabile della mediazione in materia amministrativa, e dell'Ombudskommittee fir t'Rechter vun de Kanner (commissione per la difesa dei diritti del fanciullo), svolgono attività di mediazione le associazioni giuridiche seguenti:
Il ricorso alla mediazione è ammesso soprattutto nei settori seguenti:
Le principali caratteristiche della mediazione civile e commerciale sono la sua natura consensuale, la riservatezza del procedimento e l'indipendenza, l'imparzialità e la competenza del mediatore. La mediazione può riguardare la totalità o solo una parte della controversia. Rientrano nella procedura sia la mediazione convenzionale che la mediazione giudiziale, per quanto un posto privilegiato sia riservato alla mediazione familiare.
Nell'ambito della mediazione convenzionale, ciascuna delle parti può proporre all'altra parte o alle altre parti, indipendentemente da qualsiasi procedimento giudiziario o arbitrale, il ricorso al procedimento di mediazione in qualunque fase del procedimento giudiziario fino a quando non si giunga alla deliberazione della causa.
Nell'ambito della mediazione giudiziaria, o più propriamente «mediazione giudiziale», il giudice è già stato chiamato a pronunciarsi su una controversia in materia civile, commerciale o familiare e può far procedere, in qualsiasi fase del procedimento, alla mediazione giudiziale, sempre che non si sia già giunti alla deliberazione della causa, e a meno che non si tratti di un procedimento da dibattere dinanzi alla Corte di cassazione e in materia di procedimenti sommari. Il giudice può invitare le parti alla mediazione di propria iniziativa o su richiesta congiunta delle parti, ma in ogni caso queste devono essere d'accordo. Quando è chiamato a pronunciarsi su una controversia che solleva un problema di diritto di famiglia, in casi enumerati limitativamente, il giudice può proporre alle parti un provvedimento di mediazione e ordina una riunione informativa gratuita durante la quale vengono spiegati i principi, la procedura e gli effetti della mediazione.
In materia penale, il procureur de l'État può, a determinate condizioni e prima di decidere in merito all'azione penale, decidere di ricorrere alla mediazione se tale misura è atta a:
Il ricorso alla mediazione non impedisce l'eventuale decisione successiva di avviare un procedimento giudiziario, in particolare se le condizioni per la mediazione non sono soddisfatte.
Il ricorso alla mediazione ha carattere interamente volontario.
La mediazione in ambito amministrativo e penale, così come le cosiddette mediazioni «settoriali», sono disciplinate da una normativa specifica.
La legge del 6 maggio 1999 e il regolamento granducale del 31 maggio 1999 hanno istituito il sistema della mediazione penale. Prima di pronunciarsi in merito all'azione penale, il procureur d'Etat può decidere di ricorrere alla mediazione se ritiene che tale misura possa garantire il risarcimento del danno arrecato alla vittima, porre fine al disordine risultante dal reato o contribuire alla riqualificazione dell'autore del reato. Quando decide di ricorrere alla mediazione penale, il procureur d'Etat può nominare come mediatore qualsiasi persona abilitata ad esercitare tale funzione.
Per quanto riguarda l'abilitazione:
La persona che desidera essere abilitata come mediatore penale ne fa richiesta al ministro della Giustizia, il quale decide in merito alla richiesta, dopo avere chiesto il parere del procureur général d'Etat.
La legge del 24 febbraio 2012 istituisce un quadro legislativo nazionale per la mediazione in materia civile e commerciale sotto forma di un nuovo titolo del nuovo codice di procedura civile. Attraverso tale legge, il Lussemburgo ha recepito la direttiva 2008/52/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 21 maggio 2008, relativa a determinati aspetti della mediazione in materia civile e commerciale, applicando alle controversie nazionali i principi enunciati nella direttiva per le controversie transfrontaliere. La legge è completata dal regolamento granducale del 25 giugno 2012 che stabilisce la procedura di abilitazione per le funzioni di mediatore giudiziario e familiare abilitato, la formazione specifica richiesta in materia di mediazione e lo svolgimento di una riunione informativa gratuita.
Il mediatore è un soggetto terzo il cui compito è quello di ascoltare le parti insieme o, se necessario, separatamente, in modo che queste possano giungere a una soluzione della controversia che le oppone. Senza imporre una soluzione alle parti, il mediatore le invita a trovare un accordo su una soluzione negoziata e amichevole.
La mediazione giudiziale e la mediazione familiare possono essere condotte da un mediatore abilitato o non abilitato. Il mediatore abilitato è una persona fisica autorizzata dal ministro della Giustizia a svolgere tale funzione.
In caso di mediazione convenzionale e in caso di controversie transfrontaliere, le parti possono affidarsi a un mediatore non abilitato.
Per quanto riguarda l'abilitazione:
Il ministro della Giustizia è l'autorità competente per l'abilitazione dei mediatori. In materia civile e commerciale i mediatori non hanno bisogno di abilitazione per la mediazione convenzionale.
Qualsiasi persona fisica può chiedere l'abilitazione, purché soddisfi le condizioni previste dalla legge del 24 febbraio 2012 che introduce la mediazione in materia civile e commerciale nel nuovo codice di procedura civile, nonché quelle contenute nel regolamento granducale del 25 giugno 2012 che stabilisce la procedura di abilitazione per le funzioni di mediatore giudiziario e familiare abilitato, il programma di formazione specifica in mediazione e lo svolgimento di una riunione informativa gratuita.
Ai sensi della suddetta direttiva 2008/52/CE e dell'articolo 1251-3, paragrafo 1, comma 3, della legge del 24 febbraio 2012 sulla mediazione, il prestatore di servizi di mediazione che soddisfi requisiti di abilitazione equivalenti o sostanzialmente comparabili in un altro Stato membro dell'Unione europea è esentato dall'abilitazione nel Granducato di Lussemburgo.
L'abilitazione è concessa a tempo indeterminato.
L'articolo 1251-3, secondo comma, del nuovo codice di procedura civile e il regolamento granducale del 25 giugno 2012 di cui sopra stabiliscono le condizioni cumulative previste per le persone fisiche che desiderano essere abilitate:
L'Università del Lussemburgo offre un programma specifico di formazione (master) in mediazione.
La mediazione è spesso una procedura gratuita. Se è previsto un pagamento, questo è indicato chiaramente.
Nell'ambito della mediazione convenzionale i compensi dei mediatori sono fissati liberamente. In tal caso le spese e i compensi sono a carico delle parti in egual misura, sempre che esse non decidano diversamente.
Nell'ambito della mediazione giudiziale e della mediazione familiare i compensi sono stabiliti tramite regolamento granducale.
È importante sottolineare che gli accordi derivanti dalla mediazione civile e commerciale hanno lo stesso valore probatorio di una decisione giudiziaria. Per effetto della suddetta direttiva 2008/52/CE, tali accordi di mediazione, indipendentemente dal fatto che siano raggiunti in un altro Stato dell'Unione europea o in ambito nazionale, sono esecutivi all'interno dell'Unione europea. È l'approvazione dell'accordo, totale o parziale, da parte del giudice competente a sancirne la forza esecutiva.
La legge del 24 febbraio 2012 recepisce la direttiva nella legislazione nazionale, ponendo la mediazione sullo stesso piano dei procedimenti giudiziari esistenti.
Ministère de la Justice (Ministero della Giustizia);
Centre de médiation civile et commerciale (Centro di mediazione civile e commerciale) (CMCC);
Centre de médiation civile et commerciale (Centro di mediazione civile e commerciale) (CMCC asbl);
Centre de médiation (Centro di mediazione) (asbl);
Centre de médiation Socio-Familiale (Centro di mediazione socio-familiare).
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Per risolvere una controversia è possibile ricorrere alla mediazione anziché agire in giudizio. Si tratta di una forma di risoluzione alternativa delle controversie (alternatív vitarendezés) in cui un mediatore (közvetítő) aiuta le parti a raggiungere un accordo. In Ungheria, il governo e gli operatori di giustizia considerano la mediazione uno strumento particolarmente valido.
Ai sensi della legge LV del 2002 sulla mediazione (a közvetítői tevékenységről szóló 2002. évi LV. törvény), l’Igazságügyi és Rendészeti Minisztérium (ministro della Giustizia) è responsabile della registrazione dei mediatori e delle persone giuridiche che impiegano i mediatori.
Un registro dei mediatori e delle persone giuridiche che impiegano i mediatori è disponibile sul sito internet del Közigazgatási és Igazságügyi Minisztérium (ministero dell’amministrazione pubblica e della giustizia).
Il sito mette a disposizione degli utenti informazioni di carattere generale e permette di effettuare ricerche, utilizzando criteri quali il nome, il settore di competenza, le conoscenze linguistiche e il distretto in cui ha sede l’ufficio dei mediatori. Per le persone giuridiche, le ricerche possono essere effettuate utilizzando come criterio la denominazione, la provincia e il nome in forma abbreviata.
Lo stesso sito fornisce moduli di registrazione per mediatori e persone giuridiche che impiegano mediatori.
Tra le associazioni non governative che operano nel settore della mediazione si annoverano:
La legge LV del 2002 sulla mediazione si applica alle controversie civili, ma esclude la possibilità di ricorso alla mediazione nelle cause di diffamazione a mezzo stampa, nei procedimenti amministrativi, nei procedimenti in materia di affidamento, nelle cause riguardanti la decadenza della potestà genitoriale, nei procedimenti esecutivi, in quelli relativi al riconoscimento di paternità e all’accertamento degli ascendenti, nonché nei ricorsi costituzionali.
Il ricorso alla mediazione è facoltativo, ma presenta specifici vantaggi per quanto riguarda la legge sulle spese (az illetékekről szóló törvény) e il codice di procedura civile (polgári perrendtartás).
Se le parti ricorrono alla mediazione dopo la prima udienza e l’accordo raggiunto è ratificato dal giudice con funzioni di presidente, è dovuta solo la metà delle spese dovute. Anche l’onorario del mediatore, cui va aggiunta l’IVA (HÉA) (per un importo in ogni caso non superiore a 50 000 HUF), può essere detratto da tale importo già ridotto. L’unica limitazione è che l’importo finale delle spese non può essere inferiore al 30% dell’ammontare originario. Tale limitazione non si applica se la mediazione non è ammessa dalla legge in un caso specifico.
Se le parti ricorrono alla mediazione prima dell’avvio del procedimento civile, le spese dovute, una volta detratti l’onorario del mediatore e l’IVA, sono ridotte di un importo in ogni caso non superiore a 50 000 HUF, ma non possono essere inferiori al 50% dell’ammontare originario. La riduzione non si applica se la legge non consente la mediazione, o se le parti, nonostante l’accordo raggiunto grazie alla mediazione, si rivolgono al giudice (tranne nel caso in cui si rivolgano al giudice per chiedere l’esecuzione dell’accordo non rispettato volontariamente dall’altra parte).
Non esiste un codice nazionale di condotta per mediatori, ma la maggioranza delle associazioni di mediazione aderisce al Codice europeo di condotta per mediatori (közvetítők európai magatartási kódexe).
Esiste uno speciale codice di condotta per le controversie in materia di diritto del lavoro, che è stato redatto dal Servizio di conciliazione e mediazione in cause del lavoro (Munkaügyi Közvetítői és Döntőbírói Szolgálat).
La mediazione è disponibile gratuitamente anche presso alcuni organi giurisdizionali per i procedimenti pendenti. I dettagli delle relative disposizioni e l’elenco degli organi giurisdizionali sono disponibili sul sito web centrale degli organi giurisdizionali ungheresi: (http://birosag.hu/engine.aspx?page=Birosag_showcontent&content=Birosagi_kozvetites)
Informazioni e formazione
Non esiste un sito Internet specifico disponibile in inglese sulla mediazione né un ente nazionale di formazione per mediatori.
Il sito internet sulla mediazione è disponibile solo in lingua ungherese.
La mediazione non è un servizio gratuito. L’onorario del mediatore è soggetto a un accordo stipulato tra quest’ultimo e le parti interessate.
La direttiva 2008/52/CE permette alle parti di chiedere che il contenuto di un accordo scritto risultante da una mediazione sia reso esecutivo. Gli Stati membri comunicano alla Commissione l’elenco degli organi giurisdizionali e delle altre autorità competenti a ricevere le domande.
Le parti possono far dichiarare esecutivo il contenuto dell’accordo raggiunto grazie alla mediazione. A tal fine esse possono chiedere al giudice o al notaio di incorporare l’accordo in un atto approvato dal giudice o in un atto pubblico, avente efficacia di titolo esecutivo.
La versione di questa pagina nella lingua nazionale è affidata allo Stato membro interessato. Le traduzioni sono effettuate a cura della Commissione europea. È possibile che eventuali modifiche introdotte nell'originale dallo Stato membro non siano state ancora riportate nelle traduzioni. La Commissione europea declina qualsiasi responsabilità per le informazioni e i dati contenuti nel documento e quelli a cui esso rimanda. Per le norme sul diritto d'autore dello Stato membro responsabile di questa pagina, si veda l'avviso legale.
Per risolvere una controversia è possibile ricorrere alla mediazione anziché agire in giudizio. Si tratta di una forma di risoluzione alternativa delle controversie nella quale un mediatore aiuta le parti a raggiungere un accordo. A Malta il governo e gli operatori di giustizia considerano la mediazione uno strumento particolarmente valido.
L'organo governativo di Malta responsabile della mediazione è il Centro maltese per la mediazione, istituito ai sensi del capo 474 del Mediation Act del 2004 (legge maltese sulla mediazione). Il Centro per la mediazione è un servizio a cui le parti possono ricorrere o possono essere rinviate per risolvere il conflitto con l'assistenza di un mediatore.
È possibile contattare il Centro per la mediazione attraverso il cancelliere al seguente indirizzo: Malta Mediation Centre, 158 Triq il-Merkanti, La Valletta VLT 1176.
È anche possibile telefonare al numero +356 23279220 o inviare un'e-mail all'indirizzo info@mediation.mt.
Il Centro fornisce alle parti un elenco di mediatori debitamente accreditati dal medesimo e chiede loro di selezionarne uno di comune accordo. Se le parti non si accordano su un mediatore che sia accettabile per entrambe, il Centro nominerà il mediatore successivo nell'elenco dei mediatori approvati.
È possibile ricorrere alla mediazione in controversie vertenti sul diritto civile, di famiglia, della previdenza sociale, commerciale e industriale. Occorre notare che la mediazione familiare si riferisce a determinate controversie familiari, come le controversie ereditarie o quelle derivanti dalle imprese familiari. Non include la separazione o il divorzio, che sono di competenza del tribunale civile (sezione Famiglia) e sono disciplinati da una legislazione specifica.
La mediazione è un processo volontario. Detto ciò, le parti processuali possono richiedere congiuntamente al tribunale di sospendere il procedimento durante il tentativo di risolvere la controversia attraverso la mediazione. Il tribunale può inoltre sospendere il procedimento di propria iniziativa per la durata del processo di mediazione e ordinare alle parti di dibattere e risolvere la controversia mediante la mediazione. Occorre osservare tuttavia che la mediazione è obbligatoria nelle cause di diritto di famiglia, principalmente in quelle riguardanti la separazione, il diritto di visita ai figli, l'affidamento dei figli e gli alimenti dei figli e/o del coniuge.
Il Centro maltese per la mediazione si è dotato di un codice di condotta che i mediatori sono tenuti a rispettare nei procedimenti di mediazione loro sottoposti.
Il codice prevede misure da osservare rigorosamente. Esso conferisce, ad esempio, al Board of Governors (consiglio di amministrazione) del Centro il potere di intraprendere un'azione disciplinare nei confronti di qualsiasi mediatore la cui condotta non sia conforme a quella richiesta dai principi del Codice o non ne sia all'altezza. Qualsiasi mediatore che risulti aver violato una qualsiasi delle disposizioni del Codice o che si sia comportato in modo inappropriato, sarà rimosso dall'elenco dei mediatori per tutto il tempo che il consiglio di amministrazione riterrà opportuno.
Secondo il Codice di condotta per i mediatori, questi dovrebbero seguire attivamente e cogliere le opportunità di istruzione e formazione che promuovono la competenza nelle abilità di mediazione, in quanto tali opportunità possono presentarsi di tanto in tanto. Il Centro maltese per la mediazione organizza occasionalmente corsi di formazione per mediatori. Il primo corso, sulle competenze necessarie nella mediazione, si è tenuto nel luglio 2008. Un altro corso, finalizzato a fornire una formazione sulle competenze necessarie nella mediazione con particolare riguardo agli aspetti psicologici, sociali e giuridici della separazione, si è tenuto dal 16 al 18 aprile 2009.
L'importo del contributo da versare è stabilito in base ai regolamenti 2 e 4 del Legal Notice (decreto) 309 del 2008, modificato dal Legal Notice 365 del 2020 (cfr. Legislazione sussidiaria 474.01).
Nella mediazione relativa al Tribunale della Famiglia, le parti possono selezionare, di comune accordo, un mediatore di loro scelta da un elenco di persone nominate dal ministro della Giustizia a tale scopo (in tal caso le parti si fanno carico dei costi della mediazione) o, in alternativa, il tribunale assegna un mediatore, a rotazione, dall'elenco di persone nominate dal ministro della Giustizia per agire in qualità di mediatori nominati dal tribunale (in tal caso gli onorari dovuti ai mediatori sono pagati attraverso il cancelliere degli organi giurisdizionali civili).
Ai sensi della direttiva 2008/52/CE, le parti devono poter chiedere che il contenuto di un accordo scritto risultante dalla mediazione sia reso esecutivo. Il Mediation Act del 2004 è stato modificato dalla legge IX del 2010, principalmente al fine di recepire le disposizioni della direttiva che disciplina le controversie transfrontaliere, estendendole anche ai casi nazionali.
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Nella mediazione, le parti risolvono insieme la propria controversia, sotto la guida di un mediatore indipendente. Questo tipo di risoluzione extragiudiziale delle controversie offre numerosi vantaggi. In molti casi, la mediazione è necessaria solo per un breve periodo e consente di evitare cause giudiziarie lunghe e dispendiose. La mediazione aiuta anche a mantenere il rapporto tra le parti, poiché collaborano per trovare una soluzione.
Esistono vari registri di mediatori nei Paesi Bassi. La Federazione olandese dei mediatori (Mediatorsfederatie Nederland, MfN) gestisce il registro dei mediatori (precedentemente noto come Registro NMI). La Federazione olandese dei mediatori rappresenta le maggiori associazioni di mediatori nei Paesi Bassi. Nel suo registro figurano solo mediatori che soddisfano norme di qualità attentamente valutate. Il governo olandese utilizza gli standard della Federazione come base per il registro dei mediatori che lavorano nell'ambito del sistema di gratuito patrocinio (registro del Consiglio per il patrocinio a spese dello Stato (Raad voor Rechtsbijstand)). Esiste anche il Registro internazionale della risoluzione alternativa delle controversie (ADR).
Indirizzo della Federazione olandese dei mediatori:
Westblaak 140
3012 KM Rotterdam
Indirizzo postale:
PO Box 21499
3001 AL Rotterdam
Numero di telefono: 010 - 201 23 44
Indirizzo e-mail: info@mediatorsfederatienl.nl
La mediazione è sempre ammissibile ed è più comune nei procedimenti civili e di diritto pubblico. Da diversi anni è possibile anche nei procedimenti penali.
Il ricorso alla mediazione è facoltativo. La legge non impone alle parti partecipanti di firmare un accordo di mediazione, vale a dire un accordo contenente clausole su questioni quali la riservatezza e la rappresentanza delle parti. Secondo il regolamento di mediazione 2017 della Federazione olandese dei mediatori (Mediationreglement 2017), tuttavia, le parti che utilizzano i servizi di un mediatore della Federazione devono firmare un accordo di mediazione.
I mediatori della Federazione olandese dei mediatori devono attenersi al codice di condotta di quest'ultima e rispettare il suo regolamento di mediazione. Chiunque voglia presentare un reclamo sul lavoro svolto da un mediatore può trasmetterlo alla Fondazione per la qualità dei mediatori (Stichting Kwaliteit Mediators, SKM).
Per essere iscritti nel Registro dei mediatori occorre completare un corso di formazione di base riconosciuto in mediazione, superare un esame teorico e una valutazione e fornire un certificato di buona condotta (Verklaring Omtrent het Gedrag, VOG).
Occorre anche mantenere aggiornate le proprie conoscenze soddisfacendo determinati requisiti ogni tre anni. Più specificamente, i mediatori devono trattare almeno nove casi di mediazione, per un totale di almeno 36 ore di contatto, ogni tre anni, e completare almeno due casi di mediazione, per un totale di almeno 8 ore di contatto, ogni anno. Dei nove casi di mediazione che devono trattare in ciascun triennio, almeno tre devono terminare con un accordo scritto e non più di tre possono essere co-mediati. Inoltre i mediatori devono ottenere 48 punti PE (formazione-sviluppo professionale) ogni tre anni. Alcuni di questi punti devono essere ottenuti partecipando a esercizi di discussione tra pari. I mediatori hanno anche l'obbligo di partecipare a una revisione tra pari ogni tre anni. La revisione tra pari è una misura di qualità che comporta una valutazione indipendente e imparziale inter pares dei servizi di mediazione per stabilire se siano all'altezza dello standard medio atteso da un professionista. In altre parole, i mediatori elencati nel registro olandese dei mediatori sono soggetti a severi requisiti di qualità.
Mediatori diversi possono applicare tariffe orarie diverse. Le tariffe dei mediatori dipendono da fattori quali l'esperienza, la preparazione professionale e il settore di specializzazione. È quindi prudente chiedere ai mediatori, prima dell'inizio della mediazione, qual è la loro tariffa oraria e quali possono essere i costi aggiuntivi. I mediatori devono sempre specificare i loro costi. Il costo della mediazione dipende anche dalla durata del processo di mediazione e dal numero di volte che il mediatore viene consultato. In media, un mediatore costa 150 EUR all'ora (IVA esclusa).
Qualora non ci si possa permettere di pagare un mediatore, se si soddisfano determinati criteri è possibile ricorrere al patrocinio a spese dello Stato. Se il diritto al patrocinio a spese dello Stato è accordato, si dovrà pagare soltanto un contributo alle spese basato sul reddito.
Per maggiori informazioni sul costo della mediazione, fare clic qui.
La legge permette alle parti di chiedere che il contenuto di un accordo scritto risultante da una mediazione sia reso esecutivo.
Federazione olandese dei mediatori
Il regolamento di mediazione 2017 della Federazione olandese dei mediatori
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Perché risolvere una controversia ricorrendo alla mediazione anziché agire in giudizio? La mediazione è un metodo di risoluzione alternativa delle controversie nell'ambito del quale un mediatore assiste le parti nella ricerca di una soluzione per la definizione della lite.
In Austria la legge stabilisce il percorso formativo che deve essere assolto per diventare mediatore e iscriversi nell'apposito registro. Anche il ministero federale della Giustizia tiene un elenco di mediatori.
Tuttavia, non esiste un organo amministrativo centralizzato competente per i servizi di mediazione.
Esistono inoltre organizzazioni che forniscono servizi di tipo commerciale e non, mentre alcune organizzazioni non governative offrono assistenza ai mediatori.
Nelle cause civili la mediazione permette di dirimere qualsiasi controversia per la quale è competente il giudice ordinario. Il ricorso alla mediazione è facoltativo, al fine di permettere alle parti il raggiungimento di una responsabile composizione della controversia.
In determinate liti di vicinato il tentativo di mediazione o di un altro strumento di risoluzione alternativa delle controversie deve essere fatto prima di adire il giudice. Ciò avviene ricorrendo a un ufficio di conciliazione, a un tentativo di conciliazione dinanzi al giudice (un procedimento denominato "prätorischer Vergleich") o mediante la mediazione.
Non esiste un regolamento specifico o un codice deontologico nazionale per i mediatori. Solo le persone iscritte nell'elenco dei mediatori hanno diritti e doveri specifici.
I mediatori non sono iscritti nel registro come esperti, ad esempio, in materia di diritto di famiglia, in ambito sanitario o nel settore edile. I rispettivi settori di attività sono indicati separatamente.
Chiunque possieda un livello sufficiente di esperienza può iscriversi nel "registro dei mediatori", in ottemperanza alle norme pertinenti. Sebbene la professione di "mediatore" non sia protetta, il titolo "mediatore registrato" non può essere usato senza autorizzazione.
Informazione e formazione
Per maggiori informazioni, disponibili soltanto in lingua tedesca, sui requisiti formativi e di altro genere necessari, per esempio, per la registrazione come mediatore in Austria, cliccare qui.
La mediazione non è in genere un servizio gratuito.
L'onorario per la mediazione è soggetto a accordo tra il mediatore privato e le parti coinvolte nella controversia.
La direttiva 2008/52/CE consente alle parti di chiedere che il contenuto di un accordo scritto risultante da una mediazione sia reso esecutivo. Gli Stati membri ne danno comunicazione agli organi giurisdizionali o ad altre autorità competenti a ricevere le richieste.
In Austria questo tipo di accordo dev'essere reso esecutivo da un notaio o da un tribunale civile.
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Per risolvere una controversia è possibile ricorrere alla mediazione anziché agire in giudizio. Si tratta di una forma di risoluzione alternativa delle controversie in cui un mediatore aiuta le parti a raggiungere un accordo. In Polonia, il governo e gli operatori di giustizia considerano la mediazione uno strumento particolarmente valido.
Nel 2010 è stata istituita presso il ministero della Giustizia una sezione responsabile per la mediazione, attualmente funzionante come Ufficio per le vittime di reato e per la promozione della mediazione (Wydział ds. Pokrzywdzonych Przestępstwem i ds. Promocji Mediacji) all'interno del Dipartimento responsabile per la cooperazione internazionale e i diritti umani. Per le informazioni di base sulle attività di mediazione si prega di consultare il sito del Ministero della Giustizia.
Negli ultimi anni il Ministero della Giustizia dedica un'attenzione particolare alle questioni legate allo sviluppo e alla promozione della mediazione e di altre forme di ADR in Polonia e cerca di incrementare l'efficacia complessiva dell'azione della giustizia e di renderla più accessibile ai cittadini.
Su iniziativa del Ministero, nel 2010 è stata creata una rete di coordinatori in materia di mediazione.
Attualmente, il numero dei coordinatori è pari a circa 120 persone (giudici, funzionari addetti alla sorveglianza di individui in libertà provvisoria, mediatori) in otto corti d'appello, tutti i tribunali distrettuali e, per sei distretti, nei tribunali regionali.
Quando presta consulenze e formula pareri il Ministero della Giustizia si avvale della collaborazione del Consiglio sociale per i metodi di risoluzione alternativa delle controversie e dei dissidi (Społeczna Rada ds. Alternatywnych Metod Rozwiązywania Konfliktów i Sporów, in appresso "Consiglio per l'ADR"; indirizzo email: adr_rada@ms.gov.pl), che svolge un ruolo importante in materia di promozione della mediazione e di comunicazione tra l'amministrazione statale, il sistema della giustizia e i mediatori.
Il Consiglio per l'ADR è stato nominato per la prima volta con decreto del Ministero della Giustizia il 1° agosto 2005 come organismo di consulenza del Ministro su problematiche connesse alle forme alternative di risoluzione delle controversie e dei conflitti. Durante il suo primo mandato ha elaborato i seguenti documenti:
Il Consiglio per l'ADR è stato nominato per la seconda volta con decreto del Ministero della Giustizia il 3 aprile 2009 (modificato il 1° luglio 2011). Durante tale secondo mandato il documento più importante elaborato dal Consiglio per l'ADR è stato il seguente: Principi base per la modifica del sistema (marzo 2012).
Attualmente, il Consiglio per l'ADR è costituito da 23 rappresentanti del mondo della scienza o esperti di pratiche di mediazione e rappresentanti di organizzazioni non governative, istituzioni accademiche o uffici.
Tra le competenze del Consiglio rientrano principalmente l'elaborazione di raccomandazioni relative ai principi di funzionamento del sistema nazionale delle forme alternative di risoluzione delle controverse e soprattutto:
Vi è inoltre un elevato numero di organizzazioni non governative e private che rivestono un ruolo importante nella promozione della mediazione e nell'elaborazione delle sue regole interne. Tali organizzazione stabiliscono proprie norme per quanto riguarda: la formazione; le condizioni che devono soddisfare gli aspiranti mediatori; i metodi di mediazione; le norme etiche e le buone pratiche professionali. Tali norme sono interne e riguardano soltanto i mediatori membri dell'organizzazione interessata.
Le organizzazioni più importanti sono:
Inoltre, vi sono organismi professionali che svolgono attività istituzionali per la promozione della mediazione. Tra gli altri:
Le organizzazioni non governative, nell'ambito delle loro funzioni statutarie, e le università possono costituire elenchi di mediatori permanenti. Le informazioni sugli elenchi e i centri sono comunicate ai presidenti dei tribunali distrettuali. Gli elenchi dei mediatori in materia penale e in materia di giustizia minorile vengono costituiti dai presidenti dei tribunali distrettuali.
È possibile ricorrere alla mediazione in numerosi settori. Ai sensi della legge polacca, il ricorso alla mediazione è ammissibile nei seguenti ambiti:
Informazioni dettagliate sulla mediazione di trovano in fascicoli e depliant elaborati e distribuiti dal Ministero della Giustizia.
Attualmente, il ricorso alla mediazione è più frequente in materia penale e civile. Nel periodo 2011-2012 ad avere il maggior sviluppo è stata la mediazione in materia di diritto di famiglia e di diritto commerciale.
La mediazione è un modo di risolvere controversie e conflitti scelto volontariamente a cui si ricorre sulla base di:
Tuttavia, se le parti non scelgono un mediatore, il tribunale è autorizzato a nominarne uno attingendo a un elenco di persone in possesso della qualificazione necessaria, affinché intervenga nella causa. In ambito penale e di diritto dei minori è il giudice a designare il mediatore.
La mediazione è disciplinata dal codice di procedura civile e penale, dalla legge che regola la procedura nelle cause relative a minori, dalla legge sulle spese giudiziarie nelle cause civili e altre leggi. Inoltre, sono stati adottati atti di rango inferiore alla legge per organizzare i dettagli della procedura di mediazione in alcuni tipi di cause.
Nelle cause relative a minori il regolamento disciplina:
Nelle cause penali il regolamento disciplina i seguenti aspetti:
le condizioni che devono soddisfare le istituzioni e le persone autorizzate ad agire in qualità di mediatori;
Nelle cause relative al diritto di famiglia vi sono condizioni supplementari da rispettare per quanto riguarda la formazione e l'esperienza (psicologia, pedagogia, sociologia o diritto e capacità pratiche per svolgere attività di mediazione nelle cause attinenti al diritto di famiglia).
Un regolamento di attuazione definisce l'importo dell'onorario del mediatore e delle spese che possono essergli rimborsate nell'ambito di una procedura civile (si veda la sezione: Costi della mediazione).
Le informazioni fondamentali sulla mediazione in Polonia si trovano sul sito internet del ministero della Giustizia dove sono consultabili: estratti di atti giuridici concernenti la mediazione, atti giuridici internazionali relativi alla mediazione e documenti e raccomandazioni elaborati dal Consiglio per l'ADR, e, soprattutto, la versione elettronica di volantini, depliant, opuscoli e manifesti pubblicati per promuovere la mediazione. Vengono inoltre pubblicate informazioni aggiornate sulle attività destinate a promuovere la mediazione e sulle attività a livello locale e nazionale connesse alla celebrazione della Giornata internazionale delle mediazione. Nel sito si trovano anche informazioni, traduzioni di atti giuridici e esempi di buone pratiche in uso in altri paesi.
Le problematiche della mediazione sono oggetto di studio nell'ambito della formazione iniziale dei pubblici ministeri e dei giudici e figurano anche nei programmi dei corsi per giudici e per pubblici ministeri che si svolgono presso la Scuola nazionale dei giudici e dei pubblici ministeri.
Il ministero della Giustizia organizza corsi di formazione per preparare i coordinatori in materia di mediazione a svolgere le loro funzioni nelle seguenti sfere: comunicazione, gestione di gruppi e collaborazione con il mediatore.
I mediatori possono scegliere tra i diversi corsi di formazione offerti dai centri di mediazione, le università e altri istituti.
Il ministero della Giustizia realizza statistiche sui seguenti aspetti della mediazione:
Negli anni 2010-2011 i tribunali, le direzioni regionali di polizia e i centri di mediazione hanno distribuito in relazione alle attività connesse a progetti: volantini, depliant e opuscoli che forniscono informazioni sui diversi tipi di mediazione e la loro applicazione pratica. Inoltre, si è svolta una campagna di informazione sulla mediazione che ha cercato di raggiungere un ampio pubblico mediante manifesti e attraverso i canali della televisione e della radio. Il ministero della Giustizia aggiorna e distribuisce sistematicamente volantini, depliant e informazioni sintetiche allegate ai documenti procedurali oltre a manifesti informativi che possono anche essere scaricati gratuitamente dal sito internet del Ministero.
Da cinque anni si celebra in Polonia la Giornata internazionale della mediazione in occasione della quale il ministero della Giustizia organizzata una conferenza nazionale. Nel corso di questa giornata si svolgono, inoltre, molte altre conferenze, cerimonie, formazioni e dibattiti a livello regionale e locale, in numerose città.
Le informazioni sulla mediazione sono fornite gratuitamente dal ministero della Giustizia e la stessa mediazione, come dimostrano gli studi, è più efficace, sul piano economico, di una procedura giudiziaria.
Nei procedimenti penali e nelle cause vertenti sul diritto di famiglia non vi sono spese di mediazione a carico delle parti, in quanto le relative spese sono coperte dall'erario. Negli altri tipi di procedimenti, di norma, l'onorario è stabilito da un accordo concluso tra il mediatore e le parti. Il mediatore può, tuttavia, accettare di intervenire gratuitamente.
Nei procedimenti civili le spese sono sostenute dalle parti. Di solito, sono ripartite in parti uguali, tranne quando le parti stabiliscono diversamente. In una procedura di mediazione, avviata sulla base di una decisione del giudice, l'importo dell'onorario del mediatore in una controversia di natura non patrimoniale è pari a 60 PLN (circa 15 EUR) per la prima sessione di mediazione e a 25 PLN (circa 6 EUR) per ciascuna delle successive. Se invece la procedura riguarda diritti patrimoniali, l'onorario del mediatore è pari all'1% del valore dell'oggetto della controversia (e comunque non è mai inferiore a 30 PLN (circa 7,5 EUR) né superiore a 1 000 PLN (circa 250 EUR)). Il mediatore ha inoltre diritto al rimborso delle spese (per esempio, di corrispondenza, di telefono, di locazione) Al costo della mediazione si aggiunge poi l'IVA.
Se la mediazione porta alla conclusione di un accordo, la parte che ha adito il giudice ottiene il rimborso del 75% delle spese di giudizio sostenute. Nelle cause di divorzio e separazione viene rimborsato il 100%.
In caso di mediazione extragiudiziale, l'onorario del mediatore e il rimborso delle spese vengono stabiliti dal centro di mediazione o concordati tra le parti e il mediatore prima dell'inizio della procedura di mediazione. Nessuna delle parti può essere esentata dalle spese di mediazione anche qualora essa sia stata esonerata dalle spese di giudizio. In entrambi i tipi di mediazione (giudiziaria ed extragiudiziale) il mediatore può rinunciare al proprio onorario.
Nei procedimenti civili, se le parti pervengono a un accordo, tale accordo viene allegato alla documentazione. Il mediatore informa le parti del fatto firmando l'accordo acconsentono implicitamente all'invio di tale accordo al giudice per l'approvazione. Il mediatore trasmette la documentazione e l'accordo al giudice competente e ne invia copia alle parti. Il giudice procede immediatamente all'approvazione o alla dichiarazione di esecutività dell'accordo concluso grazie alla mediazione. Il giudice rifiuta di approvare o di dichiarare l'esecutività dell'accordo, nella sua integralità o in parte, nei casi in cui l'accordo: si oppone al diritto o alle norme della vita in società; cerca di aggirare la legge; è incomprensibile o contraddittorio; è contrario a un interesse legittimo del lavoratore. L'accordo concluso in sede di mediazione, approvato dal tribunale e dichiarato esecutivo, ha la validità di un accordo concluso in tribunale e può essere eseguito.
In materia di diritto di famiglia possono essere oggetto di un accordo di mediazione: la riconciliazione dei coniugi, le modalità con cui vengono stabilite le condizioni della separazione, l'esercizio della responsabilità genitoriale, i contatti con i figli, le modalità per soddisfare le esigenze della famiglia, gli alimenti e le questioni relative al patrimonio e all'alloggio. Mediante l'accordo, dopo la separazione dei genitori o dei coniugi, possono essere regolate questioni come il rilascio di passaporti, le scelte in materia di istruzione, i contatti con i parenti meno prossimi e la gestione del patrimonio dei figli.
Nei procedimenti civili l'avvio di una procedura di mediazione sospende il termine di prescrizione.
Nei procedimenti di diritto penale e in quelli relativi a minori l'accordo raggiunto in sede di mediazione non sostituisce la decisione del giudice e non è vincolante per quest'ultimo, tuttavia, il giudice deve tener conto del contenuto dell'accordo nella decisione che pone fine al procedimento. I termini dell'accordo possono concernere i seguenti aspetti: la formulazione di scuse, il risarcimento dei danni materiali e morali, la realizzazione di lavori di interesse generale, testimonianze a favore della vittima, testimonianze nell'interesse generale e altri ancora.
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La mediazione è uno dei meccanismi di risoluzione alternativa delle controversie (ADR) in Portogallo, insieme all'arbitrato e ai tribunali per le controversie di modesta entità (julgados de paz - giudici di pace). La legge n.º 29/2013 del 19 aprile 2013 (la "legge sulla mediazione") stabilisce il quadro di riferimento nazionale per la mediazione come uno dei meccanismi di ADR. La legge stabilisce i principi generali applicabili alla mediazione in Portogallo - indipendentemente dalla natura della controversia oggetto della mediazione - e le norme giuridiche sulla mediazione civile e commerciale, sui mediatori e sulla mediazione pubblica. La legge sulla mediazione contiene le definizioni seguenti:
Il ricorso alla mediazione è interamente volontario. La procedura di mediazione è confidenziale. Tale riservatezza può essere derogata solo per motivi di ordine pubblico - in particolare per tutelare l'interesse superiore di un minore - o quando è in gioco l'integrità fisica o psicologica di una persona, oppure quando occorre applicare o far rispettare l'accordo ottenuto attraverso la mediazione, e solo nella misura in cui è necessario nella pratica per tutelare le parti interessate. Il contenuto delle sessioni di mediazione non può essere utilizzato come elemento di prova da un giudice.
L'accordo ottenuto attraverso la mediazione è esecutivo a condizione che:
Un accordo di mediazione ottenuto attraverso la mediazione in un altro Stato membro dell'UE che è conforme ai paragrafi a) e d) di cui sopra è esecutivo se è esecutivo anche secondo il sistema giuridico di tale paese.
La mediazione è ammissibile in materia civile, commerciale, familiare, lavorativa e penale. In questi ultimi tre ambiti esiste un sistema di mediazione pubblica e ogni ambito ha le sue norme specifiche.
I julgados de paz dispongono di un servizio di mediazione che è competente per mediare in tutte le controversie che possono essere oggetto di mediazione anche se non rientrano nella giurisdizione dei julgados de paz.
La legge sulla mediazione contiene un capitolo specifico che stabilisce i diritti e gli obblighi dei mediatori (articoli 23-29). I mediatori devono anche agire in conformità del Codice europeo di condotta dei mediatori.
Non esiste un ente pubblico responsabile della formazione dei mediatori; i mediatori sono formati da organismi privati certificati dalla Direzione generale della politica della giustizia (Direção-Geral da Política de Justiça) ai sensi dell'ordinanza ministeriale di esecuzione (Portaria) n. 345/2013 del 27 novembre 2013.
Per utilizzare il servizio pubblico di mediazione familiare ogni parte coinvolta nella causa deve versare 50 EUR, tranne nelle situazioni seguenti:
Il ricorso al servizio pubblico di mediazione penale è gratuito.
Per usufruire del servizio pubblico di mediazione del lavoro, ogni parte coinvolta nella causa deve versare una tassa di 50 EUR, fatta salva la concessione del patrocinio a spese dello Stato.
Oltre a queste tasse per l'utilizzo dei servizi pubblici di mediazione, anche i mediatori registrati per prestare tali servizi percepiscono un onorario; gli importi sono fissi ma dipendono dal raggiungimento o meno di un accordo e dalle misure adottate per raggiungerlo.
In caso di mediazione nei julgados de paz, qualora si giunga a un accordo, ogni parte deve versare 25 EUR.
I costi della mediazione privata sono determinati dal mediatore scelto dalle parti.
L'ente governativo responsabile della regolamentazione della mediazione pubblica è la Direzione generale della politica della giustizia (DGPJ), attraverso il suo Ufficio per la risoluzione alternativa delle controversie (Gabinete de Resolução Alternativa de Litígios - GRAL). Direzione generale della politica della giustizia. La DGPJ non fornisce informazioni su come trovare un mediatore, ma tiene elenchi di mediatori che operano nei servizi pubblici di mediazione. Secondo la legislazione sulla mediazione pubblica, una volta presa la decisione di ricorrere alla mediazione, viene selezionato automaticamente un mediatore.
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Per risolvere una controversia è possibile ricorrere alla mediazione anziché agire in giudizio. La mediazione è un modo di risoluzione alternativa delle controversie (ADR) nell’ambito del quale un mediatore assiste le parti nella ricerca di una soluzione per la definizione della lite. Il governo e gli operatori di giustizia in Romania considerano la mediazione uno strumento particolarmente valido.
Il Consiliul de Mediere (Consiglio di mediazione), istituito dalla legea nr. 192/2006 privind medierea (legge n. 192/2006 sulla mediazione), è responsabile della supervisione delle attività di mediazione in Romania. È un soggetto di diritto autonomo che opera nel pubblico interesse e ha sede centrale a Bucarest.
La legge n. 192/2006 ha definito il quadro legislativo sulla mediazione, nel cui ambito operano i professionisti del settore.
I membri del Consiliul de Mediere sono eletti dai mediatori e approvati dal ministero della Giustizia rumeno.
Le principali competenze del Consiliul de Mediere sono:
I recapiti del Consiliul de Mediere sono i seguenti:
Indirizzo: str. Cuza Vodă, nr. 64, sector 4, cod. 040285, Bucarest
Telefono: 004 021 315 25 28; 004 021 330 25 60; 004 021 330 25 61
Fax: 004 021 330 25 28
Indirizzi di posta elettronica: secretariat@cmediere.ro , Consiliul_de_mediere@yahoo.com
Il Consiliul de Mediere ha istituito il Registrul Naţional al Asociaţiilor Profesionale ale mediatorilor, che include un elenco delle organizzazioni non governative che promuovono la mediazione e rappresentano gli interessi professionali di categoria.
Qui di seguito si riporta un elenco di associazioni professionali attive nell'ambito della mediazione:
In conformità con l'articolo 12 della legge nr. 192/2006, i mediatori autorizzati sono registrati nel Tabloul mediatorilor autorizaţi (repertorio dei mediatori autorizzati), gestito dal Consiliul de Mediere e pubblicato nel Monitorul Oficial (Gazzetta ufficiale) della Romania, Parte I.
Il Tabloul mediatorilor autorizaţi è inoltre disponibile sui siti Internet ufficiali del Consiliul de Mediere e del ministero della Giustizia.
L'elenco dei mediatori autorizzati indica per ciascun mediatore:
Chiunque sia interessato a risolvere una controversia tramite la mediazione può contattare un mediatore entro un mese dalla pubblicazione del Tabloul mediatorilor autorizaţi presso le sedi dei tribunali e sul sito Internet del ministero della Giustizia.
Il Consiliul de mediere è tenuto per legge ad aggiornare periodicamente, almeno una volta all'anno, il Tabloul mediatorilor autorizaţi e a comunicare i relativi aggiornamenti ai tribunali, alle autorità amministrative locali e al ministero della Giustizia.
L'articolo 2 della legge n. 192/2006 consente alle parti di ricorrere alla mediazione nelle controversie in materia civile, penale e di diritto di famiglia e in altri settori giuridici, in conformità con le disposizioni di legge. Inoltre, possono essere risolte con la mediazione le controversie che coinvolgono i consumatori e altre controversie riguardanti i diritti disponibili. Non possono invece essere oggetto di mediazione le controversie riguardanti i diritti personali e indisponibili.
Il ricorso alla mediazione è volontario. Le parti non hanno alcun obbligo di risolvere la lite tramite la mediazione e possono decidere di rinunciare alla mediazione in qualsiasi momento. In altre parole, possono scegliere liberamente, in qualsiasi momento, di usare altri mezzi di risoluzione delle controversie: procedimenti giudiziari, arbitrato, ecc. Le parti possono contattare un mediatore sia prima di un'eventuale azione in giudizio sia quando il procedimento è già in corso.
Tuttavia, varie disposizioni di legge nazionali in materia di mediazione prevedono che, in determinati casi, i giudici sono tenuti a informare le parti della possibilità di ricorrere alla mediazione e dei suoi vantaggi. In altri casi, è offerta una serie di incentivi finanziari alle parti che optano per la mediazione o altre procedure alternative di risoluzione delle controversie.
Il 17 febbraio 2007 il Consiliul de Mediere ha approvato il codice etico e deontologico dei mediatori. Il codice è vincolante per tutti i mediatori facenti parte del Tabloul mediatorilor autorizaţi.
Il sito Internet del Consiliul de Mediere è la principale fonte di informazioni sulla mediazione in Romania.
La formazione in materia di mediazione è erogata solo da soggetti privati, ma è il Consiliul de Mediere che concede le necessarie autorizzazioni alle strutture formative, allo scopo di assicurare che tutti i corsi offrano il medesimo livello didattico.
Un elenco delle strutture autorizzate è disponibile anche sul sito Internet ufficiale del Consiliul de Mediere.
I corsi sono tenuti con frequenza regolare. Al momento esiste un programma di formazione valido come corso iniziale per mediatori (80 ore). Il programma definisce gli obiettivi di apprendimento, le competenze che il partecipante dovrebbe avere sviluppato al termine del programma e i relativi metodi di valutazione. Le otto strutture autorizzate dal Consiliul sono responsabili dello sviluppo di materiale didattico ed esercizi, in conformità con il quadro di riferimento stabilito dal programma nazionale di formazione.
La mediazione non è gratuita. Il suo costo è stabilito contrattualmente tra il mediatore e le parti.
Attualmente, non sono previsti aiuti finanziari o sostegno giuridico da parte di autorità locali o nazionali a favore della mediazione.
La direttiva 2008/52/CE permette alle parti di chiedere che il contenuto di un accordo scritto risultante da una mediazione sia reso esecutivo. Gli Stati membri indicano alla Commissione gli organi giurisdizionali o le altre autorità competenti a ricevere le richieste.
La Romania non ha ancora provveduto alla comunicazione di queste informazioni.
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Per risolvere una controversia è possibile ricorrere alla mediazione anziché agire in giudizio. La mediazione è un metodo di risoluzione alternativa delle controversie nell’ambito del quale un mediatore assiste le parti nella ricerca di una soluzione per la definizione della lite. Il governo e gli operatori di giustizia in Slovenia sono consapevoli dei vantaggi offerti dallo strumento della mediazione.
La ZARSS - Zakon o alternativnem reševanju sodnih sporov (legge sulla risoluzione alternativa delle controversie giudiziarie), Uradni list Republike Slovenije (Gazzetta ufficiale della Repubblica di Slovenia) nn. 97/09 e 40/12 – ZUJF, adottata il 19 novembre 2009 e in vigore dal 15 giugno 2010, impone ai tribunali di primo e di secondo grado di adottare e di applicare un programma di composizione alternativa delle controversie per offrire alle parti mezzi alternativi di risoluzione delle controversie in materia di diritto commerciale, diritto del lavoro, diritto di famiglia e di altre materie di diritto civile. In virtù di questo programma i tribunali sono obbligati a consentire alle parti di ricorrere alla mediazione, in aggiunta ad altre forme di risoluzione alternativa delle controversie.
Il ministero della Giustizia e della Pubblica amministrazione mantiene un registro centrale dei mediatori che operano presso i tribunali in conformità ai programmi di risoluzione alternativa delle controversie.
Varie organizzazioni non governative (ONG) sono attive nel campo della mediazione:
Sotto l’egida del ministero della Giustizia e della Pubblica amministrazione opera il Consiglio per la soluzione alternativa delle controversie. Istituito nel marzo 2009, si tratta di un organo centralizzato, indipendente e specializzato del ministero, che svolge un ruolo di consulenza e coordinamento.
Il ricorso alla mediazione è ammissibile nelle controversie riguardanti il diritto civile, il diritto di famiglia, il diritto commerciale, il diritto del lavoro e altre questioni patrimoniali relative a diritti disponibili e transigibili dalle parti. Il ricorso alla mediazione è ammissibile anche in altri casi, purché non sia escluso dalla legge.
Il ricorso alla mediazione è comune nelle controversie su questioni di diritto civile, diritto di famiglia e diritto commerciale.
Il ricorso alla mediazione è facoltativo. La ZMCGZ - Zakon o mediaciji v civilnih in gospodarskih zadevah (legge sulla mediazione nelle controversie civili e commerciali) (Gazzetta ufficiale della Repubblica di Slovenia n. 56/08) disciplina la procedura di mediazione in generale, ossia la mediazione giudiziale e stragiudiziale. La legge si limita a stabilire le norme di base per le procedure di mediazione, che sono comunque disciplinate da meccanismi di autoregolamentazione, specificando, per esempio, i confini della mediazione, la persona che nomina il mediatore, la deontologia del mediatore, la forma dell’accordo di risoluzione della controversia, i mezzi per garantirne l’applicazione, ecc. Le parti possono derogare alle disposizioni di legge, ad eccezione delle norme che sanciscono il principio dell’imparzialità del mediatore e l’impatto della mediazione sui termini di decadenza e prescrizione.
L’Associazione slovena dei mediatori ha adottato un codice deontologico dei mediatori, che tuttavia si applica soltanto ai membri dell’associazione.
Per informazioni sulla mediazione e per reperire i recapiti dei mediatori si rimanda ai siti internet delle varie ONG, tra cui:
La formazione per i mediatori è fornita da varie ONG e dal Centro per l'istruzione in materia giudiziaria istituito presso il ministero della Giustizia e della Pubblica amministrazione.
Attualmente la mediazione giudiziale condotta secondo la ZARSS nelle controversie derivanti da rapporti tra genitori e figli e nelle controversie in materia di diritto del lavoro riguardanti la conclusione del rapporto di lavoro è gratuita; le parti pagano soltanto i rispettivi avvocati. In tutte le altre controversie, escluse quelle di diritto commerciale, la mediazione è gratuita per le prime tre ore.
Le organizzazioni private applicano tariffe differenti per la mediazione.
L’accordo raggiunto in sede di mediazione non è di per sé direttamente esecutivo. Tuttavia, le parti possono concordare che l’accordo che pone fine alla controversia prenda la forma di un atto notarile direttamente esecutivo, di una transazione giudiziaria o di un lodo arbitrale che riprende i termini dell'accordo .
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Anziché intentare un processo, perché non tentare di comporre la controversia attraverso la mediazione? Si tratta di un modo alternativo di risolvere le controversie, in cui un mediatore aiuta le parti di un litigio ad addivenire a un accordo. Il governo e gli operatori della giustizia nella Repubblica slovacca sono consapevoli dei vantaggi di questa procedura.
Sul sito Internet del Ministerstvo spravodlivosti Slovenskej republiky (ministero della Giustizia slovacco) c’è una sezione dedicata alla mediazione, disponibile soltanto in lingua slovacca.
I meccanismi della mediazione sono descritti nella legge n. 420/2004 sulla mediazione e successive modifiche, che modifica alcune leggi e disciplina:
La legge si applica alle controversie nei rapporti governati da contratti di diritto civile, diritto di famiglia, diritto commerciale e diritto del lavoro.
La mediazione è uno strumento stragiudiziale con cui il mediatore cerca di aiutare le parti a risolvere una lite derivante da rapporti contrattuali o di altro genere. La procedura prevede che due o più parti in una controversia siano assistite dal mediatore per la composizione della lite.
L’articolo 99, comma 1, terza frase, della legge n. 99/1963 del codice di procedura civile, e successive modifiche, così recita: “Se le circostanze lo permettono, prima dell’udienza iniziale e nel corso di un procedimento il giudice può invitare le parti a presenziare a un incontro informativo con un mediatore elencato nel Registro dei mediatori per tentare di risolvere la controversia attraverso una mediazione”.
La sezione relativa alla mediazione sul sito Internet del ministero della Giustizia slovacco fornisce informazioni sulla mediazione in lingua slovacca. Ulteriori informazioni sono disponibili sul sito Internet della Rete giudiziaria europea.
La mediazione è un servizio a pagamento. Il compenso del mediatore è varia da caso a caso e in genere è espresso sotto forma di tariffa oraria o di forfait. La mediazione è un servizio professionale per il quale non sono previsti costi fissi.
La direttiva 2008/52/CE permette alle parti di chiedere che il contenuto di un accordo scritto risultante da una mediazione sia reso esecutivo. Gli Stati membri ne danno comunicazione agli organi giurisdizionali o ad altre autorità competenti a ricevere le richieste.
In Slovacchia la mediazione è una procedura informale, volontaria e riservata per risolvere le controversie in via stragiudiziale, servendosi di un mediatore. Scopo della mediazione è giungere a un accordo che possa essere accettato da entrambe le parti.
L’accordo raggiunto in sede di mediazione deve avere forma scritta. Esso ha effetto innanzitutto sulle parti interessate ed è vincolante per esse. Sulla base dell’accordo ottenuto grazie alla mediazione, la parte avente diritto può chiedere l’esecuzione della decisione o il pignoramento, qualora l’accordo:
Se la mediazione non termina con un accordo tra le parti, il caso può essere portato in tribunale.
Ministerstvo spravodlivosti Slovenskej republiky (ministero della Giustizia slovacco)
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Per risolvere una controversia è possibile ricorrere alla mediazione anziché agire in giudizio. La mediazione è un metodo di risoluzione alternativa delle controversie nell’ambito del quale un mediatore assiste le parti nella ricerca di una soluzione per la definizione della lite. Il governo della Finlandia e gli operatori di giustizia considerano la mediazione uno strumento particolarmente valido.
La gestione generale, la direzione e il controllo della mediazione nelle cause penali e in alcune cause civili è compito del ministero degli Affari sociali. Gli uffici provinciali del servizio sanitario nazionale devono garantire la disponibilità dei servizi di mediazione nonché la loro corretta attuazione in tutto il territorio nazionale.
È possibile trovare informazioni sulla mediazione sul sito Internet del Terveyden ja hyvinvoinnin laitos (THL) (Istituto nazionale finlandese per la sanità e la protezione sociale).
I servizi di mediazione giudiziale sono gestiti dai tribunali di circoscrizione, i quali possono decidere se avviare una procedura di mediazione in cause civili. Scopo della mediazione è aiutare le parti di una controversia a trovare una soluzione che sia accettabile per entrambe. Pertanto, i risultati raggiunti si basano nella maggior parte dei casi, di norma, su quanto è ragionevole date le circostanze, piuttosto che sulla rigorosa applicazione della legge. Ulteriori informazioni sui tribunali di circoscrizione sono disponibili sul sito Internet del ministero della Giustizia finlandese. È inoltre disponibile un opuscolo sulla mediazione giudiziale.
I servizi di mediazione vengono impiegati sia nelle cause civili sia in quelle penali.
Il ricorso alla mediazione è più comune nelle cause civili, in particolare in quelle che riguardano minori. Tuttavia, non tutte le cause civili sono soggette alla mediazione giudiziale. Le controversie che riguardano i consumatori, per esempio, possono essere gestite da un consulente dei consumatori e dalla Commissione per le denunce dei consumatori. Riguardo alle cause penali, invece, è prevista una procedura di mediazione specifica.
Questioni e controversie civili sottoposte all’esame delle giurisdizioni generali possono essere soggette a mediazione come stabilito nella legge sulla mediazione giudiziale (legge n. 663/2005). L’obiettivo della mediazione giudiziale è la risoluzione amichevole delle controversie. Un requisito fondamentale è che la questione sia risolvibile tramite la mediazione e che questo strumento rappresenti una soluzione adeguata alle richieste delle parti. Una o entrambe le parti di una controversia possono redigere una richiesta scritta prima di iniziare il procedimento giudiziale. Tale richiesta dev’essere depositata in forma scritta e indicare l’oggetto della controversia e le posizioni divergenti delle parti, nonché fornire i motivi per cui la questione può essere risolta con la mediazione.
La conciliazione (o mediazione) può inoltre essere impiegata in cause civili in cui almeno una parte sia una persona fisica. Le cause civili, tranne quelle che riguardano il risarcimento dei danni derivati da un reato, possono tuttavia essere sottoposte a conciliazione solo se la controversia è di importanza minore, tenendo conto della materia e delle richieste avanzate dalle parti. Ciò che la legge prevede riguardo alla conciliazione nelle cause penali si applica, mutatis mutandis, alla conciliazione nelle cause civili.
Possono fare ricorso alla conciliazione le parti che hanno personalmente e volontariamente espresso il loro accordo in tal senso. Esse devono essere in grado di comprenderne il significato e le soluzioni proposte secondo la procedura di conciliazione. Pertanto, prima che le parti acconsentano alla conciliazione, occorre spiegare loro quali sono i loro diritti e la loro posizione nella procedura di mediazione. Ciascuna delle parti può ritirare il proprio consenso in qualsiasi momento durante la procedura di conciliazione.
I minori devono acconsentire alla mediazione personalmente e, inoltre, la partecipazione di un minore alla procedura di conciliazione richiede il consenso di chi ne ha la custodia o di altro rappresentante legale. Gli adulti incapaci possono partecipare a una procedura di conciliazione se sono in grado di capire il significato della causa e acconsentire personalmente alla procedura anzidetta.
È possibile ricorrere alla mediazione per reati che si ritiene possano essere oggetto di conciliazione, tenendo conto della natura e del modo in cui il reato è stato commesso, dei rapporti tra l’indiziato e la vittima e di altre questioni connesse al reato nel suo insieme. Il giudizio di reati che riguardano vittime minorenni non può essere rinviato alla conciliazione tra le parti se la vittima necessita di una tutela speciale a causa della natura del crimine o dell’età.
Gli uffici preposti alla mediazione ricevono richieste di mediazione e collaborano con varie autorità durante l'intera procedura. Ogni caso viene assegnato a un mediatore volontario scelto tra i professionisti che prestano servizio presso l'ufficio preposto alla mediazione. I mediatori gestiscono i casi e le relative formalità in collaborazione con l'ufficio, il cui personale dirige e controlla l’attività dei mediatori.
Nelle cause penali, la conciliazione è possibile solo tra le parti che vi hanno personalmente e volontariamente acconsentito e che sono in grado di comprenderne il significato nonché le soluzioni proposte nella procedura di conciliazione. Nelle cause civili (mediazione giudiziale) l’avvio di una procedura di mediazione richiede il consenso di tutte le parti.
In Finlandia esiste un codice di condotta nazionale per i mediatori, unitamente a codici di condotta settoriali (per esempio, per area di specializzazione quale il diritto di famiglia, il settore medico, il settore delle costruzioni, ecc.).
Dal sito internet del ministero della Giustizia finlandese è possibile scaricare un opuscolo sulla mediazione giudiziale.
Il Terveyden ja hyvinvoinnin laitos (THL) organizza corsi di formazione per mediatori.
L’istituto raccoglie inoltre dati statistici sulla mediazione in cause civili e penali, controlla e conduce ricerche sulle attività di mediazione e coordina gli sforzi di sviluppo nel settore. Questa attività è sostenuta dall’Organismo consultivo sulla mediazione nelle cause civili e penali.
La mediazione nelle cause penali è un servizio gratuito. Consente alla vittima di un reato e al colpevole di incontrarsi attraverso l'intervento imparziale di un mediatore per discutere sui danni materiali e morali cagionati alla vittima e accordarsi sulle misure per porre rimedio al danno arrecato (legge n. 1016/2005).
La mediazione ha costi inferiori rispetto a un processo: ciascuna parte paga solo ciò che le compete e non è tenuta a versare anche le spese sostenute dalla controparte. Se le parti intendono procedere in tal senso, possono incaricare un consulente legale. Le parti possono inoltre presentare istanza di patrocinio a spese dello stato presso un ufficio di assistenza legale.
Nella mediazione giudiziale un giudice del tribunale di circoscrizione svolge le funzioni di mediatore. Infatti, la mediazione nelle controversie rientra nei compiti ordinari di un giudice. Nel caso in cui la controversia richieda delle conoscenze specifiche in alcuni settori, il mediatore può, con il consenso delle parti, incaricare una persona che lo assista, il cui onorario sarà a carico delle parti.
La mediazione giudiziale ha un costo, come tutte le altre questioni gestite da un tribunale.
La direttiva 2008/52/CE permette alle parti di chiedere che il contenuto di un accordo scritto risultante da una mediazione sia reso esecutivo. Gli Stati membri devono comunicare la Commissione sugli organi giurisdizionali o le altre autorità competenti a ricevere le richieste.
La Finlandia non ha ancora fornito tali informazioni.
Opuscolo sulla mediazione giudiziale, sito Internet sulla mediazione (Terveyden ja hyvinvoinnin laitos)
La versione di questa pagina nella lingua nazionale è affidata allo Stato membro interessato. Le traduzioni sono effettuate a cura della Commissione europea. È possibile che eventuali modifiche introdotte nell'originale dallo Stato membro non siano state ancora riportate nelle traduzioni. La Commissione europea declina qualsiasi responsabilità per le informazioni e i dati contenuti nel documento e quelli a cui esso rimanda. Per le norme sul diritto d'autore dello Stato membro responsabile di questa pagina, si veda l'avviso legale.
Per risolvere una controversia di diritto civile è possibile ricorrere alla mediazione anziché agire in giudizio. La mediazione è un metodo di risoluzione alternativa delle controversie nell’ambito del quale un mediatore assiste le parti nella ricerca di una soluzione per la definizione della lite. Il governo svedese e gli operatori di giustizia in Svezia sono consapevoli dei vantaggi offerti dallo strumento della mediazione. La mediazione può essere utilizzata anche per le controversie di diritto penale, ma non è una conseguenza del reato e non può mai sostituire un processo penale. L'obiettivo della mediazione nelle cause penali è rendere più consapevole l'autore del reato delle conseguenze del crimine e offrire alla vittima la possibilità di elaborare psicologicamente quanto è successo.
Non esiste un’autorità centrale responsabile della regolamentazione della professione di mediatore. Per ottenere informazioni sulla mediazione è possibile contattare l'amministrazione svedese dei tribunali (Domstolsverket), che ha elaborato un elenco di persone dichiaratesi disposte a prestare servizi di mediazione. L’elenco è disponibile sul sito https://www.domstol.se.
In materia commerciale, la Camera di commercio di Stoccolma (Stockholms handelskammare) e la Camera del commercio e dell'industria della Svezia occidentale (Västsvenska industri- och handelskammaren) svolgono attività di mediazione.
Il ricorso alla mediazione è ammissibile in più settori, ma è più comune nelle questioni di diritto civile.
È possibile ricorrere al mediatore nel corso del procedimento giudiziario.
Il ricorso alla mediazione è del tutto facoltativo. Non esistono disposizioni specifiche in materia, come un codice deontologico dei mediatori.
Non esistono informazioni specifiche sulla formazione dei mediatori, né enti di formazione nazionali dei mediatori.
La mediazione non è gratuita. L’onorario del mediatore è stabilito in base a un accordo tra quest’ultimo e le parti interessate. Il costo della mediazione è ripartito equamente tra le parti.
Dal 1° gennaio 2008 tutti i comuni svedesi offrono la possibilità di ricorrere alla mediazione se l’autore del reato ha meno di 21 anni. Le autorità locali o la polizia possono prendere l’iniziativa di chiedere all’autore del reato se è interessato a usufruire della mediazione.
La mediazione è possibile indipendentemente dall'età dell'autore del reato e in qualsiasi fase del processo. La legge sulla mediazione non impone limiti di età massima, ma dal 1° gennaio 2008 tutti i comuni svedesi offrono il ricorso alla mediazione se l’autore del reato ha meno di 21 anni.
La mediazione non fa parte della pena. È soggetta alle seguenti condizioni:
La legge stabilisce che il mediatore deve essere una persona competente, onesta e imparziale.
Per ulteriori informazioni è possibile rivolgersi alle autorità locali o al Consiglio nazionale per la prevenzione del crimine (Brottsförebyggande rådet).
La mediazione è gratuita per la vittima e l’autore del reato.
La versione di questa pagina nella lingua nazionale è affidata allo Stato membro interessato. Le traduzioni sono effettuate a cura della Commissione europea. È possibile che eventuali modifiche introdotte nell'originale dallo Stato membro non siano state ancora riportate nelle traduzioni. La Commissione europea declina qualsiasi responsabilità per le informazioni e i dati contenuti nel documento e quelli a cui esso rimanda. Per le norme sul diritto d'autore dello Stato membro responsabile di questa pagina, si veda l'avviso legale.
Per risolvere una controversia è possibile ricorrere alla mediazione anziché agire in giudizio. La mediazione è un metodo di risoluzione alternativa delle controversie (ADR) nell'ambito del quale un mediatore neutrale assiste le parti nella ricerca di una soluzione. Il governo e gli operatori del diritto in Inghilterra e Galles sono a conoscenza dei vantaggi della mediazione e in determinati casi incoraggiano il ricorso alla mediazione e la sua promozione come modo alternativo per la risoluzione delle controversie rispetto al ricorso dinanzi al giudice. Forse voi avete anche diritto al patrocinio a spese dello Stato (nella misura in cui la vostra situazione soddisfi i criteri abitualmente previsti in materia).
Il ministero della Giustizia è responsabile della politica di mediazione civile e familiare, compresa la sua promozione per quanto concerne esclusivamente l'Inghilterra e il Galles.
Per garantire la qualità della mediazione giudiziale nelle controversie civili (tranne i contenziosi in materia di diritto di famiglia in Inghilterra e Galles) il ministero della giustizia e il Servizio giudiziario di Sua maestà (Her Majesty's Courts and Tribunals Service (HMCTS)) hanno stabilito due procedure di mediazione civile che permettono alle parti di risolvere le controversie in funzione del valore di quest'ultime. Il servizio di mediazione per cause minori (Small Claims Mediation Service) è un servizio interno fornito e gestito dall'HMCTS in relazione alle controversie di scarsa portata, generalmente relative a importi inferiori a 10 000 GBP. Per controversie di valore maggiore, superiore a 10 000 GBP, il ministero della giustizia, in collaborazione con il Civil Mediation Council (consiglio di mediazione civile - CMC) ha introdotto una regime di accreditamento che permette alle organizzazioni che forniscono servizi di mediazione di domandare l iscrizione nel repertorio dei mediatori civili, e, ai tribunali, di inviare loro le parti nei casi in cui la mediazione è possibile. Il CMC è un'organizzazione che rappresenta i mediatori in materia civile e commerciale.
Riguardo alle controversie in materia di diritto di famiglia, la mediazione è autodisciplinata e consiste in una serie di organizzazioni associative o istituti di accreditamento a cui sono affiliati i mediatori. Tali istituti sono confluiti nel Consiglio per la mediazione familiare (Family Mediation Council, FMC) allo scopo di armonizzare le norme nel settore della mediazione familiare. Un'altra funzione del FMC è rappresentare le proprie organizzazioni fondatrici e tutti i soggetti che praticano la mediazione familiare autonomamente nelle trattative con lo Stato che riguardano la professione.
Benché l'FMC non sia un ente statale, esso gioca un ruolo centrale tra le organizzazioni associate, che sono tutte organizzazioni o associazioni non statali e membri fondatori dell'FMC stesso. Le più importanti tra queste sono:
Lo Stato non prevede attualmente effettivamente l'istituzione di un organo di regolamentazione per la mediazione civile o familiare.
È possibile trovare un mediatore civile accreditato, consultando il repertorio relativo sul sito web della giustizia (justice website). Il repertorio vi aiuterà a trovare il mediatore a voi più vicino; il costo della mediazione si basa su un importo fisso che dipende dal valore della controversia. Per coloro che non sono in condizione di affrontare il costo della mediazione è disponibile un servizio gratuito di mediazione se si soddisfano determinati requisiti, fornito da LawWorks. LawWorks può essere raggiunto telefonicamente al numero 01483216815 o mediante il sito web LawWorks
Il sito web GovUK (precedentemente conosciuto come DirectGov) dispone di uno strumento di ricerca che vi aiuterà a trovare un servizio di mediazione familiare all'indirizzo seguente: Family Mediation Service Finder. Si prega di notare che non esiste più il servizio di assistenza telefonica in materia di mediazione familiare (Family Mediation Helpline).
Potete ottenere maggiori informazioni relativamente al patrocinio a spese dello Stato e in particolare se avete diritto a questo tipo di aiuto mediante il nuovo servizio istituito in materia (Legal Aid Information Service) sul sito Gov.UK all'indirizzo seguente: check-legal-aid.
La mediazione può essere impiegata per risolvere tutta una serie di controversie correnti in materia civile e commerciale, in particolare i problemi di abitazione, le controversie commerciali, i conflitti sul luogo di lavoro, le piccole controversie, le domande di recupero crediti, le controversie in materia di regolamento di confini, di lavoro, in materia contrattuale, di lesioni personali, di domande di risarcimento danni, nonché le controversie in materia di comunità relative alle immissioni e all'abuso di diritto.
La mediazione può trovare anche applicazione nel settore delle controversie familiari, compreso il divorzio, lo scioglimento del vincolo matrimoniale, la separazione, l'applicazione della legge in materia di figli, compresi il diritto di visita e di residenza. Il suo campo di applicazione non è limitato solo agli ex partner o sposi. Per esempio i nonni possono ricorrere alla mediazione familiare per raggiungere un accordo che consenta loro di continuare a mantenere una relazione con i loro nipoti.
L'istituto della mediazione civile non è disciplinato dalla legge né è un presupposto necessario per i procedimenti giudiziali. Tuttavia, alle parti di cause civili viene chiesto di considerare seriamente l'ipotesi della mediazione prima di avviare una causa dinanzi a un giudice.
Le civil procedure rules (codice di procedura civile, CPR) regolano la prassi e la procedura da seguire presso le sezioni civili della Court of Appeal, della High Court e delle County Courts. Le CPR prevedono un codice di procedura il cui obiettivo principale è aiutare i tribunali a gestire le cause secondo giustizia. Parte di tale obiettivo principale prevede che i tribunali gestiscano le cause attivamente. Ciò significa che le parti coinvolte usufruiscono di una procedura alternativa per risolvere la controversia, se il giudice la reputa opportuna e ne agevola l'impiego.
Mentre la mediazione è interamente volontaria, le civil procedure rules definiscono i fattori di cui è necessario tener conto quando si tratta di fissare l'importo delle spese da stabilire. Il giudice è tenuto a considerare gli eventuali tentativi effettuati, prima e durante il procedimento, per cercare di risolvere la controversia. Di conseguenza, se la parte vittoriosa ha in precedenza rifiutato una ragionevole offerta di mediazione, il giudice potrebbe decidere che la parte soccombente non debba essere obbligata al pagamento delle spese della suddetta parte vittoriosa.
La mediazione familiare è, attualmente, un procedimento interamente volontario. Da aprile 2011 tutti i richiedenti (non solo i beneficiari di risorse pubbliche) devono considerare il ricorso alla mediazione, partecipando a una riunione informativa e di valutazione sulla mediazione (MIAM) prima di poterla domandare al giudice ai sensi del President's Pre Application Protocol. Anche la potenziale controparte deve partecipare alla riunione, qualora invitato. Se l'attore continua la sua azione dinanzi alla giustizia ordinaria, egli deve allegare alla sua domanda un formulario FM1 debitamente compilato indicante che è dispensato dal partecipare a una MIAM, che la mediazione non è stata giudicata idonea alla sua causa, o che malgrado il ricorso alla mediazione quest'ultima non ha consentito di ottenere alcun risultato o non tutti gli aspetti della controversia sono stati risolti.
In risposta alla raccomandazione formulata dal comitato di riforma della giustizia familiare, il governo ha introdotto una disposizione nella Legge sui figli e sulle famiglie (Children and Families Bill) nel febbraio 2013 per fare in modo che l'invito attuale a partecipare a una MIAM diventi un'esigenza legislativa (corredata da talune deroghe, in caso di provata violenza domestica, ad esempio).
Il deposito di un formulario FM1 debitamente compilato di accompagnamento alla domanda, come indicato precedentemente, costituirà anch'esso un requisito legislativo. Si prevede di promulgare la legge e di applicarne le disposizioni di attuazione nella primavera del 2014.
Analogamente alle norme di procedura civile, le norme di procedura familiare (un insieme completo di norme relative alla procedura giudiziaria) incoraggiano il ricorso ai modi alternativi di risoluzione delle controversie.
Non è previsto alcun codice di condotta nazionale per i mediatori di Inghilterra e Galles. Tuttavia, per poter essere accreditati presso il CMC, il prestatore del servizio di mediazione civile deve aderire a un codice di condotta: il codice di condotta dell'Unione europea viene impiegato quale modello di riferimento. La professione è autoregolamentata e lo Stato non svolge alcun ruolo nell'incentivare i prestatori del servizio ad aderire a un codice volontario.
Tutti i membri fondatori dell'FMC sono tenuti a garantire che i propri iscritti (professionisti della mediazione familiare) aderiscano al Codice di condotta dell'FMC
Informazioni sulla mediazione civile, i servizi offerti, e le tariffe sono disponibili sul sito web del governo all'indirizzo seguente: Ministry of Justice website: civil mediation.
Il repertorio sulla mediazione civile offre uno strumento di ricerca che permette di trovare un mediatore capace di intervenire in un luogo che le parti giudicano appropriato. I siti web dei membri dell'FMC e dei mediatori civili offrono maggiori informazioni sulla mediazione e sui servizi di mediazione.
Il servizio di mediazione familiare è dotato di uno strumento di ricerca che aiuterà l'utente a trovare un mediatore nella sua regione. I siti web dei membri dell'FMC offrono maggiori informazioni sui servizi di mediazione.
Non esiste alcun ente di formazione nazionale per i mediatori civili in Inghilterra e Galles. La formazione dei mediatori civili avviene a livello privato ed è autoregolamentata. La professione è autodisciplinata anche per quanto riguarda la formazione. I mediatori familiari vantano formazioni diverse, tra cui quella giuridica, psicoterapeutica o relativa ai servizi sociali; la legge non prevede che essi debbano avere una formazione specifica. Tuttavia, le varie associazioni di appartenenza/accreditamento fissano una serie di livelli di conoscenza professionale e di istruzione, che caratterizzano anche i requisiti della formazione. I mediatori che esercitano contrattualmente la loro professione nel quadro di un finanziamento pubblico devono aver raggiunto un determinato elevato standard di accreditamento/riconoscimento e formativo per poter svolgere i servizi di MIAM e di mediazione.
Il costo varia in base al fornitore e non è regolamentato dallo Stato. Per quanto riguarda le questioni civili, il costo è connesso al valore della controversia e al tempo necessario per condurre a buon fine il procedimento di mediazione. Le tariffe fissate per un servizio di mediazione e riportate nel repertorio online dei mediatori civili possono essere consultate sul sito web della giustizia. L'organizzazione caritativa LawWorks offre un servizio di mediazione gratuito a coloro che non possono sostenerne il costo. LawWorks può essere contattata al numero 01483216815 o consultando il relativo sito web (LawWorks Mediation website).
La direttiva 2008/52/CE recepita nel Regno Unito ai sensi del regolamento sulla mediazione transfrontaliera (direttiva UE) del 2011 (SI n. 1133 del 2011) permette alle parti di una controversia transfrontaliera, una delle quali è domiciliata in uno Stato membro al momento della causa, di chiedere che sia reso esecutivo il contenuto di un accordo scritto risultante da una mediazione. Gli Stati membri comunicano alla Commissione l'elenco degli organi giurisdizionali o delle altre autorità competenti a ricevere tali domande.
Per quanto riguarda Inghilterra e Galles, le informazioni sui tribunali competenti sono disponibili sul sito Internet dell'Ufficio dei servizi giudiziari di Sua Maestà (Her Majesty's Court Service).
Le parti di una causa civile di cui è pendente il processo che hanno raggiunto un accordo mediante la mediazione, possono chiedere al giudice di approvarlo. Approvato dal giudice, l'accordo diventa un provvedimento giudiziale vincolante (consent order) legalmente vincolante ed esecutivo, qualora il giudice ritenga equo l'accordo raggiunto.
Le parti di una controversia familiare che hanno raggiunto un accordo tra di loro, mediante avvocato (solicitor) o ricorrendo alla mediazione, possono chiedere al giudice di trasformare tale accordo in un provvedimento giudiziale vincolante (consent order), qualora il giudice ritenga equo l'accordo raggiunto. E' più probabile che ciò si verifichi nel caso di accordi finanziari piuttosto che in accordi vertenti sui figli.
Civil Mediation Council, Family Mediation Council, Civil Mediation Online Directory, Family Mediation Service Finder, codice di condotta dell'Unione europea per i mediatori, Codice di condotta dell'FMC, LawWorks Mediation
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Per risolvere una controversia è possibile ricorrere alla mediazione anziché agire in giudizio. La mediazione è un metodo di risoluzione alternativa delle controversie nell’ambito del quale un mediatore assiste le parti nella ricerca di una soluzione per la definizione della lite. Il governo dell’Irlanda del Nord e gli operatori di giustizia considerano la mediazione uno strumento particolarmente valido.
In Irlanda del Nord non esiste un ente governativo responsabile dei servizi di mediazione. Vi sono tuttavia organizzazioni che forniscono servizi di mediazione e consulenza.
La Law Society of Northern Ireland offre un servizio di risoluzione alternativa delle controversie che comprende il ricorso alla mediazione ai fini della soluzione negoziata delle liti. È possibile ricorrere a questo servizio in qualsiasi fase della lite e non necessariamente quando è il giudice a ordinarlo.
Il servizio di risoluzione delle controversie si avvale di un collegio di solicitor e barrister, che hanno ricevuto una formazione specifica e che sono stati accreditati per fungere da mediatori per conto delle parti in una controversia.
Altre organizzazioni di volontariato, come Relate e Barnardos, offrono servizi di consulenza e mediazione per problemi legati alla sfera familiare. La Labour Relations Agency propone invece un servizio di arbitrato per le controversie in materia di diritto del lavoro.
I settori principali in cui è frequente il ricorso alla mediazione sono le controversie in ambito civile o commerciale e le questioni riguardanti la famiglia, il luogo di lavoro e la comunità.
Nell’ordinamento giuridico dell’Irlanda del Nord non esiste un sistema di mediazione delegata al giudice. È probabile, tuttavia, che i giudici autorizzino il rinvio di cause in cui vi sia la prospettiva di risolvere il conflitto attraverso la mediazione –- Northern Ireland Court Service
La Law Society of Northern Ireland definisce le norme e le procedure che regolano i servizi di risoluzione delle controversie.
I solicitor e barrister che compongono il collegio cui è assegnato l’incarico di risolvere la controversia hanno ricevuto una formazione e sono stati accreditati dalla Law Society.
Il costo della mediazione dipende dal fornitore del servizio e non è regolamentato dallo Stato.
Un accordo raggiunto in sede di mediazione e sottoscritto dalle parti è considerato dai giudici alla stregua della soluzione di una controversia in tribunale. In assenza di un’azione legale, l’accordo può inoltre essere reso esecutivo come un contratto vincolante tra le parti.
The Law Society of Northern Ireland
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Per risolvere una controversia è possibile ricorrere alla mediazione anziché agire in giudizio. La mediazione è un metodo di risoluzione alternativa delle controversie nell'ambito del quale un mediatore assiste le parti nella ricerca di una soluzione per la definizione della lite. Il governo scozzese e gli operatori di giustizia considerano la mediazione uno strumento particolarmente valido.
La Scozia possiede un'organizzazione specifica e disposizioni speciali in materia di mediazione.
La Legal System Division, Constitution, Law and Courts Directorate del governo scozzese è responsabile della definizione delle politiche in materia di mediazione in Scozia.
Di seguito si riporta un elenco di alcuni organismi a cui è possibile rivolgersi:
Il ricorso alla mediazione è consentito in tutti i settori del diritto. Si ricorre con maggior frequenza a questo strumento nei conflitti familiari e nelle liti di vicinato, ma la soluzione di un mediatore è sempre più richiesta anche nelle controversie commerciali. La mediazione dev'essere proposta nelle controversie sulle esigenze di ulteriori mezzi di sostegno e si deve poter ricorrere all'intervento conciliativo anche nelle controversie sulle discriminazioni basate sulle disabilità.
Per la professione di mediatore, figura di recente istituzione in Scozia, non è disponibile un quadro normativo vincolante né il ricorso alla mediazione è un prerequisito per iniziare talune tipologie di procedimenti giurisdizionali. La mediazione è del tutto facoltativa.
È tuttavia disponibile un codice di condotta per la mediazione in Scozia, che tiene conto delle diverse aree di specializzazione quali diritto di famiglia, medicina e settore delle costruzioni. Il governo scozzese ha fornito la propria assistenza alle attività della Rete di mediazione scozzese (SMN) e allo sviluppo del Registro scozzese della mediazione (Scottish Mediation Register, SMR). Tutti i membri della SMN sono tenuti ad osservare il codice di condotta per la mediazione in Scozia. I mediatori e i servizi di mediazione presenti nell'SMR possono dimostrare di possedere livelli di qualifica più elevati. I siti Internet di entrambe le organizzazioni sono accessibili gratuitamente e sono consultati di frequente, e tutti i mediatori sono tenuti a rispettare il codice deontologico se desiderano figurare nei siti.
Informazioni sulla mediazione sono contenute nel sito Internet della Rete di mediazione scozzese (Scottish Mediation Network, SMN), mentre il sito del Registro scozzese della mediazione (Scottish Mediation Register, SMR) fornisce indicazioni su come trovare un mediatore in Scozia. Entrambi sono accessibili al pubblico e possono essere consultati gratuitamente.
Il Registro scozzese della mediazione (Scottish Mediation Register) è un registro autonomo che comprende un repertorio di mediatori e servizi di mediazione. Il sito fornisce accesso gratuito alle informazioni su persone che esercitano tutti i tipi di mediazione. Il registro è gestito dalla Rete di mediazione scozzese (Scottish Mediation Network, SMN).
I dati presenti sul sito vengono aggiornati dai mediatori almeno una volta all'anno.
Lo scopo del Registro scozzese della mediazione è assicurare agli utenti la qualità professionale dei mediatori prescelti, certificandone il rispetto di norme minime. Tali norme sono stabilite da un'apposita Commissione (Standards Board) indipendente. I mediatori che figurano nell'SMR possono definirsi "Scottish Mediation Registered Mediator" (mediatore accreditato) e utilizzare il logo dell'SMR accanto al nome.
Dopo che l'organo di regolamentazione ha certificato che il mediatore rispetta le ulteriori norme settoriali previste dall'organo stesso, accanto al nome del mediatore iscritto nel registro potrà essere inserito un altro simbolo riconosciuto dal suddetto organo.
L'SMN offre sul proprio sito Internet, a partire dal 2004, una "mappa della mediazione". La presentazione di informazioni è stata aggiornata più volte, grazie ai finanziamenti concessi dal governo scozzese. Il link compare in una serie di opuscoli e pagine web. La mappa è stata collegata al Registro scozzese della mediazione in modo da offrire un unico punto di riferimento per l'individuazione di un mediatore qualificato.
L'ufficio dell'SMN risponde anche a richieste telefoniche, che vengono dirottate agli specifici servizi di mediazione.
L'SMR stabilisce le qualifiche dei mediatori in maniera che le parti dispongano di informazioni più dettagliate al momento della scelta del mediatore.
In Scozia sono previsti programmi di formazione per settori diversi della mediazione. Tutti hanno una durata minima di 30 ore e comprendono i seguenti moduli:
Il costo della mediazione varia in funzione del mediatore e non è regolato dallo Stato.
La mediazione è solitamente gratuita per il singolo utente in caso di controversia che riguardi minori, liti di vicinato e comunità, esigenze di ulteriori mezzi di sostegno e conciliazione per discriminazioni fondate su disabilità.
Gli onorari dei mediatori privati si collocano tra 200 GBP e 2 000 GBP e oltre al giorno.
La direttiva 2008/52/CE permette alle parti di chiedere che il contenuto di un accordo scritto risultante da una mediazione sia reso esecutivo. Gli Stati membri ne danno comunicazione agli organi giurisdizionali o ad altre autorità competenti a ricevere le richieste.
Scottish Mediation Network, Scottish Mediation Register, norme, mediazione in Scozia: mediatori accreditati, organismo di regolamentazione
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