Imputati (procedimenti penali)

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Quali sono le fasi di un’indagine penale?

Le questioni che riguardano i reati sono indagate dalla polizia che, di norma, effettua indagini perché le è stato comunicato che una persona è stata vittima di violenze o di furto o perché la polizia stessa o, addirittura, un cittadino hanno arrestato qualcuno in flagranza di reato.

Fase preliminare

La polizia cerca innanzi tutto di stabilire se sia stato commesso un reato e se vi siano uno o più sospettati identificabili che possono esserne imputati del reato. In tale circostanza, è normale che la polizia voglia interrogare il sospettato.

Arresto

La polizia può fermare un sospettato.

Udienza preliminare obbligatoria e detenzione predibattimentale (tra cui mandato di arresto europeo)

Nel caso in cui la polizia intenda fermare un sospettato per non pregiudicare le indagini o per altri motivi, quest’ultimo dev’essere portato dinanzi a un giudice entro 24 ore dall’arresto, affinché possa esprimersi al riguardo.

Misure invasive

Oltre a interrogare il sospettato e i potenziali testimoni, durante le indagini la polizia può ottenere informazioni attraverso misure invasive quali le perquisizioni, il controllo delle telecomunicazioni, le intercettazioni telefoniche, ecc. La maggior parte delle misure invasive deve essere previamente autorizzata da un magistrato.

Decisione se procedere o meno nei confronti di un sospettato

Le indagini della polizia mirano a fornire informazioni che consentano alla pubblica accusa di decidere se procedere o meno nei confronti di un sospettato. In assenza di prove sufficienti a dimostrare

la commissione di un reato, la procura deciderà per il non luogo a procedere.

A livello locale, la polizia e l’ufficio della procura condividono la stessa gestione, così che la procura è spesso coinvolta nella fase preliminare del caso, tra cui la pianificazione delle indagini.

Preparazione al processo da parte della difesa

Per ulteriori informazioni sul diritto di essere informati sulle indagini e quello di parteciparvi, v. qui.

I miei diritti durante le indagini

Fare click su uno dei seguenti link per ulteriori informazioni sui diritti in ciascuna fase del procedimento.

Fase preliminare, tra cui l’interrogatorio (1)

Perché sono accusato?

Perché la polizia nutre forti sospetti sul fatto che il sospettato abbia commesso un reato e ritiene che d’ora in avanti le indagini debbano essere concentrare soltanto su di lui.

Cosa significa essere accusati?

Significa che la polizia comunicherà il reato che ritiene l’accusato abbia commesso. La polizia è obbligata a comunicare la norma di legge che sostiene sia stata violata. L’accusato può seguire le indagini che lo riguardano tramite un legale e, in caso di reati gravi, ha diritto a un legale nominato d’ufficio.

Perché la polizia vuole interrogarmi?

Perché vuole verificare la fondatezza del sospetto che nutre nei confronti dell’accusato di aver commesso un reato. La polizia userà le dichiarazioni dell’accusato nelle sue ulteriori indagini. In seguito, la pubblica accusa si avvarrà delle suddette dichiarazioni per decidere se il caso debba essere giudicato con rito abbreviato.

Dove e quando può interrogarmi la polizia?

Non esistono disposizioni speciali sul luogo e sul momento in cui la polizia può interrogare l’accusato. L’interrogatorio dev’essere condotto in maniera che non siano ingiustamente violati i suoi diritti. Di norma, alla polizia non è consentito contattare l’accusato sul posto di lavoro e solitamente inizia a porre domande sulla scena del crimine. In molti casi la polizia chiede di recarsi presso le sue strutture per un colloquio più approfondito.

Cosa accade se non conosco il danese?

Se l’accusato non conosce il danese ha diritto a un interprete da e verso la propria lingua. La polizia provvede a chiamare l’interprete e l’accusato ha facoltà di tacere fino all’arrivo dell’interprete.

Devo rilasciare una dichiarazione alla polizia?

L’accusato deve dichiarare alla polizia il proprio nome, l’indirizzo e la data di nascita. Nient’altro. L’accusato non è obbligato a dire la verità. La polizia è tenuta a informarlo di tali diritti prima di procedere con l’interrogatorio. Il fatto se possa essere utile rilasciare una dichiarazione alla polizia dipende dalle circostanze e dalla gravità delle imputazioni. È consigliabile che l’accusato si rivolga al suo avvocato qualora non sappia se rispondere o meno alle domande.

Potrò parlare con un avvocato?

L’accusato ha diritto di parlare con un avvocato di fiducia prima di decidere se accettare di subire un interrogatorio della polizia. Qualora l’accusato non conosca un avvocato, la polizia gliene procurerà uno.

L’avvocato dell’accusato ha diritto di essere presente durante l’interrogatorio ma non può suggerirgli le risposte da fornire a domande specifiche.

Posso verificare che la polizia abbia compreso correttamente la mia dichiarazione?

La polizia è tenuta a verbalizzare la dichiarazione dell’accusato, che può leggerla o farsela leggere ed eventualmente commentarla. Spetta all’accusato decidere se firmare il verbale. Molti avvocati consigliano di non farlo se non si conosce il danese.

 

Cosa succede se dico qualcosa che potrebbe nuocermi?

La polizia potrebbe usare nelle sue indagini le informazioni pregiudizievoli per l’accusato fornite da quest’ultimo. Di norma, i verbali della polizia non costituiscono una prova e non possono essere usati contro l’accusato nel processo. L’accusa può formulare domande su alcune informazioni contenute nel verbale. La modifica della dichiarazione può pregiudicare la credibilità dell’accusato.

Arresto (2)

Perché mi arrestano?

In caso la polizia abbia motivo di sospettare che l’accusato ha commesso un reato può procedere con l’arresto se questa misura è necessaria a impedirgli di commettere altri reati, per assicurarne la presenza o per essere certa che non comunichi con altre persone. L’accusato può altresì essere arrestato ai sensi di un mandato di arresto europeo emesso da un altro Stato membro dell’UE.

La polizia può arrestarmi sempre?

L’accusato non viene arrestato se tale misura risulterebbe sproporzionata alla gravità del reato che gli viene contestato. Per esempio, è molto improbabile essere arrestati per il sospetto di aver commesso un reato la cui pena massima è una multa di entità minima.

Dove ha luogo l’arresto?

L’arresto viene di norma effettuato presso la locale stazione di polizia. L’accusato viene solitamente trattenuto in una camera di sicurezza fino all’interrogatorio della polizia (v. Fase preliminare, tra cui l’interrogatorio (1)).

Posso farmi visitare da un medico se ne ho bisogno?

L’accusato ha diritto di farsi visitare da un medico se è malato, ferito, sotto l’influenza di sostanze stupefacenti o in stato di ebbrezza. In tal caso, deve dire alla polizia che ha bisogno di un medico, anche in caso necessiti di un farmaco particolare.

Posso chiamare un avvocato?

In caso di arresto, l’accusato ha diritto di chiamare un avvocato di fiducia prima di decidere se intende sottoporsi all’interrogatorio della polizia. In taluni casi la polizia può impedire all’accusato di avvalersi dell’assistenza di un determinato avvocato. Ciò può essere denunciato al giudice.

Sia la polizia, sia l’avvocato dell’accusato sono tenuti a spiegare a quest’ultimo che può avvalersi di un avvocato d’ufficio e lo informeranno su chi dovrà pagare le relative prestazioni.

Posso contattare la mia ambasciata se sono cittadino di un altro Stato?

I cittadini stranieri hanno diritto di contattare l’ambasciata del proprio paese. La polizia può aiutare l’accusato a contattare l’ambasciata.

Posso contattare la mia famiglia?

L’accusato può informare la sua famiglia o il suo datore di lavoro di essere stato arrestato. La polizia può rifiutarsi di dar seguito alla richiesta dell’accusato di contattare i suddetti soggetti se ritiene che ciò potrebbe interferire con il caso. La polizia può decidere di informare la famiglia dell’accusato per conto di quest’ultimo.

Per quanto tempo posso essere trattenuto in arresto?

L’accusato dev’essere subito rilasciato al venir meno dei motivi dell’arresto. In caso di mancato rilascio entro 24 ore, l’accusato dev’essere condotto dinanzi a un giudice (udienza preliminare obbligatoria) affinche questi possa decidere se procedere al rilascio, prolungare l’arresto (consentito fino a 72 ore), oppure disporre la custodia cautelare (Udienza preliminare obbligatoria e custodia cautelare (3)).

In quali casi è possibile prolungare un arresto oltre e 24 ore?

Nel caso in cui all’udienza preliminare obbligatoria il giudice che si occupa del caso rilevi l’inadeguatezza degli elementi di prova prodotti per decidere se l’accusato debba essere trattenuto in stato di custodia cautelare, costui può decidere di prolungare l’arresto fino a 72 ore dalla data della prima udienza.

Udienza preliminare obbligatoria e custodia cautelare (3)

Perché sono trattenuto in custodia cautelare?

Perché la polizia ritiene necessario applicare tale misura cautelare in via temporanea o fino al termine delle indagini. La custodia cautelare dell’accusato è inoltre possibile per garantirne l’eventuale estradizione verso un altro Stato membro in forza di un mandato d’arresto europeo.

Chi decide se devo essere trattenuto in custodia cautelare?

Un giudice stabilisce se i requisiti fissati per la custodia cautelare sono soddisfatti. Prima che il giudice decida se l’accusato debba essere trattenuto in custodia cautelare in base alla richiesta della polizia, si tiene l’udienza preliminare obbligatoria. Nel corso di tale udienza, la pubblica accusa illustra il punto di vista della polizia in merito al caso e, in questa sede, anche l’accusato potrà illustrare il proprio. Il giudice decide, quindi, se trattenere l’accusato in custodia cautelare, ma non se quest’ultimo sia colpevole dell’imputazione che gli viene attribuita.

Posso essere trattenuto in custodia cautelare sempre?

L’accusato può essere trattenuto in custodia cautelare alle seguenti condizioni:

  • la polizia dev’essere in grado di chiarire il motivo per cui sospetta che l’accusato abbia commesso il reato per cui potrebbe essere condannato alla reclusione di almeno 18 mesi.
  • La pena edittale prevista dev’essere superiore a 30 giorni di reclusione.
  • La polizia dev’essere in grado di convincere il giudice dell’importanza che l’accusato non venga rilasciato fino al termine delle indagini per uno dei seguenti motivi:
  • la polizia ritiene che l’accusato eviti la pena;
  • vi è motivo di temere la reiterazione dello stesso tipo di reato;
  • vi è motivo di ritenere che l’accusato ostacoli le indagini se rilasciato;
  • il reato è tanto grave che lasciare libero l’accusato in attesa del giudizio sarebbe offensivo nei confronti della società.

In casi rari (per esempio quando la carcerazione risulterebbe estremamente difficoltosa per le circostanze personali) all’accusato è consentito evitare la custodia cautelare pur in presenza dei requisiti necessari per procedervi. Di tali circostanze è importante informare il proprio avvocato.

Dove si terrà l’udienza preliminare obbligatoria?

Tale udienza si terrà presso il tribunale locale e, di norma, l’accusato rimane in una cella di attesa prima di entrare in aula.

Devo testimoniare durante l’udienza preliminare obbligatoria?

Non è necessario che l’accusato renda dichiarazioni o dica la verità. L’opportunità di rilasciare dichiarazioni al giudice dipende dalla natura del caso e dalla gravità delle imputazioni. È bene che l’accusato consulti il proprio avvocato per decidere se sarebbe meglio testimoniare.

Potrò parlare con un avvocato?

Il giudice nominerà un avvocato che rappresenterà l’accusato dinanzi ad esso. Qualora l’accusato non chieda la nomina di un avvocato specifico, il giudice nominerà quello in servizio in quella data. Per ulteriori informazioni v. Scheda 1.

L’accusato ha diritto di parlare del caso con il proprio avvocato prima dell’udienza. Qualora accusato e avvocato non parlino la stessa lingua, il primo ha diritto ad avere un interprete. L’avvocato tutelerà gli interessi dell’accusato durante l’udienza e potrà altresì formulare domande.

Posso verificare che il giudice abbia capito la mia dichiarazione?

Il giudice redigerà un verbale di udienza contenente i punti fondamentali della dichiarazione dell’accusato, che sarà letta ad alta voce per garantirne l’esatta comprensione.

 

Cosa succede se dico qualcosa che potrebbe nuocermi?

La dichiarazione dell’accusato può essere usata quale prova nella causa.

Per quanto tempo posso essere trattenuto in custodia cautelare?

Nel corso dell’udienza il giudice decide se l’accusato dev’essere rilasciato oppure trattenuto in custodia cautelare. In alcuni casi, il giudice disporrà che la detenzione sia prolungata fino a un massimo di 72 ore (v. Arresto (2)).

 

Se l’accusato viene recluso, il giudice fisserà un limite massimo di quattro settimane. Ciò significa che l’accusato dev’essere rilasciato entro tale termine oppure che il caso dev’essere portato a conoscenza di un giudice, ciò sempre al fine di accertare il rispetto delle condizioni previste per la custodia cautelare. Non è previsto un limite massimo per la custodia cautelare: dipende dalla natura del caso.

L’accusato dev’essere rilasciato non appena vengono meno i motivi dell’arresto.

Cosa vuol dire isolamento?

Talvolta la polizia chiede che l’accusato sia posto in isolamento per non avere contatti con gli altri detenuti. In tal caso è soltanto possibile scrivere o telefonare ad altri sotto il controllo della polizia. È il giudice a decidere se prolungare la detenzione in isolamento.

Posso impugnare la decisione sulla custodia cautelare o sull’isolamento?

Sì, dinanzi al giudice superiore. Solitamente ciò avviene dichiarando l’intenzione di impugnare all’udienza di trattazione del caso.

Posso evitare la custodia cautelare se consegno il mio passaporto o pago la cauzione?

Il codice penale prevede la possibilità di evitare la detenzione consegnando il passaporto o pagando la cauzione. Tuttavia, ciò accade di rado nella pratica.

Misure invasive (4)

Nel corso delle indagini, la polizia può ottenere informazioni attraverso l’impiego di diverse misure invasive, tra cui le seguenti.

La polizia può prendermi le impronte digitali e scattarmi una foto?

Sì, può farlo a condizione che:

  • l’accusato sia sospettato di aver commesso un reato e la misura sia necessaria ai fini delle indagini.
  • La polizia abbia un valido motivo di sospettare che l’accusato abbia commesso un reato per cui potrebbe essere condannato alla carcerazione per almeno 18 mesi.

La polizia è autorizzata a prelevarmi il DNA o campioni di sangue?

Sì, può farlo a condizione che:

  • sussistano ragionevoli motivi di sospettare che l’accusato abbia commesso un reato per cui potrebbe essere condannato alla carcerazione per almeno 18 mesi e si ritiene che la misura sia molto importante ai fini delle indagini.
  • Il prelievo di un campione di sangue sia necessario qualora l’assunzione di alcool o sostanze stupefacenti costituisca un elemento del reato di cui l’accusato è sospettato.

La polizia è autorizzata a perquisire me e i miei indumenti?

La polizia può perquisire gli indumenti esterni alle medesime condizioni previste per le fotografie.

La polizia è autorizzata a controllare il mio telefono cellulare e perquisire la mia automobile?

Sì, può controllare il telefono cellulare dell’accusato per ricavarne il numero e il codice IMEI, così come può perquisire l’automobile a condizione che:

  • ad avviso della polizia sussistano validi motivi di sospettare che l’accusato abbia commesso un reato perseguibile;
  • la perquisizione sia ritenuta molto importante ai fini delle indagini.

 

La polizia è autorizzata a perquisire la mia abitazione?

Sì, può farlo a condizione che:

  • ad avviso della polizia sussistano validi motivi di sospettare che l’accusato abbia commesso un reato perseguibile;
  • la perquisizione sia ritenuta molto importante ai fini delle indagini;
  • il reato possa comportare la reclusione;
  • la polizia sia in grado di giustificare la probabilità di riscontrare prove connesse al reato ovvero oggetti che la polizia dovrebbe sequestrare per altri motivi.

Chi decide sulla necessità di una misura invasiva?

È il giudice che decide se si può procedere alla perquisizione domiciliare. Qualora vi sia motivo di temere che la prova possa scomparire se non si effettua immediatamente la perquisizione, la polizia può condurla anche senza l’apposito mandato. La perquisizione dev’essere riferita al giudice entro le 24 ore successive. Se l’accusato acconsente per iscritto alla perquisizione della propria abitazione, la polizia può decidere di procedervi.

La polizia decide se prelevare le impronte digitali, scattare una foto e prelevare il DNA o campioni di sangue dell’accusato. La polizia può inoltre controllare il telefono cellulare, nonché perquisire l’automobile, ecc. dell’accusato.

Posso protestare?

Qualora l’accusato intenda protestare in merito alle indagini eseguite dalla polizia, può depositare denuncia presso il giudice.

Le decisioni del giudice riguardo alle perquisizioni e alla pianificazione delle indagini sono impugnabili dinanzi al giudice superiore entro due settimane dalla pronuncia.

Posso chiedere che la polizia distrugga impronte digitali, fotografie, tracce di DNA e risultati di prelievi di campioni di sangue?

Qualora la procura decida il non luogo a procedere o l’accusato venga assolto, la polizia deve distruggere le foto dell’accusato; essa può conservare le impronte digitali e i campioni di DNA ma è obbligata a distruggerli dopo un determinato periodo di tempo.

Posso chiedere il risarcimento dei danni?

Qualora l’accusato sia stato detenuto, carcerato o soggetto a una misura invasiva e in seguito risulti che la detenzione, la carcerazione o la misura invasiva anzidette erano ingiustificate, avrà diritto al risarcimento dei danni. Il Procuratore generale (Rigsadvokaten) pubblica una comunicazione annuale sulle tariffe applicabili nella determinazione dell’importo di tale risarcimento.

Decisione se procedere nei confronti dell’accusato (5)

Una volta concluse le indagini, la polizia trasmette il caso all’ufficio della procura, che deciderà come procedere.

Posso dichiararmi colpevole di tutte o di alcune imputazioni prima del processo?

Se nel corso delle indagini l’accusato ha ammesso la propria colpevolezza in merito alla maggior parte delle imputazioni che lo riguardano, di norma l’accusa cercherà di farlo considerare un “patteggiamento”.

 

Che cos’è l’atto di accusa?

L’atto di accusa costituisce il fondamento dell’udienza dinanzi al giudice. Esso deve indicare le disposizioni di legge la cui violazione viene contestata all’accusato, nonché una descrizione delle modalità di commissione del reato/i. La descrizione dev’essere precisa, così che l’accusato possa preparare la sua difesa basandosi su di essa.

 

Posso essere imputato di reati diversi da quelli che mi sono stati attribuiti dalla polizia?

La pubblica accusa prepara l’atto di accusa che può contenere capi d’imputazione nuovi o diversi, qualora ritenga che il caso differisca da quanto illustrato dalla polizia.

È possibile aggiungere nuovi capi d’imputazione all’atto di accusa?

La pubblica accusa deve cercare di raccogliere tutte le imputazioni che riguardano l’accusato in maniera da ottenere un verdetto collettivo. L’atto d’accusa può pertanto contenere nuovi capi d’imputazione se l’accusato è stato imputato di un reato in più occasioni.

Si applicano norme speciali qualora l’accusato sia stato estradato in Danimarca ai sensi di un mandato di arresto europeo o di un accordo di estradizione. In presenza di nuovi capi d’imputazione è consigliabile che l’accusato consulti il proprio avvocato al riguardo.

L’atto di accusa può essere modificato?

L’atto di accusa può essere modificato o ampliato se viene preparato e notificato un nuovo atto di accusa, che può essere redatto fino alla data di inizio del procedimento.

Qualora l’accusa ritenga che la pena relativa a un capo di imputazione debba essere più severa di quanto indicato nell’atto di accusa, tale modifica potrà essere attuata soltanto se la Procura accetta di modificare l’atto di accusa. La modifica dev’essere notificata all’accusato entro due mesi.

Una volta avviato il procedimento, l’atto di accusa può subire soltanto modifiche assai limitate e il giudice decide se autorizzarle.

Posso essere accusato di un reato di cui sono già stato imputato in un altro Stato membro?

Non può escludersi che all’accusato possa essere contestato un reato di cui è già stato imputato in un altro paese. Tuttavia, l’accusato non può essere giudicato colpevole di un reato per cui è già stato condannato o da cui è stato assolto in un altro paese.

Sarò informato di testimonianze contro di me?

L’accusa deve depositare l’atto di accusa presso il giudice unitamente al capitolo delle prove contenente i nomi dei testimoni. L’avvocato dell’accusato ne riceverà una copia. L’accusato solitamente ha diritto di conoscere l’identità dei testimoni.

Preparazione della difesa (6)

Su quali basi io e il mio avvocato possiamo preparare la mia difesa?

Solitamente, l’avvocato dell’accusato riceve copie di tutti i verbali redatti dalla polizia durante le indagini. L’accusato vanta un diritto generico di visionare il materiale e l’avvocato può soltanto trasmettergli copia del materiale previo consenso della polizia.

 

Ho diritto di visionare tutto il materiale prodotto dalla polizia?

La polizia può disporre che l’avvocato dell’accusato non gli fornisca determinate informazioni sul caso se ritiene che ciò sia necessario per proteggere gli interessi di autorità straniere o per fornire prove. Tale disposizione può essere pronunciata soltanto in situazioni gravi e unicamente fino a che l’accusato non ha pronunciato dichiarazioni dinanzi al giudice.

Chi decide se posso visionare tutto il materiale?

La polizia sottopone il materiale e decide se sia necessario emettere un provvedimento inibitorio per tutto o per parte del caso. La decisione della polizia è impugnabile dinanzi al giudice, che si pronuncerà sulla questione.

Posso partecipare a tutte le udienze del caso?

Di norma l’accusato ha diritto di partecipare a tutte le udienze in cui il giudice decide se debba essere trattenuto in custodia cautelare o in cui vengono esaminati eventuali correi o testimoni prima del processo.

Il giudice, se in tal senso richiesto dalla polizia, può decidere di non consentire la presenza dell’accusato alle udienze. In questo caso, l’accusato ha diritto di essere informato di ciò che è accaduto in udienza. Il giudice può decidere che l’accusato non riceva tali informazioni, ma l’accusato ha il diritto di sapere cosa è accaduto all’udienza a cui non ha potuto partecipare. L’accusato dev’essere informato al più tardi quando ha testimoniato dinanzi al giudice.

Il mio avvocato può partecipare a tutte le udienze?

Sì. Ciò vale anche per le udienze in cui il giudice è chiamato a decidere se autorizzare l’installazione di microspie o l’intercettazione telefonica, perquisizioni o altre misure invasive che richiedono il previo consenso del magistrato.

Il mio avvocato può partecipare alle indagini della polizia?

L’avvocato dell’accusato dev’essere informato sulle indagini e ha diritto di parteciparvi in situazioni che potrebbero costituire una prova contro il suo assistito, quali, per esempio: l’esperimento giudiziale, la ricognizione, ecc.

Il mio avvocato può condurre le sue indagini?

L’avvocato dell’accusato chiede di norma alla polizia di effettuare ulteriori indagini se ritiene che non sia riuscita ad ottenere informazioni utili al caso. In caso la polizia rifiuti di eseguire tali ulteriori indagini, la questione potrà essere trattata dinanzi al giudice, che può ordinare alla polizia di condurre le indagini pertinenti.

L’avvocato può altresì decidere di effettuare le proprie indagini ma ciò accade di rado nella pratica. Se l’avvocato dell’accusato decide in tal senso, gli non potrà ostacolare le indagini della polizia e dovrà attenersi alle regole della propria deontologia professionale.

Il mio avvocato può invitare testimoni a deporre in tribunale?

Sì, l’avvocato dell’accusato può chiedere che taluni testimoni siano chiamati a deporre in tribunale. Qualora l’accusa si opponga all’escussione di tali testimoni, sarà il giudice a decidere in merito alla loro pertinenza rispetto al caso.

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Ultimo aggiornamento: 13/08/2019

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