Responsabilità genitoriale - diritti di affidamento e visita dei figli

Slovenia
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1 Qual é il significato nella pratica della nozione di "potestà genitoriale"? Quali sono i diritti e i doveri del titolare della potestà genitoriale?

La responsabilità genitoriale è un rapporto giuridico disciplinato dal diritto di famiglia. Tale rapporto inizia con la nascita di un figlio o la determinazione della paternità e della maternità. Nell'ordinamento giuridico sloveno, i figli nati da genitori non sposati hanno gli stessi diritti e doveri di quelli nati da genitori sposati. La legislazione slovena ha adottato un sistema di "adozione piena" (legittimante), il che significa che i figli adottati sono trattati allo stesso modo di quelli biologici.

La base giuridica è fornita dall'articolo 54 della Ustava Republike Slovenije (costituzione slovena), secondo il quale i genitori hanno il diritto e il dovere di mantenere, educare e far crescere i propri figli. Tale diritto e tale dovere possono essere revocati o limitati soltanto per motivi stabiliti dalla legge al fine di tutelare gli interessi del figlio. I figli nati da genitori non sposati hanno gli stessi diritti di quelli nati da genitori sposati.

La responsabilità genitoriale è l'insieme dei diritti e dei doveri che i genitori hanno di creare le condizioni, al meglio delle loro capacità, per assicurare lo sviluppo completo del loro figlio. La responsabilità genitoriale è condivisa dai due genitori (articolo 6 del codice di famiglia [Družinski zakonik]).

I genitori devono salvaguardare gli interessi del figlio in tutte le attività che lo riguardano e, nell'educarlo, devono rispettarne la persona, l'individualità e la dignità. I genitori hanno la precedenza su tutti gli altri nel prendersi cura del proprio figlio e nell'esercitare la responsabilità di operare nell'interesse del figlio. Si ritiene che i genitori operino nell'interesse del loro figlio se, tenendo conto della personalità, dell'età, del livello di sviluppo e, in particolare, dei desideri di quest'ultimo, ne soddisfano le esigenze materiali, emotive e psicosociali agendo in modo da dimostrare la loro cura e responsabilità nei suoi confronti, fornendogli una guida adeguata e promuovendone lo sviluppo. (articolo 7 del codice di famiglia).

Entrambi i genitori sono, in egual misura, i principali responsabili per la cura, l'educazione e lo sviluppo del loro figlio. La loro preoccupazione principale dev'essere l'interesse del figlio, e lo Stato deve assisterli nell'adempimento delle loro responsabilità genitoriali.

La responsabilità genitoriale comprende i diritti e i doveri dei genitori in relazione alla vita, alla salute, all'educazione, alla protezione, alla cura, alla sorveglianza e all'istruzione del figlio, e i loro diritti e responsabilità in relazione alla rappresentanza e alle obbligazioni alimentari nei confronti del figlio, oltre che alla gestione del suo patrimonio. Un'autorità competente può limitare uno o entrambi i genitori nell'esercizio della responsabilità genitoriale, o revocare la responsabilità genitoriale a uno o a entrambi i genitori, alle condizioni stabilite dal codice di famiglia.

I genitori devono prendersi cura della vita e della salute del loro figlio, e proteggerlo, nutrirlo, crescerlo e vigilare su di lui. Devono offrire al figlio le condizioni per una crescita sana e uno sviluppo personale equilibrato; devono aiutarlo a sviluppare la capacità di vivere e lavorare in modo indipendente, devono mantenere il figlio conformemente alle disposizioni del codice di famiglia e, al meglio delle loro capacità, garantire che possa essere scolarizzato ed educato conformemente alle sue capacità e ai suoi talenti e desideri (articoli 135, 136 e 137 del codice di famiglia).

Un figlio ha il diritto di avere un contatto con entrambi i genitori ed entrambi i genitori hanno il diritto di avere un contatto con il figlio (articolo 141 del codice di famiglia).

La responsabilità giuridica dei genitori nei confronti dei loro figli è sancita dall'articolo 142 dell'Obligacijski zakonik (codice delle obbligazioni). I genitori sono responsabili per i danni causati a terzi da un figlio di età inferiore ai sette anni, indipendentemente dal fatto che essi siano responsabili per il danno cagionato. I genitori sono responsabili per i danni causati a terzi da un figlio minore di età superiore ai sette anni, a meno che non riescano a dimostrare di non essere responsabili per il danno cagionato.

L'articolo 145 del codice di famiglia disciplina la rappresentanza di un figlio nei rapporti di quest'ultimo con il mondo esterno. A meno che la legge non stabilisca diversamente (ad esempio, se è stato dato in affidamento), un figlio è rappresentato dai suoi genitori. Se è necessario consegnare qualcosa a un bambino o informarlo di qualcosa, entrambi i genitori possono prendere la consegna o ricevere l'informazione. Se i genitori non vivono insieme, questo viene fatto dal genitore con cui vive il bambino o dal genitore nominato in una transazione giudiziaria o in una decisione sull'affidamento congiunto ai sensi dell'articolo 139 del codice di famiglia (articolo 145 del codice di famiglia).

I beni di un minore sono gestiti dai suoi genitori nell'interesse del figlio. I genitori possono utilizzare il reddito derivante dal patrimonio del figlio in particolare per le obbligazioni alimentari, l'educazione e l'istruzione del figlio, nonché per le esigenze immediate della famiglia se quest'ultima non dispone di mezzi sufficienti (articoli 147 e 148 del codice di famiglia).

2 Come regola generale, chi ha la potestà genitoriale sul figlio minore?

Entrambi i genitori sono, in egual misura, i principali responsabili per la cura, l'educazione e lo sviluppo del loro figlio. La loro preoccupazione principale dev'essere l'interesse del figlio (articolo 135 del codice di famiglia).

I genitori esercitano la loro responsabilità genitoriale di comune accordo in conformità con gli interessi del figlio. Se non sono in grado di raggiungere un accordo in merito, un centro servizi sociali (center za socialno delo) fornisce loro assistenza. Se lo desiderano, possono anche ricorrere ai servizi di un mediatore. Quando non vivono insieme e non hanno l'affidamento condiviso del figlio, i genitori decidono entrambi, di comune accordo e nel rispetto degli interessi del figlio, in merito a questioni che hanno un impatto significativo sullo sviluppo del figlio. Se non sono in grado di raggiungere un accordo in merito, un centro servizi sociali fornisce loro assistenza. Se lo desiderano, possono anche ricorrere ai servizi di un mediatore.

Il genitore che ha la custodia del figlio è quello che decide sulle questioni relative alla vita quotidiana del figlio e al suo luogo di residenza permanente, a condizione che ciò non si ripercuota negativamente su tutti gli aspetti importanti per lo sviluppo del figlio.

Nel caso in cui i genitori non siano in grado di raggiungere un accordo su questioni che incidono significativamente sullo sviluppo del figlio, sarà il giudice a decidere.

Quando uno dei genitori è impossibilitato ad esercitare la responsabilità genitoriale, questa viene esercitata dall'altro genitore da solo.

Se uno dei genitori non è più in vita o è sconosciuto, o se gli è stata revocata la responsabilità genitoriale, tale responsabilità viene esercitata dall'altro genitore (articolo 151 del codice di famiglia).

3 Se i genitori sono incapaci o non desiderano esercitare la potestà genitoriale, un’altra persona può essere nominata al loro posto?

I genitori hanno la precedenza su tutti gli altri per quanto riguarda il diritto e il dovere di proteggere i diritti e gli interessi del loro figlio. Se i genitori non esercitano tali diritti o non adempiono a questi doveri, o non lo fanno nell'interesse del figlio, lo Stato adotta misure per tutelare i diritti e gli interessi del figlio (di seguito: misure per tutelare gli interessi del figlio). È possibile adottare misure a tutela degli interessi del figlio fino a quando questi non acquisisce la piena capacità giuridica, a meno che il codice di famiglia non preveda diversamente (articolo 154 del codice di famiglia).

Un tribunale può allontanare un figlio dai suoi genitori e affidarlo a un'altra persona, un'altra famiglia o a un istituto se il figlio è in pericolo e se l'allontanamento è l'unico modo per proteggere adeguatamente i suoi interessi, e se le circostanze del caso indicano che i genitori, dopo un certo periodo di tempo, saranno in grado di riassumere la responsabilità della cura e dell'educazione del figlio (articolo 174 del codice di famiglia).

Un tribunale può anche decidere di affidare un figlio a un istituto se questi soffre di problemi psicosociali sotto forma di difficoltà comportamentali, emotive, di apprendimento o altre difficoltà di sviluppo e se il figlio o altri figli della famiglia sono in pericolo, ed è possibile proteggere gli interessi del figlio o quelli degli altri figli della famiglia solo affidando il figlio a un istituto (articolo 175 del codice di famiglia).

Un figlio può essere affidato alle cure di un genitore adottivo. Un figlio può essere dato in adozione solo se i genitori hanno acconsentito all'adozione presso un centro servizi sociali o dinanzi a un tribunale dopo la nascita del bambino. Per un figlio che non ha ancora otto settimane, il consenso dev'essere riconfermato dopo il raggiungimento di quest'età. In caso contrario, il consenso non ha alcun effetto legale. Non è richiesto il consenso di un genitore la cui responsabilità genitoriale è stata revocata o che è permanentemente incapace di esprimere la propria volontà. Anche i figli i cui genitori sono sconosciuti o la cui residenza non è nota da un anno possono essere dati in adozione (articolo 218 del codice di famiglia). L'adozione pone fine ai diritti e ai doveri del figlio nei confronti dei genitori e di altri parenti, e viceversa. Se il coniuge o il partner extraconiugale di uno dei genitori del figlio adotta quest'ultimo, i diritti e i doveri del figlio nei confronti di quel genitore e dei suoi parenti non vengono meno, e viceversa (articolo 220 del codice di famiglia).

La concessione della responsabilità genitoriale a un parente è un nuovo istituto introdotto dal codice di famiglia in relazione alla cura di un figlio. Tale istituto è disponibile solo in relazione a un bambino che non ha genitori viventi. Se è nell'interesse del bambino, il tribunale può concedere la responsabilità genitoriale a un parente disposto ad assumersi la responsabilità del bambino e che soddisfi le condizioni per l'adozione stabilite nel codice di famiglia. Il codice di famiglia stabilisce chi dev'essere considerato come un parente in questi casi: una persona legata al bambino da vincoli di sangue in linea retta fino al secondo grado o in linea collaterale fino al quarto grado. La persona alla quale è stata concessa la responsabilità genitoriale acquisisce gli stessi diritti e doveri che avrebbero avuto i genitori del bambino e ne diventa il rappresentante legale. La persona alla quale è stata concessa la responsabilità genitoriale è tenuta a mantenere il figlio. Se la responsabilità genitoriale dev'essere concessa a due parenti che sono sposati o in una relazione extraconiugale tra loro, o a un parente e al suo coniuge o partner extraconiugale che soddisfano le condizioni, tale responsabilità è concessa a entrambi i partner e non può essere concessa esclusivamente a uno (articolo 231 del codice di famiglia).

Il tribunale nomina un tutore per un bambino che non ha genitori o i cui genitori non se ne prendono cura, e gli affida il bambino (articolo 257 del codice di famiglia). Un centro servizi sociali o un tribunale nomina un tutore speciale ("di collisione") (kolizijski skrbnik) per un bambino quando i genitori del bambino esercitano la responsabilità genitoriale ma i loro interessi sono in conflitto, o quando, nel caso della tutela, gli interessi del bambino e del suo tutore sono in conflitto (articolo 269 del codice di famiglia).

4 Se i genitori divorziano o si separano, le modalità di esercizio della potestà genitoriale come sono regolate per il futuro?

I genitori che non vivono insieme o che intendono separarsi devono giungere a un accordo sull'affidamento dei figli che hanno in comune e lo devono fare agendo nell'interesse di tali figli. Possono concordare di mantenere un affidamento congiunto dei loro figli, di conferire l'affidamento a uno dei genitori o di dividersi i figli tra loro. Se non sono in grado di raggiungere un accordo in merito, un centro servizi sociali fornisce loro assistenza. Se lo desiderano, possono anche ricorrere ai servizi di un mediatore. Se i genitori raggiungono un accordo sulla custodia, possono proporre la firma di una transazione giudiziaria. Se l'organo giurisdizionale stabilisce che tale accordo non è nell'interesse dei figli, respinge la proposta. Se i genitori non riescono a raggiungere un accordo sulla custodia, la questione viene decisa dal tribunale. Il tribunale può anche, di sua iniziativa e conformemente alle disposizioni del codice di famiglia, decidere altre misure per salvaguardare gli interessi del bambino. Nel prendere una decisione sulla custodia, il tribunale decide sempre anche sulle obbligazioni alimentari nei confronti dei figli che i genitori hanno in comune e sul contatto con i rispettivi genitori, conformemente a quanto disposto dal codice di famiglia. Il tribunale emette una nuova decisione sulla custodia quando ciò è richiesto da un cambiamento delle circostanze o dagli interessi del bambino (articolo 138 del codice di famiglia).

Quando un organo giurisdizionale annulla un matrimonio, disciplina anche l'affidamento e le obbligazioni alimentari per tutti i figli che i coniugi hanno in comune, nonché il loro contatto con i rispettivi genitori, conformemente a questo atto. Prima però deve stabilire il modo migliore per garantire l'interesse del bambino o dei bambini (articolo 98 del codice di famiglia).

Quando non vivono insieme e non hanno l'affidamento condiviso del figlio, i genitori decidono entrambi, di comune accordo e nel rispetto degli interessi del figlio, in merito a questioni che hanno un impatto significativo sullo sviluppo del figlio. Se non sono in grado di raggiungere un accordo in merito, un centro servizi sociali fornisce loro assistenza. Se lo desiderano, possono anche ricorrere ai servizi di un mediatore. Il genitore che ha la custodia del figlio è quello che decide sulle questioni relative alla vita quotidiana del figlio e al suo luogo di residenza permanente, a condizione che ciò non si ripercuota negativamente su tutti gli aspetti importanti per lo sviluppo del figlio (articolo 151 del codice di famiglia).

5 Se i genitori concludono un accordo sulle modalità di esercizio della potestà genitoriale, quali sono le formalità da rispettare perchè l’accordo sia per loro vincolante?

I genitori che non vivono insieme o che intendono separarsi devono giungere a un accordo sull'affidamento dei figli che hanno in comune e lo devono fare agendo nell'interesse di tali figli. Possono concordare di mantenere un affidamento congiunto dei loro figli, di conferire l'affidamento a uno dei genitori o di dividersi i figli tra loro. Se non sono in grado di raggiungere un accordo in merito, un centro servizi sociali fornisce loro assistenza. Se lo desiderano, possono anche ricorrere ai servizi di un mediatore. Se i genitori raggiungono un accordo sulla custodia, possono proporre la firma di una transazione giudiziaria. Se l'organo giurisdizionale stabilisce che tale accordo non è nell'interesse dei figli, respinge la proposta. Se i genitori non riescono a raggiungere un accordo sulla custodia, la questione viene decisa dal tribunale (articolo 138 del codice di famiglia). Una transazione giudiziaria o una decisione giudiziale sull'affidamento congiunto deve contenere una decisione sul luogo di residenza permanente del bambino, sul genitore che deve prendere in consegna la corrispondenza per il figlio e sulle obbligazioni alimentari nei confronti di quest'ultimo (articolo 139 del codice di famiglia).

I genitori che non vivono insieme o che intendono separarsi, e i genitori che vivono insieme, raggiungono un accordo sulle obbligazioni alimentari a favore dei figli che hanno avuto insieme. Se non sono in grado di raggiungere un accordo in merito, un centro servizi sociali fornisce loro assistenza. Se lo desiderano, possono anche ricorrere ai servizi di un mediatore. Se i genitori non riescono a raggiungere un accordo sul mantenimento dei figli comuni, la questione viene decisa dal tribunale (articolo 140 del codice di famiglia).

Un figlio ha il diritto di avere un contatto con entrambi i genitori ed entrambi i genitori hanno il diritto di avere un contatto con il figlio. Il contatto deve garantire l'interesse del bambino. Il genitore con cui vive il figlio e al quale è stata affidata la custodia del figlio, oppure una terza persona con cui il figlio vive deve astenersi da qualsiasi condotta che renda difficile o impedisca a tale figlio di mantenere i contatti e deve sforzarsi di incoraggiare il figlio ad adottare un atteggiamento appropriato in relazione ai contatti con l'altro genitore o con entrambi i suoi genitori. Il genitore che ha contatti con il figlio deve astenersi da qualsiasi condotta che impedisca il contatto, la cura e l'educazione del figlio. I genitori che non vivono insieme o che intendono separarsi devono trovare un accordo sui contatti. Se non sono in grado di raggiungere un accordo in merito, un centro servizi sociali fornisce loro assistenza. Se lo desiderano, possono anche ricorrere ai servizi di un mediatore. Se i genitori raggiungono un accordo sulla custodia, possono proporre la firma di una transazione giudiziaria. Se l'organo giurisdizionale stabilisce che tale accordo non è nell'interesse del figlio, respinge la proposta. Se i genitori non riescono a raggiungere un accordo sui contatti, la questione viene decisa dal tribunale. (articolo 141 del codice di famiglia).

Un figlio ha altresì il diritto di avere contatti con altri familiari che hanno uno stretto legame personale con lui, a meno che ciò non sia contrario agli interessi del figlio stesso. In particolare si suppone che tali persone siano i nonni, i fratelli e le sorelle, i fratellastri e le sorellastre, precedenti genitori affidatari e un precedente o attuale coniuge o partner non sposato di uno o dell'altro genitore del figlio. L'accordo in materia di contatti dev'essere raggiunto dai genitori, dal figlio (qualora sia in grado di comprendere l'importanza dell'accordo) e dalle persone di cui sopra. Se non sono in grado di raggiungere un accordo in merito, un centro servizi sociali fornisce loro assistenza. Se lo desiderano, possono anche ricorrere ai servizi di un mediatore. La misura e la maniera in cui vengono mantenuti i contatti devono essere nell'interesse del figlio. Se si raggiunge un accordo sui contatti, i genitori, il figlio e le persone di cui sopra possono anche proporre la firma di una transazione giudiziaria. Se l'organo giurisdizionale stabilisce che tale accordo non è nell'interesse dei figli, respinge la proposta. Se i genitori, il figlio e le persone di cui al primo paragrafo di questo articolo non riescono a raggiungere un accordo, il contatto viene deciso dal tribunale (articolo 142 del codice di famiglia).

6 Se i genitori non raggiungono un accordo sulle questioni relative all’esercizio della potestà genitoriale, quali sono i mezzi alternativi di soluzione delle controversie?

Prima di proporre al tribunale di decidere sulla custodia del figlio e sulle obbligazioni alimentari nei suoi confronti, sui contatti del figlio con loro o con altre persone, o su questioni relative all'esercizio della responsabilità genitoriale che incidono significativamente sullo sviluppo del figlio, i genitori partecipano a un processo di consulenza preliminare presso un centro servizi sociali, a meno che uno dei genitori non sia mentalmente incapace, o se uno dei coniugi vive all'estero o il suo luogo di soggiorno o residenza è sconosciuto.

Se è in questione il contatto con un'altra persona, quest'ultima, e il bambino (se il bambino chiede il contatto), devono ricevere consulenza prima che la proposta sia presentata.

Lo scopo della consulenza preliminare è quello di richiamare l'attenzione dei genitori, o di un'altra persona, sull'esigenza di salvaguardare gli interessi del bambino nell'organizzare i rapporti con lui, sugli effetti positivi che una regolamentazione amichevole dei rapporti ha sul bambino e sull'obiettivo della mediazione.

La consulenza deve avvenire anche prima del deposito di una proposta di nuova decisione da emettere su una delle questioni di cui al primo paragrafo di questo articolo.

I genitori o le persone di cui sopra partecipano alla consulenza preliminare senza i rispettivi rappresentanti. Con il consenso dei genitori o delle persone di cui sopra, un centro servizi sociali può far seguire alla consulenza preliminare una procedura di mediazione. Queste persone possono anche partecipare a un processo di mediazione condotto da altri fornitori (articolo 203 del codice di famiglia).

La mediazione può avere luogo prima, durante o dopo il procedimento giudiziario e può includere l'assistenza nella composizione dei rapporti personali e patrimoniali. La mediazione viene attivata principalmente prima dell'inizio del procedimento giudiziario, al fine di elaborare una proposta di scioglimento del matrimonio mediante accordo o una proposta di transazione giudiziaria sulla custodia dei figli, sul mantenimento e sul contatto con i genitori o altre persone, o su questioni di responsabilità genitoriale che incidono significativamente sullo sviluppo del figlio. La mediazione durante i procedimenti giudiziari è condotta conformemente alla legge che disciplina la risoluzione alternativa delle controversie. Anche se le parti del procedimento ─ o i partecipanti allo stesso ─ hanno accettato di ricorrere alla mediazione, il tribunale può respingere la domanda e può non sospendere il procedimento giudiziario se, in un procedimento che coinvolge un bambino, ritiene che una sospensione non sarebbe nell'interesse di quest'ultimo (articolo 205 del codice di famiglia).

7 Se i genitori fanno ricorso all’autorità giudiziaria, su quali questioni relative ai figli il giudice può pronunciarsi?

L'organo giurisdizionale può decidere che un genitore debba avere l'affidamento di tutti i figli, che i figli debbano essere divisi tra i genitori o che entrambi i genitori debbano avere la custodia condivisa dei figli. Il tribunale può anche, di sua iniziativa e conformemente alle disposizioni del codice di famiglia, decidere altre misure per salvaguardare gli interessi del bambino. Nel prendere una decisione sulla custodia, il tribunale decide sempre anche sulle obbligazioni alimentari nei confronti dei figli che i genitori hanno in comune e sul contatto con i rispettivi genitori, conformemente a quanto disposto dal codice di famiglia. Il tribunale emette una nuova decisione sulla custodia quando ciò è richiesto da un cambiamento delle circostanze o dagli interessi del bambino (articoli 138 e 139 del codice di famiglia).

Il tribunale si pronuncia anche sulle obbligazioni alimentari nei confronti del bambino e sui contatti (articoli 105 bis, 106 e 106 bis della Legge sul matrimonio e sui rapporti familiari [Zakon o zakonski zvezi in družinskih razmerjih]).

Nel prendere una decisione in materia di contatti, la principale preoccupazione dell'organo giurisdizionale è costituita dagli interessi dei figli. Se il genitore con cui il figlio vive impedisce il contatto tra il figlio e l'altro genitore, e se non è possibile propiziare il contatto nemmeno con l'assistenza specializzata di un centro servizi sociali, su proposta dell'altro genitore il tribunale può decidere di revocare la custodia al genitore che impedisce il contatto e di affidare il figlio all'altro genitore se ritiene che l'altro genitore consentirà il contatto e se questo è l'unico modo in cui è possibile tutelare gli interessi del bambino. Il tribunale emana una nuova decisione sui contatti con i genitori quando ciò è richiesto da un cambiamento delle circostanze e dagli interessi del bambino (articolo 141 del codice di famiglia). Il tribunale può revocare o limitare il diritto al contatto nel contesto di una misura volta a tutelare gli interessi del bambino (articolo 173 del codice di famiglia).

Nel decidere in merito alla custodia di un bambino e alle obbligazioni alimentari nei suoi confronti, ai contatti, all'esercizio della responsabilità genitoriale e alla concessione della responsabilità genitoriale a un parente, il tribunale tiene conto anche del parere del bambino espresso da quest'ultimo o da una persona di cui il bambino si fida e che è stata scelta dal bambino stesso, purché quest'ultimo sia capace di comprendere il significato e le conseguenze del parere espresso. In relazione all'interesse del bambino, il tribunale prende in considerazione il parere del centro servizi sociali, ogniqualvolta tale parere è acquisito conformemente alla legge che disciplina la procedura civile non contenziosa (articolo 143 del codice di famiglia).

Nel calcolare le obbligazioni alimentari dovute a un figlio, l'organo giurisdizionale deve agire nell'interesse di quest'ultimo, stabilendo un importo adeguato per assicurare un buon sviluppo fisico e mentale del figlio. Le obbligazioni alimentari devono coprire le spese di vita del figlio, in particolare le spese di alloggio, vitto, abbigliamento, calzature, cura e protezione, istruzione, scolarizzazione, ricreazione, divertimento e altre esigenze specifiche (articolo 190 del codice di famiglia).

8 Se il tribunale dispone l’affidamento del minore in via esclusiva ad uno dei coniugi, questo significa che il coniuge affidatario potrà assumere decisioni concernenti il minore senza prima consultare l’altro genitore?

Quando non vivono insieme e non hanno l'affidamento condiviso del figlio, i genitori decidono entrambi, di comune accordo e nel rispetto degli interessi del figlio, in merito a questioni che hanno un impatto significativo sullo sviluppo del figlio. Se non sono in grado di raggiungere un accordo in merito, un centro servizi sociali fornisce loro assistenza. Se lo desiderano, possono anche ricorrere ai servizi di un mediatore. Il genitore che ha la custodia del figlio è quello che decide sulle questioni relative alla vita quotidiana del figlio e al suo luogo di residenza permanente, a condizione che ciò non si ripercuota negativamente su tutti gli aspetti importanti per lo sviluppo del figlio. Nel caso in cui i genitori non siano in grado di raggiungere un accordo su questioni che incidono significativamente sullo sviluppo del figlio, sarà il giudice a decidere (articolo 151 del codice di famiglia).

9 Se il tribunale dispone l’affidamento congiunto del minore, cosa significa questo nella pratica?

Significa che entrambi i genitori sono ugualmente responsabili dell'educazione e dello sviluppo del figlio e che entrambi devono continuare a prendersi cura del figlio.

10 Qual è il tribunale (o altra autorità) competente a decidere in materia di potestà genitoriale?

I tribunali distrettuali (okrožna sodišča) sono i tribunali con competenza per materia in tali casi (articolo 10 del codice di procedura civile non contenziosa [Zakon o nepravdnem postopku]).

La competenza territoriale generale è detenuta dal tribunale avente giurisdizione per la zona nella quale la persona contro cui la proposta è stata presentata ha la residenza permanente o la propria sede. Quando un organo giurisdizionale avvia un procedimento di sua iniziativa, la competenza territoriale generale è detenuta dal tribunale avente giurisdizione per la zona nella quale la persona in relazione alla quale viene condotto il procedimento ha la residenza permanente. Se soltanto un partecipante prende parte al procedimento, la competenza territoriale generale è detenuta dal tribunale avente giurisdizione per la zona nella quale il partecipante ha la residenza permanente o la propria sede. Se il partecipante non ha una residenza permanente in Slovenia, la competenza territoriale generale è determinata conformemente al suo luogo di residenza temporanea. Se oltre alla sua residenza permanente, ha anche una residenza temporanea altrove e si può presumere che, in ragione delle circostanze, viva presso tale località per un lungo periodo di tempo, la competenza territoriale generale spetta anche all'organo giurisdizionale avente giurisdizione per la zona nella quale il partecipante ha la sua residenza temporanea. Se un organo giurisdizionale in Slovenia è competente a decidere e non è possibile stabilire quale giudice in Slovenia abbia la competenza territoriale generale, tale organo viene determinato dalla Corte suprema slovena (Vrhovno sodišče Republike Slovenije) (articolo 11 del codice di procedura civile non contenziosa).

Se nel contesto di una controversia in materia di obbligazioni alimentari previste per legge il ricorrente è la persona che richiede di ottenere tali versamenti, è competente l'organo giurisdizionale avente giurisdizione per la zona nella quale il ricorrente ha la sua residenza permanente o il domicilio temporaneo, oltre all'organo giurisdizionale avente competenza territoriale generale. Se nel contesto di una controversia in materia di obbligazioni alimentari previste per legge il ricorrente è la persona che richiede di ottenere tali versamenti, è competente l'organo giurisdizionale avente giurisdizione per la zona nella quale il ricorrente ha la sua residenza permanente o temporanea, oltre all'organo giurisdizionale avente competenza territoriale generale (articolo 50 del codice di procedura civile [Zakon o nepravdnem postopku]).

A meno che la legge non preveda diversamente, le disposizioni del codice di procedura civile sono applicate per analogia ai procedimenti civili non contenziosi.

Una proposta in un procedimento civile non contenzioso deve contenere una descrizione del rapporto o della situazione su cui il giudice deve decidere, i fatti rilevanti per la decisione e le prove per tali fatti, gli altri dettagli che ogni domanda è obbligata a contenere, e i dati identificativi dei partecipanti, come stabilito per le azioni dal codice di procedura civile (articolo 23 del codice di procedura civile non contenziosa).

Le parti e gli altri partecipanti coinvolti nel procedimento devono avviare azioni, impugnazioni e altri ricorsi in lingua slovena o nella lingua di una comunità nazionale ufficialmente in uso presso l'organo giurisdizionale (articolo 104 del codice di procedura civile). Un'azione deve includere una richiesta specifica che illustri l'oggetto principale del caso e le domande secondarie, i fatti a sostegno della domanda del ricorrente, prove a sostegno di tali fatti, le altre informazioni che ogni azione è tenuta a contenere e i dati identificativi delle parti, secondo quanto disposto dal codice di procedura civile (articolo 180 del codice di procedura civile).

A meno che la legge non preveda diversamente, le spese processuali devono essere pagate quando viene depositata una proposta di avvio di un procedimento (articolo 39 del codice di procedura civile non contenziosa).

A norma del codice di procedura civile, una domanda è un'azione, una risposta a un'azione, così come lo sono mezzi di ricorso e altre dichiarazioni, proposte o comunicazioni presentate al di fuori del procedimento. Le domande devono essere comprensibili e includere tutto ciò che è necessario per consentire un'udienza giudiziaria. Devono includere in particolare: un riferimento al tribunale, i nomi e i luoghi di residenza permanente o temporanea o il luogo di stabilimento delle parti, i nomi dei loro rappresentanti legali o procuratori, l'oggetto della controversia e il contenuto della dichiarazione.

Il richiedente deve firmare la domanda, a meno che non sia possibile farlo in ragione della forma della domanda. La firma originale del richiedente è considerata la sua firma manoscritta o la sua firma elettronica (che è equivalente a una firma manoscritta). Se un richiedente non sa scrivere o non è in grado di fornire una firma, fornisce la domanda con un'impronta digitale al posto della firma. Se il giudice dubita dell'autenticità di una domanda, può emettere una decisione con la quale ordina che la domanda sia fornita con una firma autenticata. Tale decisione è inappellabile. Se la dichiarazione comprende una richiesta, la parte deve dichiarare nella domanda i fatti sui quali si basa la domanda e, ove richiesto, le prove (articolo 105 del codice di procedura civile).

Una domanda è una domanda scritta in forma fisica o elettronica. Una domanda scritta è una domanda scritta a mano o stampata e firmata di proprio pugno dal richiedente (domanda in forma fisica) oppure una domanda in formato elettronico che è stata firmata utilizzando una firma elettronica, che è l'equivalente di una firma manoscritta (domanda in forma elettronica). Una domanda in forma fisica è presentata per posta, utilizzando tecnologie di comunicazione, consegnata direttamente all'ente interessato o consegnata da una persona impegnata professionalmente nella presentazione delle domande. Una domanda in forma elettronica è presentata al sistema informatico giudiziario. Il sistema informatico giudiziario conferma automaticamente al richiedente la ricezione della domanda. Una domanda può anche essere presentata sul modulo prescritto o altrimenti predisposto. Fatte salve le disposizioni di altri regolamenti, i moduli presentati in forma elettronica devono avere un contenuto identico ai moduli prescritti per le domande presentate in forma fisica (articolo 105 ter del codice di procedura civile).

Se la dichiarazione comprende una richiesta, la parte deve dichiarare nella domanda i fatti sui quali si basa la domanda e, ove richiesto, le prove.

Le domande che devono essere consegnate all'opponente devono essere presentate all'organo giurisdizionale nel numero di copie richiesto da detto organo e dall'opponente, nonché in una forma che consenta all'organo giurisdizionale di consegnarle. Ciò vale anche per gli allegati. Le domande e gli allegati presentati per via elettronica che devono essere inviati all'opponente vengono spediti sotto forma di una copia singola. L'organo giurisdizionale provvederà quindi a effettuare il numero di copie elettroniche o le fotocopie richieste dall'opponente. Se la parte avversa è composta da più di una persona con un rappresentante legale congiunto o un procuratore, le domande e gli allegati sono consegnati per tutte le persone insieme come una sola copia (articolo 106 del codice di procedura civile non contenziosa).

11 Qual è la procedura applicabile in questi casi? Esiste una procedura di urgenza?

Il tribunale decide su questioni di stato personale e relazioni familiari in procedimenti civili non contenziosi (capitolo X del codice di procedura civile non contenziosa).

Le questioni giudiziarie contemplate dal codice di famiglia che si riferiscono ai rapporti tra genitori e figli, all'adozione, al trasferimento della responsabilità genitoriale ai parenti, all'affidamento e alla tutela sono risolte in via prioritaria. Laddove il codice di famiglia definisce un tribunale come competente a decidere in merito alle questioni previste dal Codice, sono i tribunali distrettuali ad avere la competenza a decidere in prima istanza, a meno che un'altra legge non disponga diversamente (articolo 14 del codice di famiglia).

Un tribunale distrettuale si pronuncia nel contesto di un procedimento civile, a meno che la legge stabilisca che dovrebbe farlo nell'ambito di un procedimento non contenzioso. Gli organi giurisdizionali risolvono le questioni disciplinate dalla legge sul matrimonio e i rapporti di famiglia in via prioritaria (articolo 10 bis della legge sul matrimonio e i rapporti di famiglia).

Il codice di famiglia prevede che il tribunale emetta, nell'ambito dei procedimenti, un'ingiunzione temporanea per tutelare gli interessi di un bambino se è dimostrata la probabilità che tali interessi siano minacciati (articolo 161 del codice di famiglia).

Secondo il codice di procedura civile non contenziosa, le ingiunzioni temporanee per tutelare gli interessi di un bambino alle condizioni previste dal codice di famiglia sono emanate secondo la procedura stabilita dalla legge che disciplina la garanzia dei crediti.

12 È possibile ottenere il patrocinio a spese dello Stato per coprire i costi del procedimento?

Sì, è possibile ottenere il patrocinio a spese dello Stato per coprire i costi del procedimento. Il presidente del collegio giudicante del tribunale distrettuale decide sull'assegnazione del patrocinio gratuito (articolo 2 della legge sul patrocinio a spese dello Stato [Zakon o brezplačni pravni pomoči]).

Nell'ambito di questo atto può essere concesso il patrocinio a spese dello Stato per coprire le spese di consulenza legale, consulenti legali e altri servizi legali determinati dalla legge, per tutte le forme di tutela giurisdizionale dinanzi a tutti gli organi giurisdizionali aventi giurisdizione generale e gli organi giurisdizionali specializzati in Slovenia, dinanzi alla Corte costituzionale slovena (Ustavno sodišče Republike Slovenije) e dinanzi a tutte le autorità, le istituzioni e le persone in Slovenia competenti per la risoluzione extragiudiziale delle controversie e per la rinuncia al pagamento delle spese di un procedimento giudiziario (articolo 7 della legge sul patrocinio a spese dello Stato).

Coloro che hanno diritto a beneficiare del patrocinio a spese dello Stato sono: 1. i cittadini sloveni; 2. i cittadini stranieri con residenza permanente o temporanea in Slovenia e le persone senza cittadinanza (apolidi) che risiedono legalmente in Slovenia; 3. altri cittadini stranieri, in condizioni di reciprocità o nel rispetto delle condizioni e nei casi definiti nei trattati internazionali vincolanti per la Slovenia; 4. associazioni e organizzazioni non governative che operano senza scopo di lucro e nell'interesse pubblico e che sono registrate nel registro corrispondente conformemente alla legislazione applicabile, nel contesto di controversie correlate allo svolgimento di attività di interesse pubblico o all'intenzione per la quale sono state stabilite; 5. altre persone per le quali la legge o un trattato internazionale vincolante per la Slovenia prevede un diritto al patrocinio a spese dello Stato (articolo 10 della legge sul patrocinio a spese dello Stato).

Una persona avente diritto al gratuito patrocinio può richiederlo in qualsiasi fase del procedimento (ad esempio, all'inizio di una procedura extragiudiziale o giudiziaria, e in qualsiasi fase del procedimento già in corso). Nel decidere sulle richieste di assegnazione del patrocinio gratuito, viene determinata la situazione finanziaria del richiedente, unitamente ad altre condizioni definite in questa legge (gratuito patrocinio ordinario) (articolo 11 della legge sul patrocinio a spese dello Stato).

13 È possibile proporre appello avverso una decisione sulla potestà genitoriale?

Sì, la competenza per la decisione in merito ad appelli contro una decisione in materia di responsabilità genitoriale emessa da un tribunale distrettuale spetta a un višje sodišče (organo giurisdizionale di grado superiore) (articolo 36 del codice di procedura civile non contenziosa). È possibile presentare un appello dinanzi l'organo giurisdizionale di primo grado che ha emesso la sentenza di primo grado, in un numero sufficiente di copie per detto organo e l'opponente (articolo 342 del codice di procedura civile).

14 In certi casi potrebbe essere necessario rivolgersi ad un giudice o ad altra autorità per avere una decisione sulla potestà genitoriale da far valere come titolo esecutivo? Quali procedure si applicano in tali casi?

I procedimenti di esecuzione sono disciplinati dalla legge in materia di esecuzione e protezione dei crediti civili (Zakon o izvršbi in zavarovanju). Fatto salvo il caso in cui la legge disponga diversamente, la competenza per materia per consentire l'esecuzione spetta al okrajno sodišče (tribunale circondariale) (articolo 5 della legge in materia di esecuzione e protezione dei crediti civili).

L'organo giurisdizionale avente competenza territoriale generale per decidere su una proposta di esecuzione di una decisione giudiziaria in materia di affidamento di un minore e per l'esecuzione della stessa è l'organo avente giurisdizione per la zona nella quale la persona cui è stato concesso l'affidamento ha la residenza permanente o temporanea, oppure l'organo avente giurisdizione per la zona nella quale la persona nei confronti della quale è stata presentata la proposta di esecuzione ha la sua residenza permanente o temporanea. Anche l'organo giurisdizionale della zona nella quale si trova il minore è un organo avente competenza territoriale generale sull'esecuzione diretta (articolo 238 sexies). (Articolo 238 bis della legge in materia di esecuzione e protezione dei crediti civili).

A norma di un titolo esecutivo viene imposto l'obbligo di consegnare un minore alla persona alla quale il provvedimento esecutivo è rivolto, alla persona dalla cui volontà dipende la consegna del minore e alla persona che si trova con il minore al momento dell'emissione di tale provvedimento. L'organo giurisdizionale annuncia in tale titolo esecutivo che l'obbligo di consegnare il minore si applica anche nei confronti di qualsiasi altra persona con la quale il minore si trovi nel momento in cui viene attuata l'esecuzione (articolo 238 quater della legge in materia di esecuzione e protezione dei crediti civili).

Tenendo conto di tutte le circostanze del caso e al fine di tutelare gli interessi del minore, l'organo giurisdizionale decide se dare esecuzione alla decisione in materia di affidamento del minore imponendo una sanzione pecuniaria alla persona alla quale il titolo esecutivo si riferisce oppure prelevando il minore e consegnandolo alla persona alla quale è stato concesso l'affidamento del minore (articolo 238 quater della legge in materia di esecuzione e protezione dei crediti civili).

15 In che modo si deve agire per far riconoscere ed eseguire in questo Stato membro una decisione sulla responsabilità genitoriale emessa dal giudice di un altro Stato membro?

Una decisione di un organo giurisdizionale in materia di responsabilità genitoriale è riconosciuta ed eseguita conformemente al regolamento (CE) n. 2201/2003 del Consiglio. L'organo giurisdizionale svolge un procedimento non contenzioso ai sensi delle disposizioni del codice di procedura civile non contenziosa.

16 A quale giudice di questo Stato membro occorre rivolgersi per opporsi al riconoscimento di una decisione sulla responsabilità genitoriale emessa dal giudice di un altro Stato membro? Quale procedura si applica in questi casi?

Tutti i tribunali distrettuali sono competenti per la gestione di richieste di dichiarazione di esecutività.

L'organo giurisdizionale che ha emesso una decisione giudiziaria esecutiva è competente a trattare i mezzi di ricorso contro una decisione giudiziaria che dichiara l'esecutività.

L'organo giurisdizionale svolge un procedimento non contenzioso ai sensi delle disposizioni del codice di procedura civile non contenziosa.

Elenco dei tribunali distrettuali  PDF (244 Kb) sl

17 A quale diritto deve fare riferimento il giudice in un procedimento relativo alla responsabilità genitoriale, in cui il minore o le parti non risiedono in questo Stato membro oppure hanno cittadinanze diverse?

Ai sensi della Zakon o mednarodnem zasebnem pravu in postopku (legge in materia di procedura e diritto internazionale privato), i rapporti tra genitori e figli sono valutati secondo il diritto del paese di cui essi sono cittadini. Laddove genitori e figli siano cittadini di paesi diversi, si applica la legge del paese nel quale tutti hanno la residenza permanente. Laddove genitori e figli siano cittadini di paesi diversi e non abbiano una residenza permanente nello stesso paese, si applica la legge del paese del quale il figlio è cittadino (articolo 42).

 

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Ultimo aggiornamento: 11/08/2021

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