Divorzio e separazione legale

Lituania
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Rete giudiziaria europea (in materia civile e commerciale)

1 Quali sono le condizioni per ottenere il divorzio?

Gli aspetti del divorzio sono trattati nel libro III «Diritto di famiglia», parte II, capo 4, del codice civile della Repubblica di Lituania (il «codice civile lituano»).

L'articolo 3.51 stabilisce le condizioni del divorzio congiunto (con consenso reciproco). Il divorzio può essere ottenuto nel caso in cui sussistano tutte le seguenti condizioni:

  1. sia trascorso più di un anno dalla celebrazione del matrimonio;
  2. i coniugi abbiano concluso una convenzione di divorzio (divisione del patrimonio, mantenimento dei figli, ecc.);
  3. entrambi i coniugi dispongano della piena capacità giuridica.

Nei casi di seguito indicati, il divorzio può essere ottenuto con una procedura semplificata.

L'articolo 3.55 del codice civile lituano stabilisce le condizioni per dichiarare il divorzio su istanza presentata da uno dei coniugi presso il tribunale distrettuale (apylinkės teismas) del luogo in cui risiede se ricorre almeno una delle seguenti condizioni:

  1. i coniugi vivono separati da oltre un anno;
  2. uno dei coniugi è stato dichiarato legalmente incapace con decisione giudiziaria successivamente alla celebrazione del matrimonio;
  3. uno dei coniugi è stato dichiarato irreperibile con decisione giudiziaria;
  4. uno dei coniugi sta scontando una pena detentiva di durata superiore a un anno per un reato non premeditato.

L'articolo 3.60 del codice civile lituano stabilisce le condizioni in base alle quali il divorzio può essere imputabile a uno dei coniugi. Uno dei coniugi può chiedere il divorzio se il matrimonio è fallito per colpa dell'altro coniuge. Un coniuge è considerato responsabile del fallimento del matrimonio se ha commesso una grave violazione degli obblighi matrimoniali previsti nel libro terzo (diritto di famiglia) del codice civile lituano (Civilinis kodeksas), tale da rendere impossibile la prosecuzione della convivenza coniugale.

Il matrimonio si considera fallito per colpa di un coniuge se quest'ultimo è stato condannato per un reato premeditato, oppure si è reso responsabile di adulterio o di maltrattamenti nei confronti del coniuge o di altri familiari, o ha abbandonato la famiglia senza prendersene cura per oltre un anno.

Il convenuto in un procedimento di divorzio può negare la propria responsabilità e addurre prove per dimostrare che il fallimento del matrimonio è imputabile al ricorrente. Il tribunale, previo esame delle circostanze del caso, può dichiarare entrambi i coniugi responsabili del fallimento del matrimonio, con conseguenze analoghe a quelle derivanti dallo scioglimento del matrimonio per mutuo consenso.

2 Quali sono le cause del divorzio?

Il matrimonio si scioglie per decesso di uno dei coniugi o nei casi previsti dalla legge. Lo scioglimento può avere luogo per mutuo consenso, su istanza di uno dei coniugi o per motivi addebitabili a uno o entrambi i coniugi.

3 Quali sono gli effetti giuridici di un divorzio per quanto riguarda:

Il matrimonio è considerato sciolto a partire dal momento in cui la sentenza di divorzio produce effetti. Il tribunale deve inviare copia della sentenza, entro tre giorni dal passaggio in giudicato, all'ufficio di stato civile locale, che provvede alla sua trascrizione.

3.1 i rapporti personali tra coniugi (ad esempio, il cognome)?

Dopo il divorzio, il coniuge può mantenere il nome acquisito con il matrimonio o riprendere quello che aveva in precedenza. Il tribunale può vietare al coniuge responsabile del divorzio, su richiesta dell'altro coniuge, di mantenere il cognome acquisito, a meno che vi siano figli nati dal matrimonio.

3.2 la divisione dei beni dei coniugi?

Le modalità di divisione del patrimonio coniugale dipendono dal regime patrimoniale, che può essere stabilito per legge o con una convenzione. In mancanza di convenzione matrimoniale, il patrimonio dei coniugi è soggetto al regime di comunione legale. I rapporti patrimoniali tra i coniugi sono disciplinati dal libro terzo, parte III, capo VI, del codice civile.

3.3 i figli minori dei coniugi?

Se l'abitazione familiare appartiene a uno dei coniugi, il tribunale può assegnarne l'usufrutto all'altro coniuge consentendogli di rimanervi nel caso in cui continui a convivere con figli minorenni dopo il divorzio. L'usufrutto rimane valido fino quando i figli minorenni non raggiungano la maggiore età. Se l'abitazione familiare è in locazione, il tribunale può disporre la cessione del contratto al coniuge con cui vivranno i figli minori o al coniuge inabile al lavoro, e ordinare lo sfratto dell'altro coniuge nel caso in cui gli sia stato ordinato di abitare altrove.

3.4 l’obbligo alimentare nei confronti dell’altro coniuge?

Con la sentenza di divorzio il tribunale dispone anche l'attribuzione degli alimenti all'ex‑coniuge che ne abbia necessità, salvo che la questione sia stata definita dai coniugi nella convenzione di divorzio. I coniugi non hanno diritto agli alimenti se il loro patrimonio o reddito è sufficiente per il loro sostentamento. Si presume che un coniuge abbia diritto agli alimenti se ha a carico un figlio minorenne nato dal matrimonio, o se non può lavorare per motivi di età o di salute. L'ex-coniuge che non abbia potuto conseguire alcun titolo di studio (completare la sua formazione) a motivo del matrimonio, degli interessi comuni della famiglia o delle esigenze dei figli può chiedere all'ex-coniuge di sostenere le spese per il completamento dei suoi studi o della sua formazione.

Il coniuge responsabile del divorzio non ha diritto agli alimenti.

Per decidere se attribuire gli alimenti e definirne l'importo, il giudice deve tenere conto della durata del matrimonio, delle esigenze di mantenimento, del patrimonio di ciascun ex-coniuge, del loro stato di salute, della loro età e della loro capacità lavorativa, delle possibilità del coniuge disoccupato di trovare un'occupazione e di altri fattori rilevanti.

Gli alimenti vengono ridotti, concessi solo temporaneamente o negati se ricorrono le seguenti circostanze:

  1. il matrimonio è durato meno di un anno;
  2. il coniuge beneficiario ha commesso un reato contro l'altro coniuge o familiari di questo;
  3. le difficoltà economiche in cui si trova il coniuge beneficiario sono imputabili al suo stesso comportamento;
  4. il coniuge che chiede gli alimenti non ha contribuito al patrimonio comune o ha leso intenzionalmente gli interessi dell'altro coniuge o della famiglia durante il matrimonio.

Il giudice può ordinare all'ex-coniuge obbligato agli alimenti di fornire adeguata garanzia per l'adempimento di tale obbligo. Gli alimenti possono essere assegnati sotto forma di pagamento in un'unica soluzione o di pagamenti mensili, o di cessione di beni.

Se uno dei coniugi ha chiesto il divorzio a motivo della disabilità dell'altro, deve pagare le spese per il trattamento e le cure dell'ex-coniuge, salvo che siano coperte dalla previdenza sociale.

La decisione sugli alimenti costituisce titolo di pegno (ipoteca) sui beni del convenuto. Se l'ex-coniuge non adempie il proprio obbligo alimentare, i suoi beni possono essere utilizzati per pagare gli alimenti secondo la procedura prevista dalla legge.

In caso di decesso dell'ex-coniuge obbligato agli alimenti, l'obbligo si trasmette ai suoi discendenti nei limiti della loro quota ereditaria, a prescindere dalle modalità di accettazione dell'eredità.

Se l'ex-coniuge beneficiario degli alimenti muore o si risposa, l'obbligo alimentare si estingue. In caso di decesso, il diritto agli alimenti arretrati o non ancora corrisposti si devolve agli eredi del coniuge defunto. Se il nuovo matrimonio viene sciolto, l'ex-coniuge può chiedere il ripristino degli alimenti, purché abbia a carico un figlio minorenne o un figlio disabile nato dal precedente matrimonio. In tutti gli altri casi, il coniuge del matrimonio successivo è tenuto a versare gli alimenti in via prioritaria rispetto all'ex-coniuge di quello precedente.

4 Cosa significa "separazione legale" in termini pratici?

A seguito della sentenza di separazione legale, i coniugi non convivono più, ma alcuni loro diritti e obblighi non si estinguono. La separazione legale può essere una fase preliminare al divorzio. Tuttavia, essa non esclude il ripristino della convivenza coniugale. Diversamente da quanto accade in caso di divorzio, i coniugi separati non possono risposarsi, in quanto il loro matrimonio non è formalmente sciolto.

5 Quali sono le condizioni per la separazione legale?

Uno dei coniugi può chiedere al tribunale di pronunciare la separazione legale se determinate circostanze, che possono anche non dipendere dall'altro coniuge, rendono intollerabile o impossibile la convivenza o potrebbero ledere gravemente gli interessi di figli minorenni, o se i coniugi non intendono più convivere. I coniugi possono chiedere congiuntamente al tribunale di pronunciare la separazione legale se hanno concluso un accordo sulla separazione che regola le questioni concernenti la sistemazione abitativa, il mantenimento e l'istruzione dei figli minorenni, la divisione del patrimonio e gli obblighi alimentari reciproci.

6 Quali sono gli effetti giuridici della separazione legale?

La separazione non incide sui diritti e gli obblighi dei coniugi nei confronti dei figli minorenni; semplicemente, i coniugi vivono separati. Nel pronunciare la decisione di separazione, il tribunale deve sempre emettere un'ingiunzione di accordo patrimoniale, salvo che la questione sia regolata da una convenzione matrimoniale tra i coniugi. Gli effetti giuridici della separazione sui diritti patrimoniali dei coniugi si producono a decorrere dall'avvio del procedimento. Tuttavia, a meno che uno dei coniugi sia stato considerato responsabile della separazione, l'altro coniuge può chiedere al tribunale di disporre che gli effetti giuridici della stessa sul patrimonio coniugale si producano retroattivamente a decorrere dalla data in cui i coniugi hanno cessato la convivenza. Se uno dei coniugi separati muore dopo la decisione di separazione, il coniuge superstite mantiene tutti i diritti previsti dalla legge, a meno che il tribunale gli abbia addebitato la separazione. La medesima regola vale nel caso in cui il tribunale disponga la separazione in base a un'istanza congiunta dei coniugi, salvo che sia previsto diversamente dall'accordo sulla separazione concluso tra gli stessi. Tuttavia, il coniuge superstite non può ereditare il patrimonio del coniuge defunto.

Quando si pronuncia sulla separazione, il tribunale può condannare il coniuge colpevole a pagare gli alimenti all'altro coniuge, se quest'ultimo ne necessita, a meno che la questione degli alimenti sia regolata dall'accordo sulla separazione concluso tra i coniugi.

La separazione cessa se i coniugi riprendono a convivere e la loro convivenza conferma che essi intendono proseguire il rapporto matrimoniale. La separazione cessa nel momento in cui il tribunale accoglie l'istanza in tal senso presentata congiuntamente dai coniugi e revoca la sua precedente decisione di separazione.

Alla ripresa della convivenza, il patrimonio dei coniugi rimane separato fino a quando i medesimi non stipulino una nuova convenzione matrimoniale e scelgano un nuovo regime di regolazione dei loro rapporti patrimoniali. La cessazione della separazione legale produce effetti giuridici nei confronti dei terzi solo se i coniugi concludono una nuova convenzione matrimoniale e la registrano secondo la procedura prevista all'articolo 3.103 del codice civile.

Se i coniugi sono stati separati per almeno un anno dalla decisione giudiziaria, ciascuno di essi può chiedere il divorzio.

7 Cosa significa "annullamento del matrimonio" in termini pratici?

Il matrimonio può essere annullato solo dall'autorità giudiziaria. Il matrimonio dichiarato nullo è tale ab initio. Le conseguenze giuridiche dell'annullamento del matrimonio (v. punto 9) variano a seconda che i coniugi, o almeno uno di essi, abbiano celebrato il matrimonio in buona fede o meno. Tuttavia, la legge tutela in ogni caso i diritti dei figli nati da un matrimonio annullato (considerandoli figli legittimi). Dopo l'annullamento, le parti possono nuovamente contrarre matrimonio o costituire un'unione civile.

8 Quali sono le cause di annullamento del matrimonio?

Il matrimonio può essere dichiarato nullo se non ricorrono le seguenti condizioni di validità.

Il matrimonio può essere concluso solo tra persone di sesso diverso.

Un uomo e una donna devono contrarre matrimonio per libera scelta. Qualsiasi forma di minaccia, coercizione, inganno o altro vizio del consenso costituisce motivo di annullamento del matrimonio.

Il matrimonio può essere concluso solo tra persone che hanno compiuto diciotto anni alla data della celebrazione. Su richiesta del minore che intenda sposarsi prima di avere compiuto diciotto anni, il giudice può abbassare il limite di età per tale persona con procedura semplificata, ma di non oltre due anni. La gravidanza costituisce un motivo particolare di riduzione del limite di età. Se l'interessata è incinta, il tribunale può abbassare tale limite al di sotto dei sedici anni.

Le persone dichiarate giuridicamente incapaci con decisione giudiziaria passata in giudicato non possono contrarre matrimonio. Se viene presentata una domanda diretta a far dichiarare giudizialmente l'incapacità giuridica di uno dei futuri coniugi, la trascrizione del matrimonio deve essere rinviata fino al passaggio in giudicato della decisione giudiziaria che statuisce su tale domanda.

Il coniuge che non abbia ottenuto il divorzio secondo la procedura prevista dalla legge non può contrarre un altro matrimonio.

È vietato il matrimonio tra genitori e figli, adottanti e adottati, nonni e nipoti, fratelli o fratellastri e sorelle o sorellastre, cugini, zii e nipoti.

Anche i matrimoni fittizi possono essere annullati. Il matrimonio concluso solo pro forma e senza l'intenzione di costituire un rapporto giuridico familiare può essere annullato su domanda di uno dei coniugi o del pubblico ministero.

Il matrimonio può essere annullato se non è stato concluso liberamente. Un coniuge può chiedere l'annullamento se riesce a dimostrare che, alla data del matrimonio, non era in grado di intendere e di volere. L'annullamento può essere chiesto dal coniuge che sia stato indotto al matrimonio con minaccia, violenza o inganno.

Il coniuge che abbia prestato il proprio consenso a motivo di un errore sostanziale può chiedere l'annullamento del matrimonio. Un errore è considerato sostanziale se riguarda circostanze relative al coniuge che, se fossero state note, avrebbero indotto l'altro coniuge a non contrarre matrimonio. Si presume che l'errore sia sostanziale se riguarda: i) lo stato di salute o disturbi sessuali dell'altro coniuge tali da rendere impossibile la normale convivenza familiare o ii) un reato grave commesso dall'altro coniuge.

9 Quali sono gli effetti giuridici dell’annullamento del matrimonio?

I figli nati da un matrimonio successivamente annullato sono considerati figli legittimi. Se entrambi i coniugi erano in buona fede, vale a dire non sapevano né potevano sapere degli impedimenti, il loro matrimonio, pur se annullato, produce gli stessi effetti giuridici di un matrimonio valido, tranne per quanto riguarda i diritti di successione. La decisione giudiziaria deve specificare gli elementi da cui risulta che i coniugi hanno agito in buona fede.

Se uno o entrambi i coniugi hanno agito in malafede, le conseguenze giuridiche dell'annullamento si sostanziano nel fatto che, se solo uno di essi era in buona fede, il matrimonio annullato gli conferisce i medesimi diritti di una persona coniugata. Se entrambi i coniugi hanno agito in malafede, il matrimonio non conferisce loro i diritti e gli obblighi delle persone coniugate. Ciascuno di essi può recuperare i propri beni, comprese le donazioni fatte all'altro. Se il coniuge che ha agito in buona fede non è in grado di provvedere al proprio sostentamento, può chiedere gli alimenti, per un periodo non superiore a tre anni, a carico del coniuge che ha agito in malafede. L'importo degli alimenti deve essere stabilito dal tribunale tenendo conto della situazione economica delle parti. Il tribunale può disporre che gli alimenti siano versati sotto forma di pagamenti mensili o in un'unica soluzione. Se la situazione di una delle parti si modifica, l'interessato/a può chiedere al tribunale di aumentare o ridurre gli alimenti o di revocarli. L'obbligo alimentare nei confronti del coniuge che ha agito in buona fede cessa automaticamente se quest'ultimo contrae un nuovo matrimonio, o al termine del periodo triennale per il quale è previsto.

10 Vi sono procedure alternative stragiudiziali per risolvere questioni relative al divorzio senza adire l’autorità giudiziaria?

La legge lituana non prevede modalità extragiudiziali per dirimere le questioni relative al divorzio; tali questioni possono quindi essere risolte solo in sede giurisdizionale.

11 A quale autorità va presentata una domanda di divorzio/separazione legale/annullamento di matrimonio? Quali sono le formalità da rispettare e i documenti da allegare alla domanda?

L'istanza di divorzio per mutuo consenso tra i coniugi deve essere presentata presso il tribunale distrettuale del luogo in cui risiede uno dei coniugi. La domanda deve indicare i motivi del divorzio e le modalità con cui l'istante adempirà i suoi obblighi nei confronti del coniuge e dei figli minorenni, nonché tutte le altre informazioni di cui all'articolo 384 del codice di procedura civile (Civilinio proceso kodeksas).

La domanda unilaterale di divorzio deve essere presentata presso il tribunale distrettuale del luogo in cui risiede l'istante.

La domanda di divorzio per motivi addebitabili a uno dei coniugi deve essere presentata presso il tribunale distrettuale del luogo in cui risiede il convenuto. Se l'istante convive con figli minorenni, l'istanza di divorzio può essere presentata anche presso il tribunale distrettuale del luogo in cui risiede l'istante.

La domanda di annullamento del matrimonio deve essere presentata presso il tribunale del luogo in cui risiede il convenuto o uno dei convenuti.

Le domande di separazione legale sono esaminate dal tribunale del luogo in cui risiede il convenuto.

12 Posso ottenere il patrocinio a spese dello Stato a copertura dei costi del procedimento?

La legge lituana sull'assistenza giuridica garantita dallo Stato (Lietuvos Respublikos Valstybės garantuojamos teisinės pagalbos įstatymas) disciplina il patrocinio gratuito a favore dei soggetti a basso reddito, che è previsto anche in materia di famiglia.

13 È possibile ricorrere in appello contro una decisione relativa alla pronuncia di divorzio/separazione legale/annullamento di matrimonio?

Sì. Le decisioni di divorzio o di annullamento del matrimonio sono impugnabili secondo le norme generali dei procedimenti di appello.

14 Che cosa occorre fare per ottenere il riconoscimento in questo Stato membro, di una decisione di divorzio/separazione legale/annullamento di matrimonio pronunciata da un’autorità giudiziaria di un altro Stato membro?

Le decisioni giudiziarie di divorzio, separazione legale e annullamento del matrimonio emesse in un altro Stato membro sono riconosciute nella Repubblica di Lituania in forza del regolamento (CE) n. 2201/2003 del Consiglio. Ai sensi di tale regolamento, le decisioni emesse in uno Stato membro sono riconosciute negli altri Stati membri senza che sia necessario il ricorso ad alcun procedimento.

15 Qual è il giudice competente per l'opposizione al riconoscimento di una decisione relativa alla pronuncia di divorzio/separazione legale/annullamento di matrimonio pronunciata in un altro Stato membro? Quali procedure si applicano in questi casi?

Ai sensi del regolamento (CE) n. 2201/2003 del Consiglio, gli interessati possono opporsi al riconoscimento nella Repubblica di Lituania di una decisione di divorzio, separazione legale o annullamento del matrimonio emessa in un altro Stato membro.

In base all'articolo 21 del regolamento (CE) n. 2201/2003 del Consiglio, gli interessati possono presentare un'istanza presso il tribunale distrettuale per chiedere che una decisione emessa in un altro Stato membro non sia riconosciuta in Lituania.

La persona nei cui confronti è stato chiesto il riconoscimento di una decisione in Lituania può opporsi anche adducendo l'esistenza di un procedimento analogo già in corso e avviato dopo la decisione di riconoscimento emessa dal tribunale distrettuale. Pertanto, in tal caso il convenuto può opporsi al riconoscimento della decisione in Lituania impugnando il provvedimento del tribunale distrettuale. In forza dell'articolo 33 del regolamento (CE) n. 2201/2003 del Consiglio, il provvedimento del tribunale distrettuale sul riconoscimento di una decisione emessa in un altro Stato membro può essere impugnato dinanzi al tribunale regionale (apygardos teismas).

Il convenuto può opporsi al riconoscimento di una decisione emessa da un giudice di un altro Stato membro per i motivi di non riconoscimento previsti dall'articolo 22 del regolamento (CE) n. 2201/2003 del Consiglio.

16 Qual è la legge applicabile da parte del giudice nel quadro di una procedura di divorzio tra coniugi che non vivono in questo Stato membro o che sono di nazionalità diversa?

La separazione legale e il divorzio sono soggetti alla legge del luogo in cui risiedono abitualmente i coniugi. Se i coniugi non hanno una residenza comune abituale, si applica la legge del luogo in cui hanno avuto la loro ultima residenza abituale comune o, in mancanza, la legge del paese del giudice. Se la legge del paese di cui i coniugi hanno la cittadinanza non consente il divorzio o lo assoggetta a condizioni particolari, il divorzio può essere ottenuto secondo la legge lituana se uno dei coniugi è cittadino lituano o risiede abitualmente nella Repubblica di Lituania.

 

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Ultimo aggiornamento: 17/12/2020

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